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In una nota Simone Togni, Presidente dell’ANEV ha espresso preoccupazione per il fututro del settore eolico a causa del fallimentare esito del meccanismo delle Aste al ribasso, nuovo metodo di incentivazione dell’eolico introdotto dal DM 6 luglio 2012 “Come ampiamente preventivato il livello di partenza dell’incentivo e la farraginosità del meccanismo non hanno consentito di raggiungere neppure domande sufficienti al raggiungimento del contingente. Serve una rapida assunzione di responsabilità e una conseguente modifica del meccanismo in tempi strettissimi“. I MW presentati ad asta sarebbero meno di 450 per l’on-shore il cui contingente è stato fissato in 500 MW all’anno, solo 30 MW per quanto riguarda invece l’off-shore su 650 MW di contingente per il 2013, mentre sarebbero stati presentati per gli impianti sotto soglia poco meno di 200 MW rispetto ad un contingente di 60 MW. L’ANEV segnala da mesi alle Istituzioni l’inadeguatezza delle norme introdotte dal Decreto Rinnovabili, che, si preannunciava deleterio per l’intera categoria. “Da quanto emerge si capisce che nella migliore delle ipotesi si arriverà a installare non più della metà del contingente previsto, cioè un assoluto fallimento…annunciato”. “Se il dato verrà confermato dalla pubblicazione ufficiale del GSE attesa nelle prossime settimane, significherebbe che da una media di installazioni eoliche degli ultimi cinque anni superiore ai 1.000 MW all’anno si passerebbe improvvisamente a 250 MW, con un crollo tale da significare un gravissimo rischio per il nostro settore. A questo si aggiunge inoltre la spada di Damocle rappresentata dalla Delibera dell’AEEG 281/2012 che pretende di imporre ai produttori eolici l’obbligo di fornire la previsione di produzione per gli impianti alimentati da una fonte, il vento, per definizione “non programmabile”. Alla luce di queste pessime notizie, l’ANEV auspica un intervento forte e tempestivo da parte del Governo che possa risolvere una criticità largamente prevista con il rischio di blocco degli investimenti e della produzione industriale nazionale del settore che potrebbe portare a licenziamenti e fallimenti per le numerose aziende del settore (oggi sono circa 40.000 gli addetti del settore eolico nazionale). “Come ripetutamente ed accoratamente ripetuto al Governo nei mesi scorsi, il basso livello economico e la farraginosità del meccanismo non avrebbero consentito di raggiungere neppure domande sufficienti al raggiungimento del contingente” ribadisce Simone Togni, Presidente dell’ANEV “Il meccanismo di partecipazione all’asta, infatti, prevedendo tempistiche e modalità assai complesse e articolate, fa lievitare l’onerosità del funding, determinando un aumento dei costi delle iniziative e non una loro riduzione come richiesto dal D. Lgs n. 28/11, come peraltro dimostrano le esperienze fallimentari di analoghi tentativi fatti a livello internazionale. Serve una urgente assunzione di responsabilità di questo Governo per risolvere la questione velocemente e non passare alla storia come il Governo che è riuscito a chiudere anche una delle poche industrie nazionali che funzionavano.” Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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