Arriva la Carta delle aree per il deposito di rifiuti nucleari, 67 siti possibili in 7 Regioni 08/01/2021
Il dato emerge dall’ultimo Report WindEurope, l’eolico ha rappresentato il 51% di tutti i nuovi impianti di energia nel 2016, il fotovoltaico il 27% WindEurope ha pubblicato il nuovo report “Wind in power” dedicato al peso delle rinnovabili nel mix energetico in Europa nel 2016. Dei 24,5 GW di nuove installazioni elettriche in Europa nel 2016, 21.1GW, ovvero l’86% provengono dalle fonti rinnovabili. Nel 2014 il dato della nuova capacità installata da rinnovabili era del 79%. Si tratta del nono anno consecutivo in cui le rinnovabili hanno contribuito per oltre il 55% di tutta la potenza aggiuntiva in UE. L’eolico ha rappresentato da solo il 51% di tutti i nuovi impianti di energia, sono stati infatti connessi alla rete 12,5 GW, di cui 10,923 MW on-shore e 1.567 MW off-shore. L’energia del vento ha superato dunque il carbone e si posiziona come seconda fonte di energia dopo il gas. Il fotovoltaico con 6,7 GW ha rappresentato il 27,4% della nuova capacità. Nel vecchio continente la capacità eolica totale è attualmente pari a 153,7 GW e il vento ha coperto il 10,4% del fabbisogno di energia elettrica in Europa l’anno scorso. La Germania è il paese ad aver installato più impianti eolici, il 44% del totale UE. Cinque Stati membri hanno avuto un anno record: Francia, Paesi Bassi, Finlandia, Irlanda e Lituania. Nuova capacità di energia eolica installata nel 2016. Totale 12.490 MW Però, fa notare Giles Dickson, Amministratore Delegato di WindEurope, la crescita rimane irregolare geograficamente, in materia di energia in Europa le scelte governative sono meno chiare e ambiziose di quanto non fosse qualche anno fa. Solo 7 su 28 Stati membri dell’UE hanno obiettivi e messo in atto politiche per le energie rinnovabili oltre il 2020. In particolare Spagna, Portogallo, Italia e Grecia sembrano impegnarsi molto poco in nuovi progetti. In Italia sono stati installati solo 282,5 MW, pari ad un flusso di investimenti pari a oltre 350 milioni di euro. Perché ci sia una reale transizione verso un mondo a basse emissioni di carbonio servono scelte politiche più coraggiose. E’ significativo per esempio che più della metà degli stati membri non abbiano affatto investito nell’eolico lo scorso anno. Gli Stati membri devono anche iniziare a definire nel loro piano Energetico Nazionale le strategie che aiutino la transizione energetica, il Clean Energy Package continua Giles Dickson è il modello giusto per raggiungere questo obiettivo. Il Consiglio e il Parlamento europeo devono iniziare a lavorare seriamente sulle proposte della Commissione. Gli investimenti in nuovi impianti eolici onshore e offshore hanno raggiunto la cifra record di € 27.5bn. Gli investimenti eolici offshore sono aumentati del 39% anno su anno a € 18,2 miliardi, mentre gli investimenti a terra sono diminuiti del 29% a € 9,3 miliardi. Simone Togni, Presidente dell’ANEV commentando i dati ha evidenziato che l’eolico nel nostro paese negli ultimi due anni ha patito varie difficoltà e che è necessario definire un piano di sviluppo che permetta all’Italia di sfruttare le significative potenzialità ancora disponibili, visto che quella eolica è un’industria solida e in grado di trasformarsi, dando risultati significativi in termini di efficienza, riduzione dei costi, competitività a livello europeo e che può garantire all’Italia occupazione e sviluppo economico. Il mercato eolico nel mondo In questi giorni anche il GWEC – Global Wind Energy council ha pubblicato i dati sull’andamento dell’eolico a livello globale, nel 2016 sono stati installati 54 GW, un dato inferiore a quello dello scorso anno, portando la capacità totale installata globale di quasi 487 GW. A trainare il settore la Cina (23.328 MW), gli Stati Uniti (8.203 MW), la Germania e l’India; con alcuni risultati sorprendenti di Francia, Turchia e Paesi Bassi. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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