Batterie per emobility: l’importanza della circolarità nel futuro della mobilità elettrica 18/03/2024
Cosa rientra nell’Ecobonus 2024, novità e conferme per il 2024: l’elenco aggiornato dei lavori 15/02/2024
DL Energia e Legge di Bilancio 2024: l’opinione di chi opera nel campo delle fonti rinnovabili 20/12/2023
Dispositivi smart per monitorare i consumi, gestire gli edifici in maniera ottimizzata e limitare i costi 14/03/2024
Cos’è la Finanza climatica è perché è così importante per il clima: gli obiettivi da raggiungere entro il 2050 06/03/2024
Le pompe di calore aria-acqua di JODO per il residenziale: soluzione efficiente ed ecologica 13/03/2024
Circa un anno fa FuturaSun ha aperto una nuova fabbrica fotovoltaica a Taizhou in Cina, a nord di Shanghai, che comprende 4 linee altamente automatizzate con una capacità produttiva annua di 500 MW. A distanza di 12 mesi, nonostante le difficoltà legate al Coronavirus, l’azienda ha annunciato di aver raddoppiato la capacità produttiva a 1 GW. E’ stato infatti realizzato un nuovo stabilimento, attiguo al primo, con altre due linee di produzione altamente automatizzate, della capacità di 550 MW. Una parte della produzione sarà destinata ai mercati asiatici. Le nuove linee produttive saranno dedicate in particolare alla lavorazione di celle half-cut da 166 mm fino a 210 mm, per moduli di dimensione fino a 2120 mm x 1050 mm. L’innovativa tecnologia half-cut unita al maggior numero di bus bar, che caratterizza i moduli di alta gamma di FuturaSun, migliora l’efficienza e la durata dei pannelli: la dimensione dimezzata delle celle influisce positivamente sulle perdite resistive e ottimizza il rendimento. Il progetto di collaborazione con la Cina, partito da tempo grazie alla lungimiranza del giovane imprenditore italiano, Alessandro Barinnon che da 20 anni si è inserito in questo mercato, non prevede di delocalizzare la produzione per conto terzi, ma una produzione di moduli 100% made in Italy in Cina, ad alta efficienza energetica grazie alle innovative tecnologie utilizzate: dalle soluzioni vetro-vetro ai moduli con sezioni indipendenti, dalla tecnologia IBC al ribbon cilindrico. “Il segreto, in tutti questi anni, è sempre stato il medesimo: impegno ai massimi livelli, entusiasmo nel lavoro di squadra, grande fiducia nei benefici che derivano dagli scambi di persone, idee, capitali, beni e servizi tra Paesi a livello globale”. Il primo stabilimento a Taizhou La prima fabbrica realizzata nella provincia del Jiangsu, poco a nord di Shanghai, si sviluppa su un’area di 20.000 m2 e, grazie alle 4 linee altamente automatizzate, assicura una capacità produttiva di 500 MW/anno, prevedendo l’uso della tecnologia made in Italy e ad alta efficienza energetica. FuturaSun è la sola azienda italiana che non delocalizza ma produce i propri moduli made in Italy anche per il mercato locale grazie alla capacità del CEO di coniugare l’esperienza e la conoscenza del distretto fotovoltaico veneto con le enormi opportunità di sviluppo economico del gigante cinese. Opportunità premiate anche dal mercato. Alessandro Barin sottolinea: “Nelle dinamiche mondiali tra Europa e Cina e nel nostro settore gli esempi di investimenti di successo per la produzione di moduli sono rare. L’apertura della nuova fabbrica dimostra ancora una volta che FuturaSun è un’azienda Europea che sa mantenere il proprio business e crescere operando in una dinamica bi-culturale”. Il nuovo stabilimento sorge a 200 km dall’altro sito produttivo di Maanshan, in una zona in cui si sono stabilite diverse aziende del fotovoltaico, che producono dai pannelli ai componenti. Le nuove stringatrici Silk A proposito di tecnologia, punto di forza della produzione sono nuove stringatrici Silk, progettate dall’azienda Veneta in collaborazione con uno spin-off dell’Università di Padova. Si tratta di innovativo e brevettato sistema di stringatura delle celle fotovoltaiche con una configurazione flessibile per la lavorazione di celle da 5 a 12 busbar, che si caratterizza per importanti vantaggi. Il sistema assicura alta automazione, ottima precisione, la velocità di produzione doppia in metà spazio, bassi consumi energetici ed è adattabile per le future applicazioni “busbar-less”. Consiglia questo comunicato ai tuoi amici