Arriva la Carta delle aree per il deposito di rifiuti nucleari, 67 siti possibili in 7 Regioni 08/01/2021
A cura di: la redazione Investire sull’eolico offshore per garantire un’Europa a emissioni 0 e neutrale da un punto di vista climatico entro il 2050. Questo l’obiettivo alla base della nuova strategia definita oggi dalla Commissione Europea che prevede di aumentare la capacità eolica offshore dell’Europa dagli attuali 12 GW ad almeno 60 GW entro il 2030, e a 300 GW entro il 2050, integrando questa capacità con 40 GW provenienti da energia oceanica e da altre tecnologie emergenti, quali per esempio l’eolico e il fotovoltaico galleggianti, l’energia del moto ondoso e delle maree o l’uso di alghe per produrre biocarburanti . E’ un traguardo raggiungibile considerando che l’Europa vanta la leadership a livello di imprese e importanti bacini marittimi. Investire nello sviluppo del settore comporterà una crescita a livello economico e di nuovi occupati, assicurando l’ulteriore sviluppo dell’industria delle tecnologie energetiche offshore e la salvaguardia dell’ambiente, della biodiversità e della pesca. Per raggiungere il target previsto delle rinnovabili offshore la Commissione sosterrà la cooperazione tra gli Stati membri, attraverso per esempio l’integrazione degli obiettivi di sviluppo nei piani nazionali di gestione dello spazio marittimo che gli Stati costieri devono presentare entro il prossimo marzo. La Commissione stima che entro il 2050 saranno necessari investimenti a sostegno delle rinnovabili offshore di circa 800 miliardi di €. Il che richiederà che la Commissione si impegni a mettere a punto un quadro normativo chiaro e specifico; a garantire la mobilitazione dei fondi europei pertinenti a sostegno dello sviluppo del settore; a riunire in un’unica piattaforma tutti i soggetti coinvolti, facilitando lo sviluppo della catena di approvvigionamento. Anche se naturalmente sono maggiori le opportunità per i bacini marittimi dell’UE e le comunità costiere e insulari— Mare del Nord, Mar Baltico, Mar Nero, Mediterraneo e Atlantico, la Commissione sottolinea comunque i possibili vantaggi anche per le zone interne in cui la produzione e la ricerca sostengono già lo sviluppo energetico offshore. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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