Come funziona il fotovoltaico ad uso esclusivo in condominio: come si divide il tetto e permessi necessari 30/04/2025
Giornata Internazionale della Luce: illuminare il futuro con efficienza e per il benessere 16/05/2025
Legambiente, Wwf e Greenpeace svelano un documento sul decomissioning che parla di 25 piattaforme, 8 teste di pozzo sottomarine, 1 cluster; con la questione aperta della fascia di interdizione per la tutela delle acque. Il programma concordato tra Sviluppo economico, Ambiente, Beni culturali e Assomineraria. Pronto da dicembre 2018, da dismettere ci sono 34 impianti offshore a cura di Tommaso Tetro C’è un Piano anti-trivelle ‘nascosto’ nei cassetti del Ministero dello Sviluppo economico. E’ li’, pronto da dicembre dell’anno scorso, e racconta della dismissione di 34 impianti offshore. Un documento che le maggiori associazioni ambientaliste – Legambiente, Wwf, Greenpeace – hanno deciso di rendere pubblico dal momento che – dicono – “i ministeri competenti sono incapaci di prendere una decisione sul decomissioning”. Oltre a questo c’è l’avvicinamento alla data del 30 giugno, giorno in cui il ministero dello Sviluppo economico dovrà andare avanti con la dichiarazione di dismissione mineraria prevista dal decreto di febbraio di quest’anno. Tra i 34 impianti offshore – contemplati dalla ‘Dichiarazione congiunta sul programma di attività per la dismissione delle piattaforme offshore’ (questo il nome del Piano per esteso) – ci sono 25 piattaforme, 8 teste di pozzo sottomarine, 1 cluster; e, di questi, 27 rientrano nella fascia di interdizione delle 12 miglia. Il maggior numero, 29 impianti, si trovano nel tratto di mare tra Veneto e Abruzzo, 2 davanti alla Puglia, 1 davanti a Crotone e 2 nel Canale di Sicilia. Inoltre dei 34 impianti, 27 (pari al 79,4%) sono localizzati nella fascia di interdizione a nuove attività offshore delle 12 miglia (istituita nel 2013 per tutelare le acque territoriali e gli ambienti costieri). Si tratta di un programma che sarebbe stato concordato a dicembre del 2018 tra ministero dello Sviluppo economico, ministero dell’Ambiente, ministero dei Beni culturali e da Assomineraria, cioè l’associazione di categoria dei petrolieri. In base al lavoro dell’Ufficio minerario per gli idrocarburi e le georisorse del ministero dello Sviluppo e della segreteria tecnica del ministro dell’Ambiente, gli impianti scelti per la dismissione hanno rispettato tre criteri: piattaforme costruite ma mai entrate in produzione; piattaforme o teste di pozzo produttive ma non eroganti da almeno 5 anni; piattaforme o teste di pozzo che negli ultimi 10 anni abbiano estratto quantità di idrocarburi liquidi o gassosi esigue, al di sotto della soglia di ‘franchigia’, ovvero con una produzione al di sotto degli 80 milioni di metri cubi di idrocarburi gassosi e delle 50 mila tonnellate di petrolio all’anno. Viene infatti ricordato che la metà dei 34 impianti individuati non hanno mai ricevuto una Valutazione di impatto ambientale (Via), dal momento che sono stati autorizzati prima del 1986 (anno in cui la Via entrò in vigore in Italia); tra questi, 4 piattaforme hanno 50 o più anni (Porto Corsini Mwa, San Giorgio a Mare 3, Santo Stefano a Mare 1.9, Santo Stefano a Mare 3.7), 4 più di 40 anni (Armida 1, Diana, San Giorgio a Mare C, Santo Stefano Mare 4), e 13 (oltre il 38% del totale) tra i 30 e 40 anni. In tutto – viene fatto presente – sono 138 gli impianti offshore che occupano i nostri mari, 94 dei quali nella fascia delle 12 miglia, e che di questi il 44,6% non sono mai stati sottoposti a Via. Insomma, per le associazioni, il ministero dovrebbe avviare la procedura di dismissione dei primi 22 impianti entro fine mese; e, al massimo nei prossimi due anni, degli altri 12. Stiamo parlando di quegli impianti mai entrati in produzione, non produttivi da almeno 10 anni, che non erogano gas o petrolio da almeno cinque anni. Infine, viene ricordato, che “l’Italia deve dotarsi di un Piano nazionale energia e clima che permetta di emancipare il Paese dai combustibili fossili e di intraprendere con decisione la strada della decarbonizzazione; procedendo – secondo la Strategia energetica nazionale (Sen) – con la chiusura entro il 2025 delle centrali a carbone e con un rinnovato sostegno alle fonti rinnovabili, all’efficienza e al risparmio energetico. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
20/05/2025 Giornata mondiale delle api, tutti noi dipendiamo dalla loro sopravvivenza A cura di: Raffaella Capritti Il 20 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Api, istituita dall'ONU per sensibilizzare l'opinione pubblica ...
19/05/2025 A The smarter E Europe il futuro dell'industria energetica globale A cura di: Laura Murgia The smarter E Europe si conferma epicentro del comparto energetico globale e fondamentale appuntamento per il ...
16/05/2025 In Italia l'energia più cara d'Europa. Prezzi da record e transizione rallentata In Italia l'energia è molto cara. Emissioni in calo lento e dipendenza estera alta: il report ...
30/04/2025 Le megalopoli asiatiche tra sfide climatiche e demografiche Cambiamento climatico e urbanizzazione: le megalopoli asiatiche tra rischi e opportunità per l'UE.
28/04/2025 HeySun: presentata la seconda edizione dell'expo della transizione energetica A cura di: Laura Murgia Presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è stata presentata la seconda edizione ...
23/04/2025 Il settore energetico dell'UE guida la riduzione delle emissioni di gas serra nel 2023 Il 2023 ha rappresentato un anno di svolta per l’Unione Europea nella sua ambiziosa corsa verso ...
22/04/2025 22 aprile, Earth Day 2025: Our Power, Our Planet Il 22 aprile si celebra la Giornata della Terra 2025 con il tema "Our Power, Our ...
16/04/2025 Europa e crisi climatica: il report Copernicus 2024 conferma un continente sempre più fragile A cura di: Raffaella Capritti Il report Copernicus 2024 rivela un’Europa sempre più esposta alla crisi climatica: caldo estremo, alluvioni e ...
15/04/2025 Le città europee accelerano sugli investimenti per transizione ecologica e infrastrutture sociali Le città europee aumentano gli investimenti per transizione ecologica, edilizia sociale e infrastrutture resilienti.
14/04/2025 Tecnologie energetiche emergenti: tra slancio innovativo e incertezze di mercato Analisi delle tecnologie energetiche emergenti secondo l'IEA, tra progressi, rischi e necessità di investimenti.