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Le anticipazioni del nuovo Rapporto Irex di Althesys indicano che le imprese italiane dell’eolico vanno all’estero: nei primi nove mesi del 2011 addirittura il 71% degli investimenti in nuovi impianti si trova fuori dai confini. Era il 30% nel 2010. Così, nell’anno in corso solo il 26% dei megawatt che portano la firma del made in Italy è stato allacciato alle nostre reti energetiche. Ma perché è “cambiato il vento“? “L’eolico in Italia sta vivendo una fase di rallentamento – spiega Alessandro Marangoni, amministratore delegato di Althesys e capo del team di ricerca – complici i nuovi meccanismi incentivanti, l’assenza di alcuni importanti decreti attuativi che generano insicurezza normativa nel settore, e infine l’allargamento del perimetro della Robin Tax”. Di contro, andare all’estero è attrattivo in quanto permette di ridurre il rischio-paese, di diversificare il portafoglio, di approfittare di maggiori agevolazioni pubbliche. Dietro l’angolo c’è il rischio – o qualcosa in più – che l’Italia stia perdendo il ruolo faticosamente conquistato di paese ideale per le energie pulite. In nove mesi 24 operazioni per 1.230 megawatt Non solo. Stanno cambiando anche gli attori in gioco. Il primo scenario dell’eolico 2011 vede un netto aumento dei player energetici, dal 34 al 58%, e un brusco calo delle aziende “pure renewable”, dal 52 al 24%, che più patiscono gli effetti dei buchi nella regolamentazione. Althesys ha mappato, nell’arco di nove mesi di tempo, un totale di 24 operazioni legate a pale e aerogeneratori, per un valore di circa 1,1 miliardi di euro e 1.230 megawatt installati. L’eolico a bilancio: benefici per 37,2 miliardi al 2020 Dal punto di vista economico, della riduzione dell’inquinamento e dei nuovi posti di lavoro l’eolico resta un valore per il paese. Enorme. L’analisi “costi-benefici” condotta dal team di Marangoni calcola che al 2020 l’energia del vento genererà benefici netti compresi tra 25,9 e 37,3 miliardi di euro al sistema-paese. La prima cifra è calcolata con uno scenario “business as usual” generato dal Piano di azione nazionale per le rinnovabili che prevede di toccare i 12.680 megawatt eolici nel 2020. La seconda su uno scenario “accelerato” basato sulle potenzialità del mercato italiano che può arrivare, secondo gli analisti, a 16.000 megawatt, sempre nel giro di dieci anni. La crescita dell’installato oscillerebbe così tra un +119% e un +176%. Alla voce “costi” Althesys ha considerato gli incentivi pubblici e le carenze infrastrutturali. Nella voce “benefici” rientrano gli effetti sull’occupazione, la riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas serra e inquinanti, gli effetti sul Pil e la riduzione del fuel risk. Interessante, su tutti, il dato dei green job: grazie all’eolico, nel 2020 saranno distribuiti 10,6 miliardi di euro di monte stipendi. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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