Svolta per la giustizia climatica dalla risoluzione ONU

La risoluzione adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, considerata da più parti come una vittoria per la giustizia climatica, prevede che la stessa Assemblea chieda il parere della Corte internazionale di giustizia (CIG) sugli obblighi dei Paesi di affrontare i cambiamenti climatici.

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Svolta per la giustizia climatica dalla risoluzione ONU

E’ stata recentemente adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York una risoluzione promossa dalla nazione del Pacifico di Vanuatu, che sta pesantemente subendo le conseguenze del cambiamento climatico, con la forte minaccia dell’innalzamento del livello del mare, nonostante la sua impronta di carbonio sia molto bassa.

La risoluzione, che è stata sostenuta da più di 130 paesi, prevede che l’Assemblea dell’ONU chieda il parere della Corte internazionale di Giustizia (CIG) sugli obblighi dei Paesi di affrontare i cambiamenti climatici e le possibili conseguenze legali per gli per gli Stati che, “con le proprie azioni e omissioni”, danneggiano il clima colpendo in particolare le piccole nazioni insulari che sono tra le più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico.

Il primo ministro di Vanuatu, Alatoi Ishmael Kalsakau ha sottolineato che questa risoluzione “può dare un importante contributo al cambiamento climatico e all’azione per il clima, anche accelerando l’ambizione nell’ambito dell’Accordo di Parigi”.

La Corte internazionale di Giustizia è stata istituita nel 1945 per risolvere le controversie tra Stati nazionali ed è il più alto organo giudiziario delle Nazioni Unite. Anche se le sue sentenze non sono legalmente vincolanti per i Paesi, hanno comunque un peso molto importante.

Andy Raine, responsabile dell’unità del diritto ambientale presso la Divisione giuridica del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha spiegato che questa risoluzione rappresenta un’importante vittoria per la giustizia climatica: “È la prima volta che alla più alta corte del mondo viene chiesto di chiarire gli obblighi degli Stati di proteggere il sistema climatico e le conseguenze legali del mancato rispetto di tali obblighi. La portata della risoluzione invita inoltre la Corte a guardare oltre l’Accordo di Parigi”. Il testo fa infatti riferimento ai diritti per tutti i paesi e popoli legati a un clima sicuro e “pone l’accento sulle conseguenze legali che derivano dall’aver causato danni significativi sia ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo vulnerabili, come Vanuatu, sia alle generazioni future, aprendo la strada a una maggiore responsabilità”.

La Corte internazionale di Giustizia a conclusione di una fase di analisi e consultazione emetterà il proprio parere, probabilmente entro i prossimi 12 mesi.

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