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Il Decreto di cui sta girando una Bozza, prevede 7 bandi organizzati in tre diversi gruppi e include incentivi anche per il fotovoltaico In un delicato momento di passaggio per la politica italiana e di grande incertezza, è stata finalmente pubblicata la bozza del Decreto rinnovabili elettriche, per il sostegno nel periodo 2018-2020 alla produzione di energia elettrica dagli impianti alimentati a fonti rinnovabili. La bozza è stata ora inviata per approvazione all’Autorità per l’Energia, Arera, e alla Conferenza Unificata delle Regioni e deve avere anche il parere positivo da parte della Commissione Europea. L’obiettivo del decreto è quello di sostenere la produzione delle rinnovabili elettriche nell’arco del triennio attraverso “la definizione di incentivi e modalità di accesso che promuovano l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità degli oneri di incentivazione in misura adeguata al perseguimento degli obiettivi nazionali e con modalità conformi alle linee guida in materia di aiuti di Stato per l’energia e l’ambiente ddefinite dalla Commissione europea”. Quali impianti accedono agli incentivi Possono accedere agli incentivi i progetti selezionati per l’iscrizione ai registri che rientrino nelle seguenti categorie: impianti di nuova costruzione, completamente ricostruiti e riattivati di potenza inferiore a 1 MW; impianti oggetto di un intervento di potenziamento nel caso in cui la differenza tra il valore della potenza dopo l’intervento e quello della potenza prima dell’intervento sia inferiore a 1 MW impianti oggetto di rifacimento di potenza inferiore a 1 MW E’ possibile accedere agli incentivi anche attraverso aste al ribasso, se la potenza degli impianti è superiore di 1 MW. Nella bozza si legge che “L’erogazione degli incentivi è sospesa nelle ore in cui si registrano prezzi finali orari pari a zero per un periodo superiore a 6 ore di seguito”. Per la prima volta sono introdotte le procedure d’asta neutre, ovvero mettendo in competizione le tecnologie, per cui il GSE pubblicherà i bandi relativi a procedure d’asta e registro secondo precise scadenze. I bandi sono organizzati in 3 gruppi: 1) impianti eolici impianti fotovoltaici Con un totale di 580 MW per l’iscrizione ai registri e 4.800 MW per le aste al ribasso e considerando alcuni criteri di prioorità per le offerte per impianti realizzati su discariche esaurite, cave e miniere esaurite, aree di pertinenza di discariche e siti contaminati. 2) impianti idroelettrici impianti geotermoelettrici impianti di gas residuati dei processi di depurazione impianti alimentati da gas di discarica: realizzati su discariche esaurite Con un totale di potenza di 140 MW per i registri e 245 MW per le aste. 3) impianti oggetto di rifacimento totale o parziale e rientranti nelle tipologie di cui al gruppo impianti eolici, impianti idroelettrici e geotermoelettrici, a patto che gli impianti siano in esercizio da almeno due terzi della loro vita utile e non ricevano già incentivi al momento della domanda. Con un totale di 70 MW per i registri 490 MW per le aste. Un altro obiettivo del decreto è quello della razionalizzazione degli interventi, per evitare che gli impianti siano realizzati nelle stesse zone in cui sono già inserite FER non programmabili connesse in rete, gli operatori dovranno informare il GSE su quali siano le zone critiche indicando l’ulteriore capacità produttiva massima che può essere aggiunta alla rete. Per poter meglio spiegare gli elementi principali del nuovo decreto, ITALIA SOLARE organizza un seminario GRATUITO di approfondimento il 16 marzo a Milano in occasione di Mostra Convegno Expocomfort, nell’area Conference & Business del Padiglione 2. Tra le prime reazioni Legambiente in un comunicato stampa sottolinea il grave ritardo con cui è stato presentato il Decreto e chiede al Ministro dello Sviluppo Economico Calenda di accogliere le proposte di modifica delle associazioni delle fonti rinnovabili, per arrivare a una rapida approvazione. “Ma soprattutto – commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente – è indispensabile aprire finalmente le porte all’autoproduzione e distribuzione locale di energia da fonti rinnovabili, ancora bloccata da assurde barriere, indispensabile per permettere a famiglie e imprese di beneficiare appieno di un modello distribuito da fonti pulite”. L’associazione ambientalista mostra inoltre qualche perplessità visto che sono previsti incentivi per il fotovoltaico anche in siti contaminati, discariche e cave esaurite senza che vi sia alcun obbligo di bonifica o di recupero delle aree. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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