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La certificazione Leed diventa sempre più un asset strategico del real estate: i valori immobiliari aumentano e cresce la rapidità di collocazione sul mercato degli edifici certificati. Lo dimostra una ricerca, la prima in Italia, condotta da REbuild in collaborazione con Cbre e Gbci Europe. E nel 2019 la piattaforma dell’innovazione edilizia si trasferirà a Milano a cura di Pietro Mezzi REbuild Milano 2018. Si è conclusa martedì la convention dell’innovazione edilizia promossa dalla piattaforma trentina. Un appuntamento atteso, partecipato e ricco di spunti sui temi dell’innovazione e della sostenibilità nelle costruzioni e nel real estate. Un evento, ospitato nel centro congressi di Assolombarda, nel corso del quale sono stati presentati i dati di una ricerca (“Green Building: valori e tendenze“), la prima di questo genere in Italia, sui valori economici degli edifici certificati Leed, promossa da REbuild Italia e condotta in collaborazione con Cbre, la società internazionale di investimenti immobiliari, e Gbci Europa, l’ente terzo che gestisce la certificazione di sostenibilità Leed nel mondo. Altra novità della convention è stato l’annuncio del cambio di sede di Rebuild 2019: da Riva del Garda, che ha ospitato le prime sette edizioni, a Milano. Il capoluogo milanese diventerà infatti la nuova sede degli appuntamenti annuali promossi dalla piattaforma di Rovereto. Il motivo è presto detto. A Milano si concentra lo sviluppo immobiliare ed edilizio più importante del Paese: uno sviluppo che sempre più spesso si coniuga con la sostenibilità delle realizzazioni. Tornando ai temi della convention, la ricerca – presentata da Ezio Micelli, presidente del Comitato scientifico di REbuild, e Federica Saccani, direttore esecutivo di Cbre – è nata per rispondere ad alcuni interrogativi: i progetti immobiliari che hanno perseguito certificazioni di sostenibilità energetica e ambientale hanno realizzato un extra-valore anche economico? Quanto vale l’extra-valore? Come varia in base al livello di certificazione? Quanto è migliorata la redditività di chi ha investito in immobili certificati green? Il lavoro presentato ieri conferma le valutazioni empiriche degli operatori del settore: il valore dell’asset immobiliare cresce tra il 7 e l’11% in funzione della qualità della certificazione. Ma l’effetto della certificazione non si limita alla diversa valorizzazione dei beni, ma incide sui tempi della loro commercializzazione. L’indagine – condotta sul mercato milanese, su un campione di 55 interventi terziari di circa 500mila metri quadrati nelle aree del centro cittadino e di Garibaldi-Repubblica – ha evidenziato, per gli immobili certificati, un significativo miglioramento dei tempi di collocamento sul mercato. L’effetto congiunto dei due effetti rilevati nell’indagine – aumento dei prezzi e maggior rapidità di collocazione sul mercato – determina un aumento del rendimento dell’investimento: un segnale di rilievo per gli investitori per i quali la sostenibilità non è solo una scelta etica, ma un’opportunità per superiori prestazioni economiche e finanziarie. “Dalle nostre rilevazioni nei confronti degli operatori del settore, ci aspettavamo questi risultati e queste conclusioni – ha sostenuto Saccani – Negli ultimi tre anni è cresciuta la domanda di qualità del costruito, a Milano e non solo. Nel Regno Unito la prima ricerca simile a questa risale al 2012: per il nostro Paese abbiamo voluto attendere qualche anno proprio perché il mercato immobiliare nazionale ha dimensioni decisamente più contenute rispetto a quello britannico, ma alla fine i dati hanno confermato una tendenza, che è in atto ormai da qualche tempo”. “Abbiamo lasciato alle nostre spalle un fase nella quale la certificazione Leed era considerata una medaglietta da appendere alla giacca – ha ribadito Micelli -. Oggi siamo in un contesto decisamente differente e migliore, per cui la certificazione è considerata un’opportunità. Il cambiamento insomma è strutturale, non una moda passeggera”. “La ricerca dimostra – ha aggiunto Daniele Levi Formiggini, presidente del Royal Institution of chartered surveyors Italia – che, rispetto ad altri Paesi europei, dove questi processi sono in una fase più avanzata, l’Italia si sta allineando a quelle prestazioni”. Tra i primi operatori del settore a portare un contributo di idee e di esperienze è stato Manfredi Catella, fondatore e Ceo di Coima Sgr, il quale ha insistito sulla necessità per il settore delle costruzioni di “tornare a fare industria”, smettendo i panni di un comparto di pura intermediazione finanziaria. “Da tempo abbiamo sposato un approccio olistico nelle nostre attività – ha affermato Catella – Oggi Coima, ma come noi gli ambienti più avveduti del nostro settore, punta alla crescita sostenibile, a realizzare profitti a lungo termine e a evitare l’indebitamento. L’esatto contrario dello scenario antecedente la crisi del 2008. Oggi, a differenza di allora, si celebra la socialità, la condivisione. Oggi, a differenza di un tempo, sono profondamente cambiate le abitudini di vita delle persone di giovane età. A differenza di ieri, il loro sogno oggi non è più la casa in proprietà, ma l’abitazione in affitto per una residenza sempre meno stabile, così come il luogo di lavoro. All’interno di questo quadro mutato, Coima, negli ultimi due anni, ha investito in Italia due miliardi di euro. E ora siamo pronti per una nuova stagione di progetti”. Interessante il contributo di Davide Albertini Petroni, direttore generale di Risanamento, il quale ha insistito su un altro aspetto del tema sostenibilità. “Certo, occorre realizzare edifici performanti e sostenibili – ha sostenuto Petroni – ma occorre anche saper costruire il senso di comunità, di socialità del vivere e dell’abitare. Ed è proprio quello che stiamo facendo con l’intervento al quartiere Santa Giulia, dove la certificazione Leed viene data per acquisita e, proprio per ricostruire quella socialità che è andata perduta, abbiamo affiancato la certificazione Well, che misura il benessere sociale di un intervento. Accanto a queste procedure di certificazione, sul modello anglosassone, abbiamo collocato nel processo di progettazione una serie di nuovi strumenti: il physical masterplan, la community design, la technology design e, infine, la progettazione vera e propria, concordata, in questo caso, con Lendlease, l’operatore immobiliare australiano già presente a Milano”. Un’attenzione particolare nella convention di REbuild è stata posta al tema della qualità degli ambienti di lavoro e alle condizioni di lavoro dei lavoratori. “Lavorare in un ambiente di lavoro di qualità – ha dichiarato Alessandro Mazzanti, Ceo di Cbre Italia – è un fattore importante per gli stessi imprenditori. Oggi, assume sempre più centralità il benessere psico-fisico di chi lavora nei nostri uffici e sono numerose le aziende che si sono incamminate su questa strada. Solo con la certificazione Leed è possibile raggiungere questi traguardi”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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