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A cura di: Giorgio Pirani Indice degli argomenti Toggle Dove sono i peggioramentiI dati sulla povertà ed esclusione sociale in ItaliaLe soluzioni per l’ASviSL’importanza del Green Deal europeo Tra il 2010 e il 2023, l’Italia ha registrato un peggioramento in cinque Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) fondamentali: contrasto alla povertà, riduzione delle disuguaglianze, qualità degli ecosistemi terrestri, giustizia e istituzioni solide, e partnership globali. Anche nei settori in cui si osservano progressi, come l’energia pulita e la lotta al cambiamento climatico, gli standard richiesti restano ancora lontani. Questi i temi emersi dalla presentazione del Rapporto ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile 2024, “Coltivare ora il nostro futuro. L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”. Dove sono i peggioramenti “Gli indicatori statistici più aggiornati descrivono con chiarezza il drammatico ritardo dell’Italia su tutti i 17 obiettivi dell’Agenda Onu 2030”, precisa Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS. Oltre ai peggioramenti nei 5 obiettivi, nemmeno per gli altri va tanto bene: per sei di questi (cibo, energia pulita, lavoro e crescita economica, città sostenibili, clima e ecosistemi marini), si registrano miglioramenti molto limitati, inferiori a un punto all’anno. Miglioramenti più significativi si osservano in cinque goal, come salute, educazione, genere, acqua e innovazione, con l’unico obiettivo che supera un punto all’anno è quello relativo all’economia circolare. La situazione non migliora nemmeno per gli obiettivi definiti dalla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile 2022, approvata l’anno scorso, e gli impegni europei: secondo le previsioni elaborate in collaborazione con Prometeia, solo otto dei 37 obiettivi previsti per il 2030 (il 21,6%) sono raggiungibili, 22 (il 59,5%) non lo sono, e sette (il 18,9%) presentano un andamento incerto. I dati sulla povertà ed esclusione sociale in Italia Per fare alcuni esempi, in Italia 5,7 milioni di persone vivono in povertà assoluta, e il 22,8% della popolazione è a rischio di esclusione sociale. Il divario economico ha raggiunto livelli insostenibili: il 5% delle famiglie più ricche possiede metà della ricchezza totale, mentre la metà più povera si divide appena l’8%. “L’evidente insostenibilità dello sviluppo italiano dovrebbe dar vita ad un grande dibattito politico, pubblico e culturale su come cambiare questa condizione, coerentemente con gli impegni internazionali sottoscritti dal nostro Paese, e assicurare benessere diffuso per tutte e per tutti, in equilibrio con il nostro pianeta, per noi e per le generazioni future”. Anche sul fronte ambientale, l’Italia si trova in una situazione di crisi. L’aumento delle temperature avviene a un ritmo doppio rispetto alla media globale, con conseguenze evidenti, mentre gli ecosistemi, in particolare quelli terrestri, continuano a degradarsi, anche a causa di una cementificazione che minaccia l’integrità dei territori. Le soluzioni per l’ASviS Cosa si può fare, quindi, per invertire queste tendenze? Il rapporto propone diverse azioni, sia a livello sistemico che specifico. Innanzitutto, è fondamentale attuare la Strategia nazionale di sviluppo sostenibile 2022, approvata l’anno scorso e poi trascurata, che prevede, tra l’altro, che il governo si doti di un programma per garantire la coerenza delle politiche necessarie al raggiungimento degli SDGs. L’ASviS propone anche l’adozione di una Legge sul clima che promuova le energie rinnovabili e favorisca la graduale eliminazione dei combustibili fossili. Un obiettivo che per l’Alleanza non è solo un obbligo nei confronti dell’Unione Europea, ma un passo verso una visione di lungo periodo che consideri anche la giustizia intergenerazionale. La recente modifica della Costituzione, voluta dall’ASviS, ha inserito tra i compiti della Repubblica la tutela dell’ambiente, degli ecosistemi e della biodiversità, anche in considerazione delle generazioni future, stabilendo che l’attività economica non deve danneggiare la salute e l’ambiente. Inoltre, la recente sentenza della Corte costituzionale n. 105/2024 rafforza questo principio, affermando che la protezione dell’ambiente deve essere un valore cui l’economia deve conformarsi. L’importanza del Green Deal europeo Di fronte a questa sfida, per l’ASviS il Green Deal europeo resta un pilastro fondamentale, con l’Alleanza che chiede che la Commissione presenti una proposta legislativa per ridurre, entro il 2040, del 90% le emissioni di gas serra rispetto al 1990. Tuttavia, come evidenziato dai Rapporti Letta e Draghi, per soddisfare i fabbisogni di finanziamento legati al Green Deal europeo, alla transizione digitale, al ripristino della competitività, al completamento del Mercato interno, allo sviluppo e alla resilienza delle infrastrutture, agli investimenti nel capitale umano e alla tutela dei diritti sociali, “vanno superate le barriere legate alla limitata dimensione del mercato europeo dei capitali privati e del bilancio dell’UE. Quest’ultimo va ampliato per garantire finanziamenti sufficienti e sostenibili per le priorità comuni, superando visioni nazionaliste miopi e totalmente “ideologiche”, spiega l’ASviS nel report. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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