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Il recente Forum delle energie rinnovabili di CVA (Compagnia Valdostana delle Acque), organizzato in collaborazione con The European House – Ambrosetti e con il patrocinio di Elettricità Futura, ha individuato le direttrici e le leve strategiche per accelerare l’uso delle rinnovabili nel Paese e agevolare il raggiungimento dei target al 2030. Forum delle energie rinnovabili di CVA: benefici tra i 121 e i 148 miliardi dalle energie pulite La prima versione dell’aggiornamento del PNIEC Italiano – Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima – ha rivisto al rialzo i target per le rinnovabili, con un +70 GW rispetto a oggi. Un obiettivo più conservativo rispetto a quanto previsto nella bozza del Decreto Aree Idonee (+80 GW) e nel Piano 2022-2030 del settore elettrico elaborato da Elettricità Futura, in coerenza con il REPowerEU (+85 GW). Raggiungere i target sull’installazione di rinnovabili previsti al 2030 richiederà investimenti compresi tra 74 e 90 miliardi di euro, con 540mila nuovi occupati (nel settore elettrico e nella sua filiera industriale) e una riduzione delle emissioni fino a 270 milioni di tonnellate Co2 nel periodo del piano. I benefici economici attesi si aggirano tra i 121 e i 148 miliardi di euro nella sola generazione elettrica. Ma per cogliere appieno i benefici delle rinnovabili, bisogna sviluppare le filiere industriali green. Altro ambito su cui puntare è l’agrivoltaico, con potenziali 23 GW al 2030; prospettive interessanti anche per l’eolico offshore, per il quale l’obiettivo di capacità installata al 2030 è 2,1 GW; fondamentali anche le operazioni di revamping e repowering, attraverso le quali si potrebbero ottenere circa 15 GW; importante, infine, lo sviluppo dei pompaggi idroelettrici e chimici di grande taglia (+80GWh), per favorire l’integrazione delle fonti rinnovabili e delle reti elettriche con un incremento di +13% di domanda elettrica da gestione al 2030. Nel 2022 l’Italia ha installato 3,1 GW (rispetto a 1,1 GW nel periodo 2015-2021), di cui un terzo è legato al fotovoltaico di piccola taglia, che ha beneficiato del Superbonus. Nei primi 5 mesi del 2023, invece, sono stati installati 2,1 GW di rinnovabili. Questo ritmo di installazione è però ancora inferiore a quello dei paesi europei ed è insufficiente a raggiungere i target previsti. Due indici per misurare lo sviluppo delle rinnovabili Il Renewable Thinking Indicator mostra come, al 2022, l’Italia abbia valorizzato solo il 30% dell’opportunità di sviluppo attivabile dalle fonti energetiche rinnovabili nel breve-medio termine (circa 10 anni). Il Renewable Thinking Speedometer – che misura la velocità relativa delle regioni rispetto all’opportunità di sviluppo – rivela, inoltre, come il 60% della nuova potenza rinnovabile identificata nella Bozza di Decreto delle Aree Idonee sia localizzata nelle regioni che si stanno muovendo più lentamente della media italiana. Secondo gli indici elaborati dallo Studio, l’opportunità di sviluppo da energie rinnovabili attivabile nel breve-medio termine è circa di 130 GW, di cui il 50% concentrato nel Mezzogiorno. Al 2022, l’Italia ha una capacità installata da fonti rinnovabili di 56,2 GW pari soltanto al 30% dell’opportunità di sviluppo presente sul territorio. Eppure, in Italia ci sono 33 GW nelle ultime due fasi del processo di richiesta di connessione alla rete che possono essere rapidamente abilitati. Per concretizzare questa opportunità, è necessario intervenire a più livelli, a partire dal quadro regolatorio e con azioni a favore dello sviluppo del mercato. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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