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L’Anev chiede al Governo di guidare il settore eolico verso livelli europei, tramite una corretta rimozione delle barriere amministrative, economiche e tecnologiche che consentirebbero di ridurne il costo improprio in maniera significativa. Alla luce delle seppur marginali riduzioni della tecnologia, emerse dallo studio Bloomberg, l’Anev sottolinea che è il momento di eliminare gli extracosti che solo in italia gli imprenditori affrontano e che rendono le rinnovabili più care che nel resto d’Europa. Eliminando i costi delle inefficienze e dei trasferimenti agli enti locali (pari a circa 40,00 €/mwh) e beneficiando della prevedibile ulteriore riduzione dei costi della tecnologia, l’eolico in italia potrebbe raggiungere entro il 2020 la grid parity. La positiva riduzione, seppur marginale, del costo degli aerogeneratori eolici valutata dallo studio: “Wind Turbine Price Index di Bloomberg New Energy Finance” in qualche punto percentuale, è un importante elemento di valutazione e deve essere correttamente analizzato. Innanzitutto come si evince analizzando lo studio nel dettaglio, tale seppur marginale riduzione di costo e relativa a ordini effettuati dai soli big players e ancor più relativa ad ordini per potenze di 250 MW. Questo significa ovviamente che il prezzo ottenuto, e correttamente riportato dallo studio, si avvantaggia dall’essere riferito a controparti forti che sono riuscite a massimizzare i valori economici dei loro ordini. Altro importante elemento riguarda l’importante apprezzamento valutario avvenuto nel 2010 da parte dell’Euro rispetto al dollaro, contestualmente al consolidamento del mercato mondiale (extra europeo) degli aerogeneratori che oggi sono prevalenti rispetto a quelli europei. Ultima questione è relativa a come questo studio si possa applicare all’Italia e se sia corretta per il nostro Paese la valutazione economica fornita. La risposta è sostanzialmente positiva con piccole correzioni dovute non al costo della tecnologia eolica, che è uguale in ogni parte del mondo e anche in Italia, ma nei costi di trasporto e costruzione che nel nostro Paese sono leggermente maggiori a causa della maggiore complessità orografica e infrastrutturale. Ultimo aspetto positivo che ha ulteriormente contribuito alla riduzione dei costi dell’eolico nel 2010 è stato l’aumento medio della potenza dei singoli aerogeneratori che si avvicina ai 3 MW cosa che ovviamente consente una riduzione complessiva di costo per macchina dovuta anche ad economie di scala. In conclusione l’ANEV auspica, e si attende, una riduzione ben maggiore di quella già avvenuta del costo finale di installazione dell’eolico, che consenta entro il 2020 all’eolico di raggiungere per le nuove installazioni la grid-parity. In parallelo però è indispensabile che in Italia vengano rimossi quegli elementi di inefficienza che oggi rallentano lo sviluppo delle rinnovabili, e che nel resto d’Europa non esistono. La semplice azione di semplificazione potrebbe infatti portare alla riduzione dei costi finali in maniera assai più rapida di quanto la riduzione dei costi della tecnologia possa fare, e potrebbe far scendere dal 1,59 milioni a MW attuali almeno a 1,25 milioni a MW per il nostro Paese. Tale riduzione potrebbe contestualmente far scendere il valore necessario dell’incentivo dai 159,00 €/MWh necessari oggi, ai 119,30 €/MWh a parità di durata (15 anni). Infine non può essere tralasciato un ultimo aspetto, la cui valutazione deve essere demandata al Governo centrale, e che riguarda gli importi che i produttori di energia eolica riconoscono ai Comuni e che tipicamente arrivano al 5% del ricavo cui vanno aggiunte le imposte locali per un ulteriore 1%. Tale onere che di fatto si configura come trasferimento di risorse agli Enti locali per il tramite degli imprenditori eolici NON può essere poi opposto agli stessi come troppo elevato livello di incentivazione. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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