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Le fonti rinnovabili hanno un ruolo sempre più significativo nel sistema elettrico italiano, complessivamente nel 2014 hanno contribuito a soddisfare il 38,2% dei consumi elettrici (nel 2005 si era al 15,4) e il 16% dei consumi energetici finali (quando nel 2005 eravamo al 5,3%). Gli impianti sono presenti in tutti gli 8.047 Comuni italiani, in tutti è installato almeno un impianto solare fotovoltaico e in 6.803 almeno un impianto solare termico e con risultati sempre più importanti di copertura dei fabbisogni elettrici e termici locali. I Comuni dell’eolico sono 700, per un potenza installata in crescita, pari a 8.736; quelli del mini idroelettrico sono 1.160, i Comuni della geotermia sono 484 e i Comuni delle bioenergie sono 2.415, per una potenza installata complessiva di 2.936,4 MW elettrici, 1.306,6 MW termici e 415 kW frigoriferi.Questi i principali dati del Rapporto Comuni Rinnovabili 2015 di Legambiente, giunto alla sua X edizione e realizzato con il contributo del Gruppo Asja e in collaborazione con il GSE, da cui emerge anche che oggi l’Italia è il primo Paese al mondo per incidenza del solare rispetto ai consumi elettrici (ad Aprile 2015 secondo i dati di Terna oltre l’11%). Il contributo delle rinnovabili rispetto ai consumi elettrici – Elaborazione Legambiente su dati Terna I numeri sono impressionanti: la produzione da fonti rinnovabili è passata in tre anni da 84,8 a 118 TWh, e sono circa 800mila, tra elettrici e termici, gli impianti da fonti rinnovabili distribuiti nel territorio e nelle città, sempre più spesso integrati con smart grid e sistemi di accumulo o in autoproduzione. Attraverso il contributo di questi impianti, e il calo dei consumi energetici, l’Italia ha ridotto le importazioni dall’estero di fonti fossili, la produzione dagli impianti più inquinanti e dannosi per il Clima (nel termoelettrico -34,2% dal 2005) e si è ridotto anche il costo dell’energia elettrica. La crescita delle rinnovabili (MW) – Elaborazione Legambiente su dati Terna Sono 35 i Comuni 100% Rinnovabili in Italia, nei quali le fonti pulite installate riescono a superare i fabbisogni sia elettrici che termici dei cittadini (riscaldamento delle case, acqua calda per usi sanitari, elettricità), attraverso impianti a biomasse e geotermici allacciati a reti di teleriscaldamento. Complessivamente sono 2.809 i Comuni rinnovabili per la parte elettrica, cioè quelli che producono più energia elettrica di quanta ne consumino le famiglie residenti grazie ad una o più fonti rinnovabili. Il comune altoatesino di Campo Tures ha vinto il premio “Comuni Rinnovabili 2015”: gli interventi realizzati hanno permesso di arrivare a soddisfare l’intero fabbisogno energetico del territorio grazie a un mix di 7 tecnologie da fonti rinnovabili elettriche e termiche e alla gestione locale dell’intera filiera energetica (sia la rete elettrica che quella di teleriscaldamento sono di proprietà comunale). Nel Comune, di circa 5.200 abitanti, una cooperativa energetica con 1.500 soci tra cui lo stesso Comune, serve le circa 2.000 utenze, sia per la parte elettrica che per quella termica, con un risparmio medio del 30% rispetto ai prezzi di mercato. L’obiettivo ora è diventare un Comune a emissioni zero. Per questo, raggiunta l’autonomia energetica, l’amministrazione sta iniziando a lavorare sulla mobilità sostenibile con l’introduzione di mezzi pubblici a trazione elettrica e distributori con carburanti alternativi, dal biogas all’idrogeno. Bisogna purtroppo segnalare che, se è vero che nel corso del 2014 sono aumentate le installazioni per tutte le fonti, i ritmi di crescita sono però calati molto rispetto al passato: per il fotovoltaico negli ultimi due anni sono stati installati 1.864MW contro i 13.194 del biennio 2011-2012, nell’eolico sono stati installati 170MW nel 2014 contro una media di 770 degli anni passati, stessi dati per il mini idroelettrico e le altre fonti. Le ragioni di questa situazione sono due, la prima riguarda l’assenza di procedure chiare per l’approvazione dei progetti che blocca gli impianti eolici (per quelli offshore ancora nessun impianto è stato realizzato a fronte di 15 progetti presentati), solari termodinamici, da biomasse, mini idroelettrici, geotermici. La seconda ragione sta nella totale incertezza in cui il settore si trova a seguito di interventi normativi che in questi anni hanno introdotto tagli agli incentivi, barriere e tasse senza al contempo dare alcuna prospettiva chiara per il futuro. Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente commenta: “Questi risultati dimostrano quanto oggi uno scenario energetico incentrato su fonti rinnovabili e efficienza energetica sia già realtà e nell’interesse di un Paese come l’Italia. Ora occorre aprire una seconda fase di questa rivoluzione energetica dal basso che possa cogliere tutte le opportunità legate alla riduzione dei costi delle tecnologie, eliminando tutte le barriere che oggi questi progetti si trovano di fronte”. “Gli operatori nazionali ed esteri – ha commentato Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili e di Asja Ambiente Italia – chiedono, per continuare a investire nel nostro Paese, regole chiare, certe, stabili nel tempo e che, soprattutto, siano coerenti con un preciso disegno di politica energetica di lungo periodo. All’incertezza si aggiungono, inoltre, gravi e numerosi ritardi nell’emanazione di decreti e regolamenti attuativi che rendono, di fatto, le norme approvate inapplicabili o che, nelle ipotesi peggiori, costringono i destinatari a effettuare scelte economicamente importanti, senza essere in possesso di tutte le informazioni di dettaglio indispensabili.” A conclusione del Convegno, Legambiente ha presentato le proprie proposte per sostenere una nuova fase di sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia, approfittando anche del fatto che a partire dal 2015 comincerà a ridursi il peso degli incentivi in bolletta legati agli impianti (-800 milioni di Euro all’anno): Fare del Green Act, che il Governo ha annunciato per Giugno, il volano per il rilancio degli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio e diffusione delle rinnovabili Cancellare tutti i sussidi alle fonti fossili e introdurre una carbon tax per muovere investimenti in efficienza energetica e nelle energie pulite da parte delle imprese. Introdurre nuove regole per la valutazione dei progetti da fonti rinnovabili, attraverso efficaci criteri per gli impianti eolici, idroelettrici, geotermici, solari termodinamici, e la semplificazione per gli impianti di piccola taglia. Cancellare le barriere all’autoproduzione e distribuzione di energia prodotta da fonti rinnovabili e in cogenerazione, da parte di Comuni, distretti produttivi, condomini. Promuovere innovazioni nel mercato elettrico che permettano alle rinnovabili di competere, attraverso l’aggregazione di impianti e contratti di lungo termine, ma anche spingendo il revamping degli impianti esistenti. Rivedere il sistema di incentivi per gli interventi di efficienza e le fonti rinnovabili, con l’obiettivo di ridurre la spesa energetica di famiglie e imprese accompagnando la riduzione dei costi delle diverse tecnologie attraverso una regia e una verifica delle politiche e degli strumenti. Investire nelle reti energetiche, per accompagnare la produzione da energia pulita, attraverso interventi che eliminino i colli di bottiglia che con la modernizzazione delle reti di distribuzione. Scarica il Rapporto Comuni Rinnovabili 2015 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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