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Althesys ha anticipato alcuni dati dell’Irex Annual Report: a causa del coronavirus e del blocco delle attività produttive il settore elettrico a fine 2020 potrebbe registrare una perdita di 5 miliardi. Le rinnovabili potrebbero coprire il 42% del fabbisogno energetico Il lock down imposto dall’emergenza coronavirus ha bloccato l’economia e i consumi elettrici, da metà marzo, si sono ridotti di più del 20% a causa della chiusura delle attività produttive. E’ quanto emerge dal documento pubblicato da Althesys – la società di consulenza per il mercato elettrico, le rinnovabili, l’ambiente e le utility – che anticipa alcuni dei dati dell’Irex Annual Report e stima una possibile perdita a fine 2020 di 5 miliardi di valore della produzione elettrica, pari al 31% del valore complessivo, con un calo del 6% rispetto al 2019. Le previsioni parlano di 302 miliardi di chilowattora per il 2020, che significa tornare ai livelli dei consumi del 2001. La buona notizia è che in questo scenario le rinnovabili sono favorite grazie alla loro priorità di dispacciamento e potrebbero arrivare a coprire il il 42% del fabbisogno nazionale, in crescita rispetto al 40% del 2019. Viceversa a patire maggiornamente saranno i produttori termoelettrici da fonti fossili come gas e carbone e tutto l’indotto tra cui i rivenditori di energia, trader e retailer. Per quanto riguarda la produzione da fonti rinnovabili, il modello NET di Althesys stima per il 2020 un calo del 3% rispetto all’anno precedente, arrivando a 111 miliardi di chilowattora, a causa soprattutto del – 8% previsto per l’eolico e -5% dell’idroelettrico. Alessandro Marangoni, ceo di Althesys è ottimista rispetto alla tenuta del sistema una volta terminato il lock down “L’analisi degli investimenti e delle M&A nelle rinnovabili dell’IREX Annual Report 2020 lascia ben sperare. I numeri delle imprese italiane sono in crescita, sia in Italia che all’estero, e numerosi sono i progetti in itinere e che potranno svilupparsi nei prossimi mesi. Anche il sistema elettrico, al di là della temporanea riduzione della domanda, potrebbe uscirne senza dover perdere asset strategici e con la prospettiva di una pronta ripresa”. Secondo l’analisi di Althesys non vi sono particolari rischi sugli investimenti del settore a medio/lungo termine, mentre preoccupano gli investimenti a breve termine, come ad esempio la riattivazione di impianti termoelettrici attualmente fermi. In ogni caso non è in pericolo la sicurezza e l’equilibrio del sistema energetico, il cui rischio maggiore è il basso carico, che nella prima domenica di aprile ha toccato il suo minimo annuale a 9,20 GW. Le centrali termoelettriche a causa dei bassi consumi possono infatti fermarsi con il rischio di possibili difficoltà in caso di necessità a causa delle discontinuità delle rinnovabili. Ma fino ad oggi non ci sono stati problemi di questo genere. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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