Allarme cambiamento climatico: è stato il secondo marzo più caldo di sempre

Il cambiamento climatico non dà tregua e il processo di surriscaldamento globale, ormai inarrestabile, segna il secondo marzo più caldo della storia e il raggiungimento del secondo livello più basso per estensione del ghiaccio marino antartico. A rivelarlo è il Copernicus Climate Change Service.

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Allarme cambiamento climatico: è stato il secondo marzo più caldo di sempre
Anomalia della temperatura superficiale dell’aria per il mese di marzo 2023 rispetto alla media di marzo per il periodo compreso tra il 1991 e il 2020. Fonte dei dati: ERA5. Credit – Copernicus Climate Change Service/ECMWF

Secondo l’ultimo bollettino climatico di Copernicus, realizzato in collaborazione con il centro europeo per le previsioni meteorologiche sulla base di analisi generate mediante miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche di tutto il mondo, il mese scorso è stato il secondo marzo più caldo di sempre.

Questi bollettini climatici vengono pubblicati mensilmente e riportano i cambiamenti registrati globalmente nella temperatura superficiale dell’aria, nella copertura del ghiaccio marino e nelle variabili idrologiche, offrendo una chiara visione di come il processo di surriscaldamento stia continuando ad avanzare.

Marzo 2023, il secondo più caldo di sempre

Il mese di marzo 2023 è stato interessato da temperature dell’aria superiori alla media in Europa meridionale e centrale e inferiori alla media in Europa settentrionale, aggiudicandosi il titolo di secondo marzo più caldo di sempre a livello globale.

Sono state registrate temperature significativamente superiori alla media in una vasta fascia del Nord Africa, della Russia sud-occidentale e nella maggior parte dell’Asia, con nuovi record di temperature elevate.

Temperature al di sopra della media sono state registrate anche nell’area nord-orientale del Nord America, in Argentina e nei Paesi limitrofi, in gran parte dell’Australia e nell’Antartide costiera; mentre sono state registrate temperature molto inferiori alla media nelle aree occidentali e centrali del Nord America.

Cala l’estensione del ghiaccio marino

A subire le conseguenze del cambiamento climatico anche l’estensione del ghiaccio marino antartico che nel mese di marzo è stata la seconda più bassa di sempre, del 28% al di sotto della media.

Una situazione allarmante che ha visto tutti i settori dell’Oceano Meridionale caratterizzati da concentrazioni di ghiaccio marino inferiori alla media, con un’estensione del ghiaccio marino artico del 4% al di sotto della media.

Di contro, le concentrazioni di ghiaccio marino del Mare di Groenlandia sono state di molto superiori alla media.

Samantha Burgess, Vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S), ha affermato: “Dopo il record minimo per estensione registrato nel mese di febbraio, il ghiaccio marino antartico ha raggiunto la seconda più bassa estensione di marzo nell’arco di 45 anni di dati satellitari, prolungando la tendenza a lungo termine alla riduzione del ghiaccio marino nelle regioni polari. Il monitoraggio climatico è essenziale per comprendere questi cambiamenti repentini e tuttora in corso in entrambi i poli”.

La contrazione dei ghiacci di marzo 2023

Estensione ghiaccio
Credit: Copernicus Climate Change Service/ECMWF

L’immagine mostra a sinistra la concentrazione media di ghiaccio marino antartico per il mese di marzo 2023, con una linea arancione ad indicare il limite climatologico del ghiaccio marino per il mese di marzo nel periodo compreso tra il 1991 e il 2020.

La parte di destra, invece, rappresenta le anomalie della concentrazione di ghiaccio marino antartico per il mese di marzo 2023 rispetto alla media del mese di marzo per il periodo compreso tra il 1991 e il 2020.

Le condizioni idrologiche di marzo 2023

Oltra alle anomalie relative alla temperatura e all’estensione del ghiaccio sono state prese in esame anche le condizioni idrologiche, registrando un tasso di umidità dell’aria superiore alla media nello scorso marzo in una fascia che si estende dalla zona occidentale a quella nord-orientale dell’Europa settentrionale e in Turchia.

Tra le regioni che hanno registrato condizioni più secche della media troviamo la maggior parte della Penisola Iberica, le cui condizioni metereologiche hanno scatenato incendi boschivi, l’Arco Alpino, parti dell’Europa Centrale, i Balcani Orientali e la costa Nord-Occidentale del Mar Caspio.

Sono stati registrati livelli di umidità superiori alla media in alcune zone degli Stati Uniti, in diverse regioni dell’Asia, nel Corno d’Africa, in Nuova Zelanda, nell’Australia Settentrionale, in buona parte dell’Africa Meridionale e in Brasile. Questa situazione ha causato in molte regioni forti precipitazioni che hanno provocato inondazioni.

Sono state registrate, poi, condizioni più secche della media in Argentina, che ha vissuto una persistente siccità, nell’Australia Meridionale, nell’Africa Sud-Occidentale e in alcune parti dell’Asia.

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