Fotovoltaico, al via le domande per il bonus sistemi di accumulo: quando scade e istruzioni 06/03/2023
Stop cessione del credito e sconto in fattura: le conseguenze su Superbonus e altri bonus casa 19/02/2023
Bonus Ristrutturazione al 50% su immobile in comodato d’uso: regole e consigli dell’Agenzia delle Entrate 13/02/2023
Si attaccano gli incentivi alle rinnovabili per favorire il nucleare, quando per anni i soldi sono andati per la maggior parte alle cosiddette "assimilate", cioè ai combustibili fossili e inceneritori.Greenpeace, Legambiente e WWF esprimono grave preoccupazione per le prese di posizione e strumentalizzazioni di questi giorni promossi dall'Autorità per l'Energia: si tratta di un attacco che mette in discussione il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020, che sono vincolanti.Una campagna miope e strumentale per almeno due motivi: 1) L'impatto macroeconomico e occupazionale dello sviluppo delle rinnovabili è rilevante e fa sì i maggiori costi abbiano effetti netti positivi, oltre che sull'ambiente, anche sull'economia (da 23 a 27 miliardi di euro al 2020 secondo lo studio IREX 2010); 2) Tutto il mondo sta investendo sulle rinnovabili, mentre gli investimenti sulle altre tecnologie sono in caduta libera. L'opinione dell'Autorità, che concentra i suoi sforzi per ridurre la bolletta sulle rinnovabili, senza invece essere riuscita ad eliminare l'obbrobrio delle assimilate e di altri costi,è contraddetta anche in sede europea, in particolare dalla Comunicazione della Commissione europea "Renewable Energy: Progressing towards the 2020 target", dove – nel quadro dei suggerimenti per garantire il conseguimento degli obiettivi al 2020 – a proposito dei costi delle incentivazioni testualmente si afferma che "è essenziale che tali costi siano «fuori bilancio», cioè sopportati dai consumatori di energia piuttosto che dalla fiscalità, in modo da evitare le tipiche interruzioni «stop-start» ogni qual volta i bilanci degli stati diventano più vincolati". E' evidente che in tempi di magra, legare gli incentivi alle rinnovabili, cioè all'economia del futuro, alla bolletta, garantisce dai continui tagli di bilancio che hanno rischiato di cancellare persino la defiscalizzazione del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici (e nel 2010 ne hanno modificato in peggio le modalità).Va inoltre rilevato che gli incentivi non rappresentano soltanto un costo, hanno ricadute positive in termini economici (per non parlare di quelli sociali) che alla lunga prevalgono sui costi. Su questo tema esiste una vasta letteratura internazionale, e anche istituzioni scientifiche e autorevoli società di consulenza italiane sono pervenute a conclusioni analoghe. Inoltre, quando si contrappongono alle costose rinnovabili i cicli combinati o il nucleare, nessuno ricorda quanto il loro sviluppo è costato ai contribuenti, anche per il loro legame con le ricerche per scopi militari. Gli incentivi alle rinnovabili sono l'equivalente civile di quanto hanno fatto per altre tecnologie energetiche i programmi militari e spaziali, cioè incentivi all'innovazione.Non ci si straccia le vesti, peraltro, per quanto previsto dall'articolo 17 del decreto legislativo 31/2010 (Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare): "Con decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze sono individuati gli strumenti di copertura finanziaria e assicurativa contro i rischi di ritardi nei tempi di costruzione e messa in esercizio degli impianti per motivi indipendenti dal titolare dell'autorizzazione unica, con esclusione dei rischi derivanti dai rapporti contrattuali con i fornitori".Per due reattori EPR localizzati in un sito, una simile copertura potrebbe comportare oneri fino a diversi miliardi di euro. Soldi buttati, sia perché l'energia nucleare sta diventando obsoleta, sia perché gli Italiani il nucleare non lo vogliono, sia perché comunque arriverà tardi e costerà molto, ma molto di più delle rinnovabili. Inoltre, perché l'Autorità non diffonde i dati su quanto ha pagato sinora il contribuente italiano per il nucleare? I costi del passato gravano ancora sulla nostra bolletta, ma questo non scandalizza l'Authority, e a quanto ci risulta ammontano a circa 400 milioni di euro l'anno. Gli ambientalisti notano infine chei nuclearisti, ancora una volta, non riescono a usare il linguaggio della verità: affermano di non voler essere in competizione con le rinnovabili, e poi attaccano proprio gli incentivi alle rinnovabili. Forse per coprire l'enorme danno economico, oltre che di perdita di tempo, che il nucleare rappresenterebbe per l'Italia. Greenpeace, Legambiente e WWF esprimono grave preoccupazione per le prese di posizione e strumentalizzazioni di questi giorni promossi dall'Autorità per l'Energia: si tratta di un attacco che mette in discussione il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020, che sono vincolanti.Una campagna miope e strumentale per almeno due motivi: 1) L'impatto macroeconomico e occupazionale dello sviluppo delle rinnovabili è rilevante e fa sì i maggiori costi abbiano effetti netti positivi, oltre che sull'ambiente, anche sull'economia (da 23 a 27 miliardi di euro al 2020 secondo lo studio IREX 2010); 2) Tutto il mondo sta investendo sulle rinnovabili, mentre gli investimenti sulle altre