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"Di fronte a quanto sta accadendo in Giappone e alle conseguenti reazioni di molti altri paesi che hanno prontamente deciso di rivedere i programmi energetici frenando il nucleare, risulta ancor più incomprensibile il comportamento del governo italiano che vuole invece condannare alla chiusura centinaia di imprese delle rinnovabili, floride e produttive, mandando a casa migliaia di occupati specializzati nelle più moderne tecnologie, attraverso un decreto che cancella qualsiasi certezza nel futuro".Così Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente è intervenuto alla manifestazione indetta da ambientalisti e imprese del solare di fronte al ministero dello Sviluppo Economico.Dopo la manifestazione di giovedì a Roma, infatti, ieri i lavoratori del settore hanno protestato a Padova e le mobilitazioni continueranno nei prossimi giorni a Milano, Firenze e Roma."Servono risposte immediate per dare futuro all'industria dell'energia pulita – ha continuato Zanchini – perché sarebbe assurdo schiacciare un settore che nel 2010 ha avuto un vero e proprio boom e che, sostenuto adeguatamente, potrebbe arrivare al 2020 al 35% dei consumi elettrici italiani e, vista la continua riduzione dei costi delle tecnologie, spazzare via qualsiasi ipotesi di investire nei pericolosissimi e costosi impianti nucleari".Legambiente, anticipando alcuni dati dal rapporto Comuni Rinnovabili 2011, confuta ogni tentativo del governo di sostenere l'inadeguatezza delle fonti pulite nell'assicurare una reale crescita della produzione energetica.Come testimoniano i dati di Terna, infatti, nello scorso anno si è verificata una forte crescita della produzione da rinnovabili che è arrivata a coprire il 22,1% dei consumi elettrici complessivi italiani (importazioni e pompaggi inclusi), e oltre il 25% della produzione elettrica nazionale grazie a idroelettrico, eolico, fotovoltaico, biomasse, geotermia. Analizzando i dati, si evidenzia come sia cresciuto il contributo dell'eolico, che ha prodotto 8.374 GWh (+29% rispetto al 2009) e del fotovoltaico, con 1.600 GWh (+136%), ma anche delle biomasse, con 6.500 GWh (+10%) mentre l'idroelettrico è rimasto stabile a 49.369 GWh. Per Legambiente, le dichiarazioni odierne dei ministri Prestigiacomo e Romani dimostrano chiaramente la scelta del governo di voler cancellare le rinnovabili dal futuro dell'Italia proprio perché metterebbero a rischio gli investimenti nel nucleare: "Altro che due scenari che viaggiano in parallelo, come sostenuto finora, per i paladini del nucleare fermare le rinnovabili è oggi una priorità". fonte legambiente.it Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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