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A cura di: Tommaso Tetro Il benessere in Italia migliora ma non per tutti. Mai come adesso le famiglie hanno visto peggiorare la propria situazione economica: oltre una persona su tre (il 35,1%) dichiara un arretramento nel 2022. Si tratta di un livello mai raggiunto in precedenza e superiore di 10 punti rispetto a prima della pandemia. E’ questo il cuore del nuovo rapporto Bes ‘Il benessere equo e sostenibile in Italia‘ messo a punto dall’Istat. Secondo il consigliere dell’Istat Francesco Maria Chelli il rapporto Bes parte dalla “consapevolezza che il Pil non possa essere l’unica misura dello sviluppo di un Paese”. Acqua Secondo il rapporto “al problema della crisi idrica causata dalle variate condizioni climatiche, in alcune zone del Paese si aggiungono i problemi strutturali delle reti di distribuzione che nel 2020 confermano una perdita totale del 42,2% di acqua potabile, senza sostanziali variazioni rispetto al 2018 (42%)”. L’assenza del servizio pubblico di depurazione delle acque reflue urbane “riguarda 296 comuni (1,3 milioni di residenti), in miglioramento rispetto al 2018 (-13% di Comuni, -19% di residenti)”. Rinnovabili Diminuisce la quota di consumo interno lordo di energia elettrica generata da fonti rinnovabili: 35,1% nel 2021, era il 37,4% nel 2020. Rifiuti In seguito alla ripresa economica nel 2021 torna a crescere la produzione di rifiuti urbani: 501 chilogrammi per abitante (erano stati 487 nel 2020). In discarica finiscono il 19%, pari 5,6 milioni di tonnellate, dei rifiuti: 1,7 milioni di tonnellate al Centro e 1,4 milioni di tonnellate nelle Isole. Smog Per la qualità dell’aria si rileva “una diminuzione della percentuale di superamenti da PM2,5 (polveri super sottili) che si attestano al 71,7% nel 2021. Dal 2010 l’indicatore ha avuto un decremento costante ad eccezione del 2018. Questo andamento gradualmente positivo è largamente insufficiente” per “ridurre in modo significativo la mortalità causata da PM2,5”. Clima e emissioni Nel 2021 risalgono le emissioni di CO2 e di altri gas a effetto serra. Viene recuperato quasi la decrescita registrata nel 2020 dovuta alle restrizioni del lockdown. Nel lungo periodo si osserva invece una diminuzione tendenziale avviata nel 2008. Sempre più evidenti gli effetti dei cambiamenti climatici in termini di temperature e precipitazioni – rileva l’Istat – nel 2022 si accentua il fenomeno, già osservato nel 2021, con una media di 40 giorni di caldo intenso all’anno. L’intensità dei giorni di caldo è ancora più marcata al Centro, con 55 giorni di caldo durante l’anno. Nel 2022 cresce anche la siccità, con i giorni consecutivi non piovosi che raggiungono il valore di 27. L’incremento è più marcato nelle Isole. Parità di genere, siamo messi male In generale, alcuni passi avanti ci sono stati (con gli indici tornati a valori superiori rispetto alla crisi del coronavirus) ma giovani e Mezzogiorno preoccupano restando indietro. La parità di genere è ancora lontana: la popolazione femminile è in svantaggio nel 39% degli indicatori. E’ per questo che l’Italia sta al di sotto della media europea, con un peso che diventa forte per i Neet (i giovani che non lavorano, non lo cercano, e non studiano), al 19% nel nostro Paese contro l’11,7% dell’Ue. L’occupazione sconta 10 punti percentuali in meno rispetto alla media europea con un divario ancora maggiore per le donne. Il rischio di povertà riguarda il 20,1% delle persone, e la difficoltà di arrivare a fine mese il 9,2%. Negli ultimi tre anni gli elementi che peggiorano di più riguardano le relazioni sociali, il benessere soggettivo, l’istruzione e la formazione e il benessere economico. Tra l’altro emerge un impoverimento delle competenze degli studenti della scuola secondaria di primo grado: il 38,6% non raggiunge la sufficienza per le competenze alfabetiche e il 43,6% per quelle numeriche. E va sempre peggio anche per la “speranza nel futuro”: diminuiscono gli ottimisti e aumentano i pessimisti. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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