Emergenza gas, risparmio e consumi: il piano del MITE

Per arginare l’emergenza del gas e il rischio di una possibile interruzione dei flussi dalla Russia, il Mite ha presentato un Piano che prevede un risparmio di oltre 5 miliardi di metri cubi di gas quest’inverno, cercando di scongiurare un eccessivo svuotamento degli stoccaggi nazionali, con l’obiettivo nel medio termine di diventare più indipendenti dal gas russo, limitare l’uso di gas naturale e massimizzare la produzione da rinnovabili. Meno ore di accensione del riscaldamento e a 17/19 °C

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Emergenza gas, risparmio e consumi: il piano del MITE

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La guerra tra Russia e Ucraina e le minacce di Putin all’Europa e all’Italia hanno reso urgente pensare a delle misure per contrastare l’aumento dei prezzi e il rischio di blocco dei flussi di gas, garantendo contemporaneamente la sicurezza degli approvvigionamenti nazionali.

Il Mite, in linea con il Regolamento (UE) 2022/1369 del 5 agosto 2022 che chiede agli stati membri di adottare, fra il 1° agosto 2022 e il 31 marzo 2023, misure volte a ridurre i consumi nazionali di gas di almeno il 15% rispetto alla media dello stesso periodo nei cinque anni precedenti, ha presentato il “Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas“. Per il prossimo inverno il Piano propone le misure per risparmiare gas escludendo l’eccessivo svuotamento degli stoccaggi nazionali (il DL 1° marzo 2022, n. 17 ha definito un obiettivo di giacenza degli stoccaggi del 90%), diversificando i paesi di importazione e cercando di aumentare la produzione nazionale, che oggi si attesta a a 3 miliardi di Smc; mentre nel medio termine si pone l’obiettivo di ridurre la nostra dipendenza dalla Russia e lo stesso uso del gas naturale. Per capire l’importanza di una strategia nazionale energetica basti pensare che nel 2021 il 40% del nostro fabbisogno nazionale di gas naturale è stato coperto proprio dalla Russia.

Emergenza gas, risparmio e consumi: il piano del MITE

Per diversificare l’approvvigionamento bisogna intervenire anche sulle infrastrutture che non sono al momento sufficienti considerando che i rigassificatori esistenti sono già utilizzati al massimo. Il Governo intende realizzare entro il 2024 almeno due nuove strutture galleggianti, più veloci da realizzare e “più coerenti con la politica di decarbonizzazione del sistema energetico, che rimane la priorità generale della politica di diversificazione“.

Grazie a queste iniziative entro il 2025 l’Italia riuscirà a sostituire “30 miliardi di Smc di gas russo con circa 25 miliardi di Smc di gas di diversa provenienza, colmando la differenza con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica“.

Il ruolo delle rinnovabili

Naturalmente per la riduzione della domanda di gas e delle emissioni e coerentemente con gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, sarà fondamentale la parallela crescita delle energie rinnovabili offshore e onshore che dal 2023 dovrebbero raggiungere gli 8 GW l’anno. Gli ultimi dati relativi alle autorizzazioni rilasciate e alle aste fanno ben sperare: si parla di +9,3 GW tra 2022 e 2023, di cui 7 GW tra gennaio 2022 e marzo 2023, a fronte di meno di 1 GW/anno degli anni scorsi.

Il ruolo delle rinnovabili per risolvere l'emergenza gas

Sono interessanti le previsioni di crescita anche del biometano, con un potenziale di circa 2,5 miliardi di Smc al 2026 e dell’idrogeno.

Più carbone per affrontare l’emergenza

Attualmente, a causa della scarsa produzione degli impianti idroelettrici, la produzione di energia elettrica consuma più gas naturale degli scorsi anni. “Un contributo di diversificazione ulteriore rispetto all’apporto delle rinnovabili può essere ottenuto dalla massimizzazione della produzione di energia elettrica da impianti che usano combustibili diversi dal gas (carbone, olio combustibile e bioliquidi), già oggi sostenuta dagli alti prezzi dell’energia elettrica sul mercato“.

Secondo le stime massimizzare la produzione a carbone e olio delle centrali in esercizio nel periodo 1° agosto 2022 – 31 marzo 2023 permetterebbe una riduzione di circa 1,8 miliardi di Smc.

Meno ore di riscaldamento e limiti di temperatura

A seconda delle fasce climatiche in cui è suddiviso il territorio italiano verranno attuate a settembre iniziative volte a limitare le ore di accensione del riscaldamento, le temperature ammesse e la durata del periodo di riscaldamento. Verranno realizzati controlli a campione negli uffici pubblici e nei centri commerciali e si richiede la collaborazione dei conduttori degli impianti di riscaldamento centralizzato e degli utenti.

Emergenza gas: Meno ore di riscaldamento e limiti di temperatura

Si attende a tal proposito il decreto del Ministro della Transizione Ecologica che definirà i nuovi limiti:

Emergenza gas: Meno ore di riscaldamento e limiti di temperatura

A tutte queste misure si aggiungono i comportamenti dei singoli cittadini che possono aiutare a limitare il consumo di energia. Alcuni esempi? Fare docce più brevi e non troppo calde, utilizzare le pompe di calore elettriche per il riscaldamento, abbassare il fuoco dopo l’ebollizione (c’è chi propone anche di cuocere la pasta a fuoco spento), fare lavatrice e lavapiatti solo a pieno carico, non lasciare in stand by TV, decoder, DVD… Se tutti noi fossimo attenti nel nostro quotidiano secondo le stime Enea si potrebbero risparmiare fino a 2,7 Smc.

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