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Indice: Il boom delle richieste raccontato da Elmec Solar Fotovoltaico in azienda: i miti da sfatare Il credito d’imposta per le aziende energivore Ma perché si sceglie di puntare molto sul fotovoltaico in questo momento storico? La risposta dovrebbe essere ormai nota: costi ammortizzabili nell’arco di 4/6 anni per impianti industriali, in funzione del tipo di tecnologia installata, rispetto ad una vita utile di oltre 40 anni; risparmi in bolletta immediati, che cresceranno dopo l’ammortamento dell’investimento garantendo energia elettrica a costo quasi zero; produzione di energia pulita e sostenibile, contribuendo agli obiettivi climatici prefissati; possibilità di staccarsi completamente dal gas e dall’aleatorietà dei sui costi. Ciò a cui assiste ora è quanto ci si aspettava da tempo. L’adozione massiccia di soluzioni che sfruttino energia rinnovabile è qualcosa dalla quale non ci si può più slegare e il trend è destinato a crescere vertiginosamente nei prossimi anni. Le stime parlano chiaro: entro il 2026 il solo fotovoltaico potrebbe costituire quasi la metà della potenza energetica globale; inoltre, il 2021 ha dimostrato di essere l’anno del boom delle energie rinnovabili. Il boom delle richieste raccontato da Elmec Solar Elmec Solar, azienda che opera nell’ambito della sostenibilità ambientale fornendo soluzioni che integrano fotovoltaico e sistemi di accumulo, ha visto crescere in prima persona la domanda di impianti fotovoltaici industriali del 239% in più rispetto ai tre mesi dell’anno precedente. E’ facile dare una spiegazione a questo trend crescente: i vantaggi sono molteplici e si traducono in risparmi immediati sulle bollette, ammortamento dei costi in 4-6 anni e produzione di energia pulita. Si tratta, però, di vantaggi già noti da tempo. Cosa è cambiato, quindi? A dare una spinta decisiva la crisi energetica che, dalla fine del 2021, è cresciuta senza sosta fino a raggiungere il punto più critico con l’inizio del conflitto in Ucraina. Le conseguenze si sono fatte sentire chiare e forti anche nella parte occidentale del continente, con l’aumento spropositato del prezzo dell’energia. E’ chiaro che la dipendenza da fonti fossili non sia più sostenibile, non solo in termini ambientali, come abbiamo già avuto modo di constatare, ma anche per quanto riguarda i delicati equilibri geopolitici. Urge più che mai un cambio di paradigma basato sull’utilizzo di fonti energetiche certe e inesauribili, tra queste di fondamentale importanza è l’energia del sole. Per poter alimentare la fiducia nel fotovoltaico occorre sfatare una serie di miti che resistono nell’opinione pubblica. “Il fotovoltaico è uno strumento per produrre energia pulita ad un costo veramente marginale. È inoltre di rapidissima implementazione. Al contrario di altri sistemi infatti, un impianto fotovoltaico è già operativo a pochi giorni di distanza dall’installazione. Si parla di un paio di giorni di lavoro per un impianto residenziale a qualche settimana per impianti industriali di grandi dimensioni”, afferma Alessandro Villa, Amministratore Delegato di Elmec Solar e Membro del Consiglio di Italia Solare. “Bisogna cambiare la concezione alla base dell’approvvigionamento energetico; dobbiamo slegarci dalle fonti fossili che sono finite, che non sono sostenibili. Le rinnovabili creano nuove opportunità di ricerca, di lavoro (la stima dell’European Trade Union Institute sull’impatto della transizione alle fonti di energia rinnovabile sull’economia vede la domanda di lavoro nel settore aumentare nell’ UE di 5 milioni di nuovi lavoratori entro il 2050), di costruzione di nuove iniziative produttive in Europa per renderci strategicamente più indipendenti; di rivoluzionare il concetto di città, di mobilità: tutto quello che serve per un nuovo rinascimento”. Fotovoltaico in azienda: i miti da sfatare L’impatto sul bilancio economico Il pregiudizio spinge a pensare che il costo iniziale del fotovoltaico sia una barriera, senza considerare che, in realtà, i costi di realizzazione vengono ammortizzati completamente nei primi 4-6 anni, su 40 anni di durata di un impianto. Inoltre, è bene considerare i vantaggi immediati che un impianto fotovoltaico può dare, dal risparmio in bolletta all’incremento di valore dell’azienda, con conseguente generazione di fiducia da parte degli stakeholder, dei Clienti e del consumatore finale. L’obsolescenza programmata degli impianti fotovoltaici La tecnologia sulla quale si basano gli impianti fotovoltaici ha fatto passi da gigante e ha reso queste soluzioni sempre più affidabili. I sistemi fotovoltaici, infatti, necessitano di pochissima manutenzione e la capacità di produzione di energia del silicio monocristallino, maggiormente utilizzato per la produzione delle celle fotovoltaiche, garantisce elevati rendimenti. Inoltre, tenendo conto delle caratteristiche intrinseche del prodotto, la perdita di rendimento di un impianto solare si attesta oggi tra lo 0,25% e lo 0,5% l’anno, con una resa che cala dal 100% al 90-80% alla fine del ciclo di vita. Il fotovoltaico basta a soddisfare le esigenze energetiche dell’azienda? L’installazione di un impianto fotovoltaico riesce ad abbattere la spesa energetica di un’azienda in maniera significativa? La risposta è si, sempre considerando il rapporto tra fabbisogno, spazio disponibile e momento di utilizzo. Inoltre, esiste la possibilità di accumulare energia attraverso l’utilizzo di batterie per poterla utilizzare di notte e in caso di blackout o di minore produttività. Il credito d’imposta per le aziende energivore Alla luce della difficile situazione generata dalla pandemia occorre mettere a disposizione delle aziende liquidità a tassi agevolati con possibilità di restituzione in un lasso di tempo adeguato considerando il valore della produzione di energia che il fotovoltaico ha rispetto ai fabbisogni complessivi della comunità. A tale proposito è già stato introdotto un contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, a favore delle imprese energivore per garantire loro una parziale compensazione degli extra costi sostenuti a causa dell’eccezionale innalzamento del prezzo dell’energia. Come accedere all’agevolazione? E’ necessario che la media dei costi per KWh della componente energia elettrica di un’azienda, relativi all’ultimo trimestre 2021 e al netto delle imposte e degli eventuali sussidi, sia superiore del 30% rispetto alla media di quelli relativi all’ultimo trimestre del 2019. Se questi requisiti sono soddisfatti l’azienda ha diritto a un credito d’imposta pari al 20% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel primo trimestre del 2022. Consiglia questo comunicato ai tuoi amici