Intervento di Gianni Silvestrini sul tema dell’efficienza energetica

Al centro del convegno organizzato oggi a Milano dal Kyoto Club dal titolo "Efficienza energetica, la strada maestra", c’è stato l’uso razionale dell’energia. Ospite d’eccezione Amory Lovins, esperto energetico di fama mondiale e fondatore del Rocky Mountain Institute.
Il quadro iniziale sulle problematiche, le politiche e gli scenari relativi all’efficienza energetica in Italia e all’estero è stato tracciato da Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, la cui ampia relazione alleghiamo alla fine di questo articolo.

Si è partiti dalla questione più ovvia. Perché dovremmo utilizzare l’energia in maniera più razionale?
Le ragioni – ha detto Silvestrini – sono molteplici, ad iniziare da quelle economiche. Gli interventi di efficienza energetica sono competitivi, spesso con costi dimezzati rispetto a quelli che prevedono l’acquisto di energia. Altro beneficio è dato dalla riduzione delle importazioni che permetterebbe di dirottare ingenti capitali dall’acquisto di combustibili fossili verso comparti innovativi, con significative ricadute occupazionali.
In una prospettiva industriale, la disponibilità di prodotti del segmento ad alta e altissima efficienza rappresenterà in futuro sempre più un fattore importante per la competitività internazionale. Infine, il vantaggio ambientale, legato sia al miglioramento della qualità dell’aria su scala locale che alla riduzione delle emissioni dell’anidride carbonica.

La politica energetica dal lato della domanda deve comunque puntare a due risultati: l’efficienza negli usi finali e la sufficienza negli usi totali di energia, per ridurre il consumo energetico complessivo e l’impatto ambientale totale.
Secondo Silvestrini, negli scenari energetici che vengono elaborati si ipotizza generalmente un aumento del fabbisogno energetico nel tempo, con tassi di crescita differenziati in relazione alle assunzioni sull’andamento del Pil e sull’adozione di politiche di efficienza. In realtà questa impostazione va rivista nel nuovo contesto in cui gli alti prezzi dell’energia e la predisposizione di specifici strumenti di incentivazione sia sul fronte dell’efficienza che delle rinnovabili rende molto più agevole l’adozione di politiche incisive di intervento.

Silvestrini valuta quindi l’andamento dei prezzi dell’energia. “Se pensiamo che il prezzo medio del petrolio nel periodo 1985-2005 era di 25 $/barile, mentre nel prossimo decennio è molto probabile che si manterrà sopra i 100 $/barile (sempre che non si realizzino situazioni di crisi o che si raggiunga il picco della produzione del petrolio, condizioni che porterebbero a forti rialzi del prezzo del greggio) – dice il direttore scientifico del Kyoto Club – allora vuol dire che alti prezzi dell’energia guideranno verso politiche di incentivazione favorevoli all’efficienza e alle rinnovabili”. I notevoli miglioramenti tecnologici registratisi negli ultimi anni fanno ritenere che a breve si potranno ottenere anche in Italia risultati che fino al recente passato erano ritenuti impensabili. Oggi alcuni Paesi già stanno ottenendo obiettivi importanti perché particolarmente lungimiranti.

Silvestrini ricorda che in Italia alcune ricerche stimano un potenziale di efficienza notevolissimo (ad esempio quella recente di eERG del Politecnico di Milano e quella dell’Istituto californiano Ipsep che risale addirittura al 1999). In particolare, nel caso del settore elettrico, la ricerca del gruppo eERG, per conto di Greenpeace, al 2020 valuta un potenziale economicamente conveniente dell’ordine dei 100 TWh/anno, che, se realizzato, produrrebbe benefici economici netti: taglio di 50 milioni di tonnellate di CO2 rispetto allo scenario tendenziale e aumento dell’occupazione con 60.000 posti di lavoro per 14 anni.

Queste analisi sono riferite, come detto, solo ai consumi elettrici. Ma se si considerano i margini di risparmio relativi alla climatizzazione estiva e invernale degli edifici, si evidenza un analogo elevato potenziale d’intervento, visto che il nostro paese è caratterizzato da prestazioni termiche piuttosto scadenti.
Lo stesso discorso si può fare per il comparto dei trasporti che presentano ampi margini di intervento sia per il passaggio a mezzi di trasporto più efficienti che ricorrendo a un più razionale governo della mobilità.

Per scaricare la relazione di Gianni Silvestrini, clicca qui.

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