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L’Istituto Superiore di Sanità ha recentemente ospitato un convegno “Progetto amianto”, organizzato assieme al Ministero della Salute, all’Inail e all’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, dedicato ad approfondire la situazione italiana e le prospettive future per quanto riguarda il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto. “L’ISS è stato sempre in prima linea sulle problematiche connesse all’esposizione a fibre di amianto – sottolinea il Direttore del Dipartimento Ambiente e connessa prevenzione primaria dell’ISS, dr.ssa Loredana Musmeci – e le ricerche che si sono svolte in questo Istituto hanno contribuito sicuramente anche alla sua messa al bando negli anni Novanta. Oggi uno dei problemi maggiori è rappresentato dalla dismissione dei manufatti in cemento amianto, di cui si stima che in Italia siano ancora oggi in uso circa 30 milioni di tonnellate, secondo dati ARPA Emilia Romagna. La dimensione del problema è enorme e uno dei punti chiave è: dove e come smaltirli?”. L’iniziativa rientra nell’ambito del Progetto Amianto, coordinato dall’ISS e finanziato dal Ministero della Salute, ed è parte del Piano nazionale amianto, che definisce le linee di azioni da intraprendere a breve e medio termine.La gestione di fine-vita dei prodotti contenenti amianto è un problema sia dal punto di vista tecnico, in relazione alla potenziale esposizione a fibre di amianto dei lavoratori e della popolazione, sia dal punto di vista della capacità di smaltimento a livello nazionale. Problematiche ancora aperte sono il rischio legato all’esposizione ambientale residua dopo il bando dell’amianto (sancìto dall’entrata in vigore della legge 257 del 1992); l’individuazione delle metodologie più efficaci per la sorveglianza sanitaria ed epidemiologica e dei sistemi innovativi di diagnosi e cura delle malattie correlate all’esposizione ad amianto; la cooperazione con i Paesi in cui l’uso dell’amianto è ancora consentito. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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