L’intervento del ministro Galletti alla COP 21, necessaria un’intesa ambiziosa

Revisione periodica dei target nei vari paesi, necessario limitare la crescita della temperatura di 1,5 gradi

Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, intervenendo alla sessione plenaria della Cop 21 sui cambiamenti climatici, ha evidenziato che il successo di questa COP, con la definizione di un accordo vincolante che garantisca a tutti i paesi un futuro migliore, “dipende solo da noi. Un futuro solidale in cui tutti i paesi abbiamo le opportunità economiche e tecnologiche per una crescita sostenibile”.

E’ necessario concludere Parigi con un’intesa storica e ambiziosa: “Oggi l’ambizione non è una opzione è una necessità perché non abbiamo più tempo per intese deboli. La Terra non ci dà altro tempo; gli eventi estremi innescati dal surriscaldamento globale stanno causando con una crescita esponenziale di frequenza e intensità, vittime e danni crescenti in tutto il mondo”.

L’Italia, ha continuato il ministro Galletti, è stata fra i paesi sottoscrittori del Protocllo di Kyoto e ha raggiunto gli obiettivi fissati: “Abbiamo ridotto le emissioni del 20% e nello stesso perido abbiamo cumulato una crescita economica del 30%”.

Fra le priorità da rispettare nel raggiungimento di un accordo il ministro segnala la necessità di “prevedere meccanismi di revisione periodica dei target che tengano conto del mutare delle condizioni dei vari paesi e delle loro capacità, della loro crescita economica e degli shock interni ed esterni che li colpiscono. Deve essere un accordo in cui tutte le Parti siano in grado di rendicontare e riferire sugli sforzi fatti, per permetterci di misurare lo sforzo collettivo necessario per raggiungere l’obbiettivo di contenimento del riscaldamento globale”.

Inoltre Galletti ha ribadito che debba esserci un impegno che permetta di limitare la crescita della temperatura di 1,5 gradi. “Per centrare questo obbiettivo sarà cruciale il ruolo della comunità internazionale per aiutare i paesi meno ricchi e in particolare i territori piu’ fragili: isole, deserti e montagne”.

L’Italia in questo senso ha già confermato che aumenterà il proprio contributo per la finanza internazionale per il ccambiameto climatico fino a 4 milardi di dollari negli anni tra il 2015 e il 2020 e si impegnerà per lo sviluppo delle energie rinnovabili in Africa.

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