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La Conferenza Stato-Regioni, lo scorso 22 febbraio, ha approvato lo schema di decreto sul 'burden sharing', ovvero sulla ripartizione tra le Regioni e le Province autonome della quota minima di incremento dell'energia prodotta con fonti rinnovabili. Il decreto per la ripartizione degli obiettivi rinnovabili al 2020, così come previsto dall'articolo 37, comma 6, del D.Lgs 28/2011, potrà quindi essere definitivamente approvato dalMinistro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, e dell'Ambiente, Corrado Clini. Il presidente di ISES ITALIA GB. Zorzoli ha sottolineato "L'intesa raggiunta dalla Conferenza Stato-Regioni sullo schema di decreto concernente il burden sharing prelude finalmente, dopo un'attesa durata quasi sei anni, all'operatività di uno strumento la cui mancanza ha indubbiamente ritardato lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro paese. Ci attendiamo ora un'implementazione tempestiva del provvedimento da parte dei ministeri interessati e delle regioni, nonché una sua rigorosa applicazione senza deroghe o sanatorie."Ricordiamo che la direttiva europea 2009/28/CE, stasbilisce che entro il 2020 l'Italia utilizzi almeno il 17% di energia da fonti rinnovabili sul totale del consumo energetico nazionale lordo comprendente quindi non solo l'elettricità, ma anche l'energia termica e quella per i trasporti. Attualmente siamo all'8,3% e la percentuale che manca è stata appunto suddivisa tra le varie amministrazioni regionali. Il contributo maggiore in termini assoluti spetta alla Valle d'Aosta, che dovrà utilizzare il 52% di energia da fonti pulite. Seguono le Province di Trento e Bolzano, rispettivamente con il 36,5% e il 35,5% e il Molise, che dovrà invece raggiungere il 35% entro il 2020. Si tratta di regioni e province abbastanza vicine ai rispettivi target e che quindi dovranno crescere ancora poco.La crescita maggiore, secondo il provvedimento, dovrà avvenire in Basilicata, con il passaggio dal 7,9% attuale al 33% di energia da rinnovabili. Il Decreto, a seguito dell'intesa raggiunta, otre ad indicare gli obiettivi per singola regione, fornisce gli strumenti di intervento in caso di inadempimento, prevedendo anche il commissariamento delle amministrazioni regionali che non raggiungono gli obiettivi. Le amministrazioni regionali avranno tempo 3 mesi, dall'entrata in vigore del testo, per il raggiungere gli obiettivi indicati nei rispettivi piani energetici regionali. L'ANEV accoglie con soddisfazione la notizia ed auspica che partendo dal provvedimento approvato si possa fare un passo verso la stabilità e la certezza della normativa e si possa garantire maggiore responsabilizzazione per le Regioni che dovranno concretamente individuare strumenti per lo sviluppo delle energie rinnovabili al fine di raggiungere gli obiettivi individuati. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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