tecnologie sono in caduta libera. L'opinione dell'Autorità, che concentra i suoi sforzi per ridurre la bolletta sulle rinnovabili, senza invece essere riuscita ad eliminare l'obbrobrio delle assimilate e di altri costi,è contraddetta anche in sede europea, in particolare dalla Comunicazione della Commissione europea "Renewable Energy: Progressing towards the 2020 target", dove – nel quadro dei suggerimenti per garantire il conseguimento degli obiettivi al 2020 – a proposito dei costi delle incentivazioni testualmente si afferma che "è essenziale che tali costi siano «fuori bilancio», cioè sopportati dai consumatori di energia piuttosto che dalla fiscalità, in modo da evitare le tipiche interruzioni «stop-start» ogni qual volta i bilanci degli stati diventano più vincolati". E' evidente che in tempi di magra, legare gli incentivi alle rinnovabili, cioè all'economia del futuro, alla bolletta, garantisce dai continui tagli di bilancio che hanno rischiato di cancellare persino la defiscalizzazione del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici (e nel 2010 ne hanno modificato in peggio le modalità).Va inoltre rilevato che gli incentivi non rappresentano soltanto un costo, hanno ricadute positive in termini economici (per non parlare di quelli sociali) che alla lunga prevalgono sui costi. Su questo tema esiste una vasta letteratura internazionale, e anche istituzioni scientifiche e autorevoli società di consulenza italiane sono pervenute a conclusioni analoghe. Inoltre, quando si contrappongono alle costose rinnovabili i cicli combinati o il nucleare, nessuno ricorda quanto il loro sviluppo è costato ai contribuenti, anche per il loro legame con le ricerche per scopi militari. Gli incentivi alle rinnovabili sono l'equivalente civile di quanto hanno fatto per altre tecnologie energetiche i programmi militari e spaziali, cioè incentivi all'innovazione.Non ci si straccia le vesti, peraltro, per quanto previsto dall'articolo 17 del decreto legislativo 31/2010 (Disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare): "Con decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze sono individuati gli strumenti di copertura finanziaria e assicurativa contro i rischi di ritardi nei tempi di costruzione e messa in esercizio degli impianti per motivi indipendenti dal titolare dell'autorizzazione unica, con esclusione dei rischi derivanti dai rapporti contrattuali con i fornitori".Per due reattori EPR localizzati in un sito, una simile copertura potrebbe comportare oneri fino a diversi miliardi di euro. Soldi buttati, sia perché l'energia nucleare sta diventando obsoleta, sia perché gli Italiani il nucleare non lo vogliono, sia perché comunque arriverà tardi e costerà molto, ma molto di più delle rinnovabili. Inoltre, perché l'Autorità non diffonde i dati su quanto ha pagato sinora il contribuente italiano per il nucleare? I costi del passato gravano ancora sulla nostra bolletta, ma questo non scandalizza l'Authority, e a quanto ci risulta ammontano a circa 400 milioni di euro l'anno. Gli ambientalisti notano infine chei nuclearisti, ancora una volta, non riescono a usare il linguaggio della verità: affermano di non voler essere in competizione con le rinnovabili, e poi attaccano proprio gli incentivi alle rinnovabili. Forse per coprire l'enorme danno economico, oltre che di perdita di tempo, che il nucleare rappresenterebbe per l'Italia. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
24/03/2023 Una città resiliente per un futuro sostenibile La guida “Climate change resilience in the built environment” del World Green Building Council offre molti ...
23/03/2023 Mister Bolletta: una comunità energetica per risparmiare di più La nuova comunità energetica è nata per iniziativa di Mister Bolletta, la app gratuita che seleziona ...
22/03/2023 IPCC 2023, la sfida per contenere il surriscaldamento non è persa, ma siamo a rischio Presentato il Report di Sintesi (SYR6) dell’IPCC: necessario accelerare l'azione di adattamento ai cambiamenti climatici e ...
21/03/2023 Il verde pubblico nelle città contribuisce a ridurre i decessi Uno studio scientifico spagnolo sottolinea come il verde pubblico nelle città non sia solo elemento di ...
21/03/2023 Foreste per la salute, le minacce ai benefici del verde del Pianeta La Giornata internazionale delle Foreste è stata istituita il 21 marzo del 2012. L'obiettivo è incoraggiare ...
21/03/2023 Allarme siccità in Italia: cosa ci aspetta E' già emergenza siccità: : i segnali che arrivano da fiumi, laghi e montagne sono preoccupanti ...
20/03/2023 Mercato immobiliare: in crescita l’interesse per le case green Nel 2022 il mercato immobiliare ha registrato un +,3,5% di compravendite, cresce l'attenzione per le case ...
17/03/2023 Terna presenta nuovo Piano, investimenti a 21 miliardi per transizione e sicurezza Nel nuovo Piano di Terna anche sostenibilità delle infrastrutture, rinnovabili, digitale, una super rete Hypergrid che ...
17/03/2023 Fotovoltaico offshore: una nuova tecnologia al varo In Belgio si lavora a una soluzione tecnologica per il fotovoltaico offshore, combinabile con eolico. Ecco ...
17/03/2023 Comunità energetiche, come renderle un’occasione irripetibile: se ne parla a K.EY Il 24 marzo si terrà a K.EY un convegno organizzato da Prospecta Formazione in collaborazione con ...