Il coronavirus taglia i consumi di energia del 7%, le emissioni di CO2 crollano del 10%

Un’analisi dell’Enea sul sistema energetico nazionale parla degli effetti del Covid-19, e fa presente che a marzo c’è stato un picco di riduzione del 15% per i consumi; la stima per il secondo trimestre 2020 è di un calo del 20%, mentre del 10% per l’intero semestre. E ancora l’effetto del lockdown, la discesa dei prezzi, e il ‘peso’ della transizione ecologica dell’economia.

Enea: coronavirus taglia i consumi di energia ed emissioni

Indice degli argomenti:

consumi di energia tagliati del 7%. Le emissioni di CO2 crollate del 10%. Due dati che sono l’effetto diretto dell’epidemia coronavirus in base ai dati dell’analisi trimestrale dell’Enea sul sistema energetico nazionale, da cui emerge che soltanto nel mese di marzo c’è stato un picco del meno 15% per i consumi di energia.

la stima, per il secondo trimestre 2020, è di un possibile calo del 20% e di oltre il 10% per l’intero semestre.

L’effetto lockdown per il Covid-19

Con il lockdown vero e proprio di aprile, cominciando a contare dalle prime settimane di marzo in poi, le stime parlano di un crollo del 20% nel secondo trimestre 2020 e del 10% per l’intero semestre, sia per i consumi primari che per quelli finali.

La domanda elettrica ha infatti iniziato a ridursi, stabilizzandosi su un meno 20% a livello nazionale che sale a un meno 30% nelle regioni del nord, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Anche i consumi di gas naturale hanno subito un taglio del 30% dalla seconda metà di marzo; mentre il gasolio e la benzina sono scesi di più del doppio, segnando un calo del 43% a marzo.

L’abbattimento delle emissioni di CO2

Un crollo verticale che riguarda anche le emissioni. Nel primo trimestre dell’anno quelle di CO2 sono diminuite del 10%; e la previsione per il semestre parla di un calo del 15%.

Enea: coronavirus taglia i consumi di energia ed emissioni

E’ qualcosa che “non ha precedenti –osserva Francesco Gracceva, l’esperto dell’Enea che ha curato l’analisi – tenuto conto che nel 2019 si è registrato un meno 1,5%, grazie al ‘phase out’ del carbone, favorito dai prezzi bassi del gas naturale e dal rialzo delle quotazioni sui permessi di emissione. Ciò nonostante, negli ultimi anni in Italia si sono ridotte meno dei principali Paesi europei, anche a fronte di un andamento dell’economia meno positivo”.

La discesa dei prezzi

Sul versante dei prezzi c’è stato un forte calo sui mercati all’ingrosso nei primi tre mesi dell’anno, accentuato dalla crisi sanitaria; con effetti diretti sui cittadini.

“Nella media del primo semestre del 2020 il prezzo dell’elettricità sul mercato tutelato sarà inferiore del 13% rispetto al secondo semestre del 2019, quello del gas del 9%” questo a fronte di “ribassi della materia prima del 26% per l’elettricità e del 12% per il gas”.

Si tratta di “diminuzioni – spiega l’esperto – che non hanno ancora recepito pienamente la discesa dei prezzi all’ingrosso, che nel semestre potranno essere intorno al 30% per l’elettricità, del 20% per il gas”.

L’andamento dei consumi era già in calo

E’ necessario far presente che l’emergenza coronavirus entra in gioco in un quadro di consumi che era già in calo. Nel 2019 dopo due anni di leggeri aumenti, i consumi di energia primaria e finale sono infatti diminuiti di oltre l’1%, soprattutto a causa del rallentamento della produzione industriale (meno 1,3% rispetto al 2018) e dei minori consumi per il riscaldamento a causa delle temperature più miti.

Nella produzione elettrica è cresciuto il ruolo del gas (più 9%) che è tornato a ricoprire il ruolo di principale fonte di energia primaria (pari al 36% del mix energetico); le fonti fossili sono rimaste stabili al 75% nonostante il forte decremento del carbone (meno 25%), mentre le rinnovabili sono salite con l’incremento dell’eolico (più 14%) e del fotovoltaico (più 9%), invece segna il passo, arretrando, l’idroelettrico (meno 6%).

Il ‘peso’ della transizione

Rallenta la transizione ecologica e cala la decarbonizzazione. “La transizione del sistema energetico verso la decarbonizzazione segna il passo – spiega l’Enea – l’indice Ispred, elaborato per monitorare questo passaggio, ha registrato nel 2019 un calo” dell’8% “per il quarto anno consecutivo, a causa della sostanziale stazionarietà delle fonti rinnovabili e di un livello dei prezzi più elevato dell’anno precedente”.

Inoltre “la situazione della competitività dell’Italia negli scambi internazionali delle tecnologie energetiche a basse emissioni di carbonio” mostra, “dal 2015 al 2019” con un saldo normalizzato, “una sempre maggiore dipendenza dalle importazioni; a fine 2019 l’indicatore” era a “meno 0,53, un valore negativo piuttosto elevato. Particolarmente critico appare il posizionamento nella mobilità a basse emissioni”, meno 0,97 per i veicoli ibridi, meno 0,89 per quelli elettrici, “con un saldo negativo di 1,53 miliardi di dollari, un valore tale da incidere anche sulla bilancia commerciale del Paese”.

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