Edilizia efficiente grazie a economia circolare e riciclo

Economia circolare e riciclo sono la chiave per il futuro delle costruzioni. Il rapporto di Legambiente.

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L’economia circolare rappresenta una reale opportunità per la crescita del settore dell’edilizia, perchè possa uscire dalla devastante crisi degli ultimi 9 anni, spingendo il riciclo dei materiali e riducendo l’impatto ambientale.

Il recente Rapporto dell’Osservatorio Recycle pubblicato da Legambiente “L’economia circolare nel settore delle costruzioni” racconta le innovazioni che interessano il settore edile e le filiere dei materiali che sono in grado di aumentare il recupero dei rifiuti e di spingere il loro riciclo ed il riutilizzo. Si tratta di un processo già iniziato e sostenuto dalla Direttiva 2008/98/CE, che prevede che al 2020 si raggiunga un obiettivo pari al 70% del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione.

Anche nel nostro paese sono sempre di più i cantieri dove queste buone pratiche esistono, garantendo anche un’opportunità economica, visto che i materiali da riciclo sono ormai in grado di competere sul piano tecnico e del prezzo.

Senza dimenticare l’impatto postivo dal punto di vista ambientale, legato alla riduzione dei materiali estratti dalle cave con una forte spinta al riutilizzo di rifiuti aggregati e inerti provenienti dal riciclo, e alle regole di tutela del paesaggio e gestione delle attività.

Legambiente segnala però che accanto a questa grande opportunità ambientale, occupazionale ed economica, i processi nel nostro paese sono ancora troppo lenti e le imprese che in questi anni hanno investito in ricerca e sviluppo su materiali e aggregati provenienti dal riciclo si trovano di fronte a barriere normative spesso insuperabili, con il rischio di sprecare un’opportunità di crescita. “La conseguenza sarebbe davvero devastante per l’ambiente sia in termini diretti – cave aperte e materiali di origine fossile – che indiretti perché si sarebbe costretti a spendere per smaltire rifiuti provenienti da fonderie e da demolizione”.

Secondo Legambiente è necessario aiutare le aziende a gestire il processo di demolizione selettiva degli inerti, eliminando le barriere, semplificando gli obblighi e agevolando questo processo: ogni anno vengono prodotte quasi 40 milioni di tonnellate di rifiuti inerti e che la capacità di recupero sfiora a mala pena il 10%, anche se con differenze significative tra Regione e Regione.

Legambiente invita i Ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture a introdurre criteri ambientali minimi per i cantieri delle opere pubbliche, ma anche di percentuali minime per l’utilizzo di materiali provenienti dal riciclo nelle infrastrutture e in edilizia.

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