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Il rapporto Climatescope 2014, recentemente pubblicato e realizzato da Bloomberg New Agency Finance, evidenzia che i Paesi in via di sviluppo rappresentano una quota sempre più importante nel mercato degli investimenti in rinnovabili. Il rapporto che ha analizzato gli investimenti e le politiche di sostegno alle energie rinnovabili in 55 Paesi emergenti di Africa, Asia, America Latina e Caraibi, dimostra che la capacità di produrre energia pulita aumenta in modo molto più rapido nei paesi in via di sviluppo piuttosto che nelle nazioni più ricche. I primi, infatti, hanno più che raddoppiato la loro capacità di produrre energia, arrivando fino a quota 142 GW. C’è stato, sottolinea il Rapporto, un tasso di crescita del 143%contro l’84% dei ricchi paesi occidentali. Questo accade perché nei Paesi più poveri gran parte della popolazione non ha accesso all’energia, e l’avvento delle tecnologie rinnovabili permette che in maniera economica e veloce anche le aree più isolate possano avere energia. Nel Rapporto è stata anche stilata una classifica, elaborata su 54 indicatori, tra cui le politiche di investimenti in energia pulita e le condizioni di mercato. A guidare la classifica è la Cina: Pechino si piazza al primo posto non solo come il Paese con la maggior capacità di produzione di energia eolica e solare al mondo, ma anche come la nazione che ne richiede di più. In seconda posizione il Brasile, seguito dal Sudafrica. Nella top ten anche Kenya e Uganda, che hanno promosso programmi a sostegno delle rinnovabili. Il posizionamento di un paese dipende da vari fattori: il quadro di riferimento, infatti le politiche più forti sono capaci di attrarre maggiori investimenti in energia pulita, le politiche di investimento in energia pulita, le condizioni di mercato, il numero e la composizione delle imprese locali che operano nel settore dell’energia pulita; l’impegno verso la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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