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Per il nostro paese è possibile rispettare gli obietivi posti dall’accordo di Parigi, fissare al 2025 il phase‐out del carbone e diminuire sensibilmente le emissioni di CO2 Il WWF ha commissionato a REF-E, istituto di ricerche di economia e regolazione dell’energia, uno studio partendo dallo scenario delineato dalla Strategia Energetica Nazionale, per capire se sia possibile per l’Italia uscire dal carbone entro il 2025, accelerando dunque la transizione verso un sistema energetico sostenibile. Il report “Phase‐out del carbone al 2025 – Ipotesi e impatti nello scenario elettrico” conferma che si possa fare a meno del carbone entro quella data, senza aumentare la capacità a gas, grazie anche allo sviluppo dei sistemi di accumulo, alla partecipazione attiva della domanda ai mercati a al potenziamento dell’infrastruttura di rete. Vi sono alcuni elementi chiave che emergono dall’analisi per la fattibilità del phase‐out dal carbone al 2025. Prima di tutto va sottolineato il ruolo delle rinnovabili e la copertura del consumo interno lordo elettrico del 49% al 2025, corrispondente a un obiettivo del 55% al 2030. La maggiore penetrazione delle fonti rinnovabili avrà un impatto importante sui prezzi finali dell’energia elettrica al 2025, determinando anche una riduzione del costo complessivo degli approvvigionamenti fossili. Il report stima la possibile diminuzione delle emissioni climalteranti al 2025 nell’ordine di 20 MtCO2 anno. Al 2030 la riduzione è stimata in 17 MtCO2. Il risparmio complessivo dell’operazione di phase-out è stimato in circa 100 MtCO2 nel periodo 2025-2030, con un conseguente risparmio economico del mancato acquisto di permessi di emissione, di circa 2.5 miliardi di euro. Uno scenario di questo genere richiede un aggiornamento del sistema elettrico, il WWF evidenzia chela copertura del fabbisogno potrebbe essere garantita prevedendo lo sviluppo di 1000 MW di accumuli e la partecipazione attiva della domanda alla fornitura di servizi di flessibilità al sistema. Inoltre bisognerebbe programmare, oltre al potenziamento della rete di trasmissione come previsto dal Piano di Sviluppo di Terna al 2025, il raddoppio del cavo Sardegna-Italia. In particolare per la Sardegna lo scenario previsto richiede la copertura del fabbisogno energetico con una crescita significativa delle rinnovabili, il potenziamento dei collegamenti con il continente per ulteriori 1000 MW e l’installazione di almeno 250 MW degli accumuli previsti a livello nazionale (1 GW). Per accelerare questo processo di decarbonizzazione il REF-E sostiene l’importanza dell’Emission Performance Standard, che fissa un limite di emissione di CO2 perché le centrali possano continuare a operare, ipotizzato dal Parlamento Europeo, di 450gCO2/kWh. In alternativa si può introdurre il carbon floor price, ovvero un costo minimo per gli operatori da associare alle emissioni di CO2, scelta fatta da vari paesi. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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