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Le Commissioni Industria e Ambiente del Senato, hanno depositato una serie di emendamenti al testo di legge del Decreto Competitività, che potrebbe arrivare in Aula già questo pomeriggio. Sullo “spalma-incentivi” per il fotovoltaico (art. 26), sono state presentate proposte di modifica da Massimo Mucchetti del Partito democratico e Giuseppe Marinello del Nuovo Centro Destra. Agli operatori vengono offerte tre possibilità rispetto alla rimodulazione degli incentivi per l’energia prodotta dagli impianti di potenza nominale superiore a 200kW. L’operatore dovrà comunicare la scelta al GSE entro il 30 novembre 2014: 1) Incentivo erogato per un periodo di 24 anni (invece che 20) a partire dall’entrata in esercizio degli impianti, ricalcolandolo secondo una precisa percentuale di riduzione; 2) Mantenere il periodo di erogazione di 20 anni ma rimodulare la tariffa prevedendo un primo periodo con incentivo ridotto rispetto all’attuale e un secondo periodo di incentivo incrementato nella stessa misura. Le percentuali di rimodulazione devono essere stabilite con decreto del Mise, da emanare entro il 1 ottobre 2014,e devono garantire – in caso di adesione di tutti gli aventi diritto all’opzione – un risparmio di 600 milioni di euro l’anno per il periodo 2015-2019, rispetto all’erogazione prevista con le tariffe vigenti; 3) Lasciare il periodo di erogazione di 20 anni ma ridurre la tariffa per la durata del periodo di incentivazione in percentuale a seconda della potenza degli impianti: 6% per gli impianti tra 200 e 500 kW; dell’8% fino a 900 kW e del 10% per gli impiantio di potenza nominale superiore a 900kW. Nel caso in cui gli operatori non comunichino, entro il 30 novembre prossimo, la loro scelta al Gse, sarà automaticamente applicata quest’ultima opzione. Viene confermato che il Gse – a partire dal secondo semestre 2014 – erogherà le tariffe incentivanti con rate mensili costanti pari al 90% della producibilità media annua stimata per ciascun impianto, ed effettuerà il conguaglio, in relazione alla produzione effettiva, entro il 30 giugno dell’anno successivo. Entro 15 giorni dalla pubblicazione del decreto il GSE stabilirà le modalità operative che verranno poi approvate con decreto del MISE. Un’altra novità riguarda la possibilità per i soggetti beneficiari di incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di cedere una quota di detti incentivi, fino a un massimo dell’80%, ad un acquirente selezionato tra i primari operatori finanziari europei, che subentrerà ai soggetti beneficiari nei diritti di percepire gli incentivi pluriennali, salva la possibilità riconosciuta all’Autorità di acquisire i diritti a percepire gli incentivi “a fronte della corresponsione di un importo pari alla rata annua costante, calcolata sulla base di un tasso d’interesse corrispondente all’ammortamento finanziario del costo sostenuto per l’acquisto dei diritti”. L’Autorità entro 90 giorni dall’entrata in vigore della Legge dovrà stabilire: le modalità di selezione dell’acquirente, tramite un’asta competitiva; l’importo minimo, non inferiore a 30 miliardi, che l’acquirente rende disponibile per l’acquisto di quote di incentivi; le condizioni e le modalità di riscossione da parte dell’acquirente delle quote di incentivi acquistati; i criteri per determinare la quota annuale costante di incentivi che può essere oggetto di cessione; per ciascuna asta le procedure di partecipazione, il tasso di sconto minimo e l’importo massimo destinato all’acquisto di quote di incentivi pluriennali Molto critiche le Associazioni. assoRinnovabili e Anie Rinnovabili in un documento congiunto esprimono preoccupazione e disappunto di fronte a quanto emerge dalle Commissioni Industria e Ambiente del Senato riguardo all’articolo 26 del decreto spalma-incentivi con le percentuali di rimodulazione delle tariffe dal 1 gennaio 2015. “Se possibile, si legge nel comunicato, si sta producendo un provvedimento che è ancora peggiore rispetto a quanto era stato finora ipotizzato. Ribadiamo con forza che gli interventi retroattivi sulle tariffe incentivanti dell’elettricità prodotta da impianti fotovoltaici non solo sono gravemente dannosi per l’economia del settore e di tutto il Paese, ma rappresentano un grave vulnus del sistema democratico perché di fatto rendono carta straccia degli accordi già sottoscritti tra lo Stato e le sue imprese”. Le Associazioni lamentano di non essere state ascoltate dal Governo che ha ignorato le varie proposte fatte da Confindustria, assoRinnovabili e ANIE Rinnovabili. L’Esecutivo – sottolinea il comunicato – pur facendo generica propaganda a sostegno delle rinnovabili, di fatto sta affossando un intero settore con questo provvedimento, proprio in un momento storico e politico in cui il rischio energetico è quanto mai elevato. “Ci appelliamo al Presidente Renzi, che in campagna elettorale aveva parlato della green economy come “strumento essenziale per far ripartire il Paese”. La pensa ancora così?. Chiediamo che l’articolo venga stralciato e che si attivi da subito un tavolo tecnico che ripristini la certezza del diritto nazionale e internazionale e la credibilità del Paese nei confronti degli investitori italiani e stranieri”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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