Arriva la Carta delle aree per il deposito di rifiuti nucleari, 67 siti possibili in 7 Regioni 08/01/2021
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha aperto la consultazione pubblica sullo schema del "Secondo Piano di Azione Nazionale per l'Efficienza Energetica", finalizzata a raccogliere commenti e suggerimenti prima dell'elaborazione e dell'approvazione definitive del testo.Il documento deriva da una proposta dell'ENEA (Obiettivo Efficienza Energetica) e tiene conto delle prime osservazioni formulate nell'ambito di un gruppo di lavoro paritetico che ha coinvolto le Amministrazioni centrali e le Regioni. Il Piano, previsto dalla Direttiva Europea 2006/32/CE, sarà approvato dal Ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'Ambiente, d'intesa con la Conferenza Stato Regioni Province autonome. Successivamente all'approvazione il Piano sarà trasmesso alla Commissione europea. Il primo Piano d'Azione Nazionale per l'Efficienza Energetica (PAEE), presentato a luglio del 2007 in ottemperanza della Direttiva 2006/32/CE, ha individuato gli orientamenti che il Governo Italiano ha inteso perseguire per il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento dell'efficienza energetica e dei servizi energetici.l Piano d'Azione Europeo per l'Efficienza Energetica 2011 rimarca il ruolo dell'efficienza energetica come strumento imprescindibile di riduzione dei consumi nell'ambito dei Paesi Membri, nel raggiungimento dell'obiettivo più ambizioso del -20% al 2020 e al fine di avviare un uso efficiente delle risorse.In parallelo, il Piano d'Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili (PAN), emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Ministero dell'Ambiente, in recepimento della Direttiva 2009/28/CE, fornisce ulteriori indicazioni a favore dell'efficienza energetica, come presupposto indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi in materia di energie rinnovabili e riduzione della CO2, inducendo quindi a valutare l'attuazione della Direttiva 2006/32/CE in un contesto strategico anche al di fuori del proprio ambito settoriale. In effetti, la riduzione del consumo finale lordo di energia al 2020, conseguita mediante programmi e misure di miglioramento dell'efficienza energetica, agevolerà il conseguimento efficiente dell'obiettivo di produzione di energia da fonti rinnovabili.In tal senso il PAEE 2011 pone le basi per la predisposizione di una pianificazione strategica delle misure di efficienza energetica e di reporting su tutti i risparmi, non solo in energia finale. Il PAEE 2011, spiega il Ministero in un Documento – intende dare seguito in modo coerente e continuativo ad azioni ed iniziative già previste nel primo PAEE2007 e si propone di presentare proposte di medio-lungo termine con il sostegno di scenari innovativi.Nel secondo PAEE2011 vengono illustrati i risultati conseguiti al 2010 e aggiornate le misure di efficienza energetica da adottare per il conseguimento dell'obiettivo generale al 2016, che viene mantenuto pari al 9,6%.Oltre alle misure relative ai Certificati Bianchi (o Titoli di Efficienza Energetica) e agli incentivi agli interventi di efficientamento energetico in edilizia, sono considerati anche gli effetti del D. Lgs. 192/2005, che recepisce la direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico in edilizia. Questo decreto ha apportato forti novità, rispetto al quadro legislativo preesistente, nella metodologia progettuale, nelle prescrizioni minime e nell'ispezione degli impianti oltre ad aver introdotto la certificazione energetica degli edifici. Il decreto, già autosufficiente per la parte relativa alla climatizzazione invernale, prevedeva anche provvedimenti attuativi, tra i quali risultano emanate le seguenti norme: il decreto del Presidente della Repubblica del 2 aprile 2009, n. 59 e il decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del 26 giugno 2009 relativi alle Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici. L'articolazione del PAEE 2011 è stata sostanzialmente mantenuta inalterata rispetto al PAEE 2007 a parte qualche modifica rivolta all'ottimizzazione delle misure di efficienza energetica, dei relativi meccanismi di incentivazione e in qualche caso, alla revisione della metodologia di calcolo.La Direttiva 2006/32/CE stabilisce che gli Stati Membri devono redigere un Piano d'Azione per l'Efficienza Energetica che mira a conseguire un obiettivo nazionale indicativo globale di risparmio energetico al 2016, pari al 9 % per il nono anno di applicazione, da conseguire tramite servizi energetici e altre misure di miglioramento dell'efficienza energetica. Per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi di risparmio d'energia primaria al 2020, stabiliti dal "pacchetto Energia" dell'Unione Europea, il secondo Piano, come richiesto dalla Commissione Europea, si indirizza anche verso il raggiungimento del target della riduzione del 20% della domanda di energia primaria al 2020, anche se per il raggiungimento di un obiettivo così ambizioso, ulteriori sforzi devono essere messi in campo. Le osservazioni possono essere inviate entro il 15 luglio alla casella di posta elettronica: piano.efficienza.energetica@sviluppoeconomico.gov.it Piano d’Azione Italiano per l’Efficienza Energetica 2011 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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