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A cura di:La Redazione Photo by Ben Hershey on Unsplash I tifosi delle nazionali sportive di tutto il mondo sono in fibrillazione: manca davvero poco all’inizio dei mondiali di calcio ospitati in Qatar. La Coppa del Mondo FIFA 2022 è stata “pubblicizzata” come un evento carbon neutral, ovvero come un appuntamento sportivo con un impatto sul clima e sull’ambiente praticamente nullo. Eppure, secondo un report di Carbon Market Watch, la situazione sembra essere decisamente diversa. L’indagine svolta da Carbon Market Watch sottolinea quanto la definizione “carbon neutral” non sia propriamente corretta: l’organizzazione dell’evento calcistico sottovaluterebbe in realtà i veli livelli di emissioni del torneo e il reale impatto sul clima. La “vera” sostenibilità dell’evento calcistico Secondo l’associazione no profit, la Coppa del Mondo ospitata in Qatar porterà all’emissione di 3,6 mega-tonnellate di C02 equivalente. Un valore che va chiaramente in controtendenza rispetto al concetto di “carbon neutral”: Carbon Market Watch ritiene che l’analisi svolta per definire il livello di carbonio non si avvicini ad una stima effettiva dei potenziali danni che un evento di tale portata può provocare all’ambiente. Il motivo? La FIFA ha calcolato il livello di emissioni di C02 basandosi sul principio della “condivisione dell’uso”. Ma cosa significa? La federazione sportiva ha valutato solamente le giornate effettive in cui si tengono i match sportivi, senza calcolare l’impatto sull’ambiente che ha l’intero ciclo di vita della Coppa del Mondo. Facciamo un esempio relativo alle emissioni infrastrutturali. Secondo il report “Una delle principali fonti di emissioni che sembra essere stata sottovalutata è la costruzione di infrastrutture, in particolare i nuovi stadi. A causa dell’approccio contabile scelto, alla costruzione di nuovi stadi permanenti è stato assegnato un volume molto ridotto di emissioni – equivalente a solo il 5,5% del totale delle emissioni del torneo”. Per il torneo sono stati costruiti altri sei stadi oltre a quello già presente in Qatar. Secondo la stima realizzata dall’associazione, il valore reale delle emissioni di carbonio è stato sottostimato di 8 volte: parliamo quindi di 1,6 MtCO rispetto agli 0,2 MtCO riportati. Per non parlare del futuro di queste strutture, destinate al disuso. Alcune delle strategie messe in campo dalla FIFA appaiono poco chiare secondo Carbon Market Watch. La federazione calcistica parla della creazione di alcune attività “green” per assorbire le emissioni di CO2 (la creazione di vivai o di “turf farm”) realizzate ad hoc. Ma, sebbene l’irrigazione utilizzi acque reflue trattate, secondo Carbon Market Watch non è credibile pensare che queste operazioni possano assorbire le emissioni di anidride carbonica. Il motivo? È improbabile che questo stoccaggio di carbonio sia permanente in questi spazi verdi artificiali e vulnerabili, mentre il carbonio e il biossido rimangono nell’atmosfera da secoli a millenni. Per compensare le emissioni associate alla Coppa del Mondo, gli organizzatore dell’evento hanno creato uno standard di credito di carbonio ad hoc per l’evento. Ma lo scenario non è così verde come possiamo sperare: il torneo dovrebbe fornire almeno 1,8 milioni di crediti per compensare le emissioni realizzate durante tutta la durata del mondiale. Al momento i progetti registrati sono solamente due, i quali totalizzano poco più di 130.000 crediti. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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