Corrono gli investimenti nelle rinnovabili ma ancora troppi stop su autorizzazioni

Il quadro disegnato dallIrex annual report 2022, lo studio di Althesys. A fronte di 264 nuovi progetti eolici e fotovoltaici utility scale, 188 sono ancora in corso di autorizzazione. Stiamo vivendo una congiuntura del settore energia nel quale dovranno convivere le esigenze del quotidiano con gli scenari futuri che lUe ha delineato” di fronte “alla necessità di dotare di forniture energetiche sicure famiglie e imprese, peraltro già in crisi per la mancanza di materie prime, differenziando gli approvvigionamenti”.

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Corrono investimenti nelle rinnovabili ma ancora troppi stop su autorizzazioni

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Corrono gli investimenti delle imprese italiane delle rinnovabili nel 2021. Corrono talmente veloce che non si è poi così lontani da quei 20 Gigawatt (GW) in tre anni richiesti dal settore. Stiamo parlando di investimenti previsti per 13,5 miliardi con un balzo del 48% rispetto al 2020, per una potenza di quasi 15 GW (+37%), a fronte di oltre 400 operazioni (+72%). Ma resta lenta la procedura di autorizzazione: “Su 264 nuovi progetti eolici e fotovoltaici di scala industriale, ben 188 (oltre il 70%) risultavano ancora fermi al palo”. E’ il quadro disegnato dall’Irex annual report 2022, lo studio di Althesys (la società di consulenza strategica ambientale) – presentato dall’economista Alessandro Marangoni nel corso dell’evento ‘Il futuro dell’energia, tra le incertezze di oggi e gli scenari di domani’ – che dal 2008 monitora il settore delle rinnovabili, analizza le strategie e delinea le tendenze future.

Il momento dell’energia

“Stiamo vivendo una congiuntura del settore energia – osserva Marangoni – nel quale dovranno convivere le esigenze del quotidiano con gli scenari futuri che l’Ue ha delineato: da un lato la necessità di dotare di forniture energetiche sicure famiglie e imprese, peraltro già in crisi per la mancanza di materie prime, differenziando gli approvvigionamenti; al contempo, dobbiamo liberare il potenziale delle rinnovabili che, finalmente, dovranno crescere a tutta velocità. L’aumento di capacità rinnovabile registrata – spiega l’economista – è in buona parte ancora sulla carta e, se messa a terra, dimostrerebbe che, con meno freni e ostacoli, si potrebbero realmente raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di supply security”.

Corsa agli investimenti

Secondo il rapporto gli investimenti non sono mai stati così attraenti: i margini sono quasi raddoppiati in un anno, anche grazie alla corsa dei prezzi energetici. Per le aziende delle rinnovabili, il 2021 è stato un anno di forte ripresa post-pandemia. I dati parlano chiaro: oltre 430 operazioni (+72% rispetto all’anno precedente), ma soprattutto 14,9 GW di potenza (+37%) e 13,5 miliardi di valore (+48%).

Il fotovoltaico resta primo tra le tecnologie, con 8,4 GW e oltre 6 miliardi di euro. Scende, invece, l’eolico. Le operazioni di crescita organica sono l’81% del totale per 10,6 GW  e 8,2 miliardi. La crescita per linee esterne copre il 28%, con 4,7 miliardi contro i 3,8 del 2020. Anche il mercato mobiliare registra questa corsa: l’Irex Index, l’indice dei titoli delle pure renewable italiane, è salito del 110% in un anno.

La questione autorizzazioni

Questa vitalità è solo l’avvio della cosiddetta messa a terra. Qui inizia qualche mal di pancia, dato che in Italia solo il 30% dei progetti è già autorizzato. A fronte di 264 nuovi progetti eolici e fotovoltaici utility scale censiti nel 2021, ben 188 (oltre il 70%) risultavano ancora in corso di autorizzazione.

Corsa agli investimenti nelle rinnovabili ma troppi stop burocratici
La situazione è ancora peggiore se si considerano le dimensioni delle iniziative, delle quali solo il 18% ha ricevuto il via libera: poco più di 1,4 GW autorizzati contro gli 8,2 GW in attesa. Nel fotovoltaico, a fronte di 60 impianti autorizzati, ce n’è quasi il triplo in attesa: 169 progetti. Le installazioni fotovoltaiche utility scale in via di autorizzazione in Italia valgono oltre 4,3 GW.

Nell’eolico on-shore, a fronte di circa 300 MW (Megawatt) autorizzati, 1,2 GW sono in stand-by burocratico. In questo panorama nel 2021 sono state annunciate diverse nuove pipeline di progetti in sviluppo, per un totale di 1,5 GW circa tra eolico e fotovoltaico.

La crescita

Nonostante i rischi derivanti dall’iter autorizzativo, investire nelle rinnovabili piace sempre di più. Tanto che eolico e fotovoltaico sono sempre più competitivi e profittevoli, complici gli obiettivi europei al 2030, la crisi in Ucraina e, soprattutto, l’impennata dei prezzi elettrici.

Nel 2021 il valore del costo medio per unità di elettricità generata per l’eolica on-shore in Europa si attesta a 48,3 euro per Megawattora (MWh), in crescita (+13,4%) per la prima volta rispetto all’anno precedente. Anche i ricavi sono però saliti (64,5 euro per MWh medio, a +23% sul 2020), rendendo più profittevoli gli investimenti. Stessa cosa per l’eolico off-shore.

Nel fotovoltaico gli impianti commerciali hanno un LCOE medio di 76,4 €/MWh e un LEOE di 85,5 (+11,9% la differenza), mentre quelli di taglia industriale hanno un LCOE di 60,3 €/MWh e un LEOE di 61,6. A seguito dell’aumento dei ricavi, la marginalità passa dal 7-9% del 2020 al 13-15% del 2021. Lo sviluppo dell’agri-voltaico è forse la vera novità del 2021: nonostante un costo medio superiore di circa il 16% rispetto agli impianti tradizionali, la redditività rimane positiva e soluzioni innovative consentono sinergie tra attività agricola ed energetica.

Il sistema e le infrastrutture

Elementi strategici per lo sviluppo delle rinnovabili sono anche le infrastrutture di rete e gli accumuli, che consentono di mantenere adeguato e in sicurezza il sistema elettrico, malgrado il crescente allaccio di impianti rinnovabili. La strategia di lungo termine del governo in materia di decarbonizzazione deve affrontare le criticità derivanti dalla riduzione delle forniture gas dalla Russia e quelle sulla tempistica del phase-out del carbone, che potrebbe impattare sulla supply security. Nel medio-lungo termine un contributo significativo dovrà pertanto arrivare dallo storage e dai sistemi di demand response: le risorse flessibili saranno cruciali per assicurare l’adeguatezza a scendere del sistema, a fronte di una sensibile crescita delle fonti rinnovabili non programmabili. L’altro grande trend, in tutta Europa, è lo sviluppo dell’idrogeno verde, che resta però una scommessa, con una sostenibilità economica non scontata nonostante il mutato scenario energetico.

I progetti

In Europa sono 211 le iniziative mappate dallo studio e oltre 200 le imprese coinvolte, di cui 38 Utility, 10 Oil&Gas e 7 TSO. A oggi, solo il 12% dei progetti ha però concrete possibilità di entrare in esercizio; su 80 GW di capacità progettata, quelli certi sono 1,2 GW.

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