Le proposte di Legambiente a sostegno della mobilità elettrica e a zero emissioni

E’ inutile prevedere blocchi per le vetture inquinanti e contemporaneamente prezzi agevolati per il gasolio. Legambiente ha presentato al Governo 10 proposte facilmente attuabili a sostegno della reale transizione della mobilità verso modelli sostenibili.

Proposte di Legambiente a sostegno della mobilità a 0 emissioni

Da qualche giorno in molti Comuni del Nord Italia sono state introdotte misure anti smog limitative per il traffico di mezzi particolarmente inquinanti, ovvero circa 3 milioni di auto e furgoni benzina Euro0 e diesel 1-2-3.

Sarebbe però forse ora di pensare a misure concrete a sostegno della mobilità a 0 emissioni piuttosto che mettere in atto interventi “tampone”. Basti pensare che mentre in Italia sono ancora previsti prezzi agevolati per il gasolio per poi bloccare la circolazione della auto alimentate da questo carburante, in molti degli altri paesi europei sono state introdotte da tempo misure a favore delle auto elettriche e in Germania, Francia, Olanda, Norvegia si vendono 10-20 volte più auto green di quanto avvenga nel nostro paese.

Legambiente a questo proposito ha presentato al Governo 10 proposte che potrebbero essere facilmente realizzate per una reale transizione verso la green mobility, che preveda una reale rivoluzione urbana sostenibile, alternativa, connessa, condivisa, multimodale, elettrica.

Le 10 proposte di Legambiente

  • Chi più inquina più paga: il gasolio nel 2019 dovrebbe costare quanto la benzina e di più della benzina nel 2020.
  • Introdurre un Voucher regionale mobilità sostenibile di mille euro a chi rottama la vecchia auto, da utilizzare non per l’acquisto di una nuova macchina ma per  abbonamenti e biglietti del trasporto pubblico, servizi sharing mobility, noleggio mezzi e veicoli elettrici. Il voucher sarà finanziato dall’aumento del bollo sui veicoli più inquinanti e sui mezzi di lavoro.
  • Sostegno di 1000 euro annui alla mobilità sostenibile finanziati dalle aziende (ed enti pubblici) per dipendenti e famigliari. In pratica sino a mille euro di “welfare mobilità” erogati dall’azienda non costituiscono reddito da lavoro ed è esentasse. 
  • Agevolazione IVA al 10% per la sharing mobility. Per le flotte aziendali elettriche usate come veicoli in condivisione anche per gli spostamenti privati dei dipendenti la detrazione IVA nell’acquisto o noleggio dei veicoli è 100%.
  • Incentivo fino a 6 mila euro per chi compera un’auto elettrica (metà se plug-in), finanziato da un aumento delle tasse d’acquisto proporzionale alle emissioni di CO2 e al costo. La misura è in grado di finanziare sino a 80 mila auto elettriche.
  • Detrazione per l’installazione delle colonnine di ricarica del 50% delle spese in 10 anni come nel caso di ristrutturazioni edilizie. Nessuna accisa per la ricarica in ambito pubblico. 
  • Autotrasporto: basta sconti fiscali per la trazione a gasolio e conversione graduale di tutto il trasporto pesante in biometano – GNL (gas liquefatto) e il trasporto leggero in elettrico
  • Pensare a precise misure per la micromobilità elettrica (monopattini, monoruota, musculari) con l’introdzione di norme assimilate a quelle delle e-bike e la garanzia di trasporto gratuito sui mezzi pubblici
  • Dare la possibilità a chi possiede e usa un’auto elettrica di scambiare elettricità in rete, comperandola quando serve e vendendola quando la rete ne ha bisogno. Il contributo dei veicoli può essere determinante con la diffusione in rete dei piccoli impianti rinnovabili discontinui, come il solare e l’eolico.
  • Pensare a misure di sostegno per i comuni che hanno introdotto piani sfidanti, con obiettivi di mobilità basse emissioni, elettrificazione, smartless, quartieri “car free”.

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