Dalle Rinnovabili, entro 10 anni, fino al 50% della domanda energetica italiana

Luci e ombre di un mercato, quello del fotovoltaico italiano che, comunque, gode di buona salute e cresciuto con tassi record negli ultimi anni.
Dopo la grande performance del 2010, anche il nuovo anno conferma questa crescita eccezionale: secondo gli ultimi dati del GSE (gestore dei servizi elettrici), infatti, nei primi otto mesi le nuove installazioni hanno consentito di raggiungere una potenza accumulata pari 10,5 GW, che le stime valutano oltre i 14 GW alla fine del 2011.
Ma quali sono le prospettive per i prossimi anni e quale il futuro dell'industria nazionale fv nazionale, alla luce dei profondi cambiamenti in atto nelle dinamiche competitive a livello mondiale e delle modifiche introdotte nel regime di incentivazione introdotte dal Quarto conto energia?
Dati che proiettano l'Italia al primo posto nella classifica mondiale per capacità installata annua, consacrando il nostro Paese come leader mondiale nell'utilizzo di questa tecnologia – ha sottolineato Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club.
Al tempo stesso, però, stiamo assistendo a una profonda trasformazione nell'impiego dei sistemi fv, che nei prossimi anni sarà sempre più orientato verso le installazioni sugli edifici a discapito dei grandi parchi solari che finora hanno sostanzialmente fatto da traino allo sviluppo del settore. Una trasformazione favorita dal nuovo regime di incentivazione e che apre nuove ed eccezionali prospettive di sviluppo per la nostra industria. Per le imprese italiane puntare allo sviluppo di tecnologie innovative, pensate per consentire l'integrazione degli impianti nelle strutture architettoniche degli edifici è sicuramente una delle strade per affrontare le sfide di un mercato globale che vede le imprese asiatiche avvantaggiate dai minori costi di produzione e dalle politiche di sostegno alla produzione adottate dai loro governi.

Le enormi potenzialità di crescita del fv italiano e il ruolo crescente che questa tecnologia avrà nel mix energetico nazionale sono state sottolineate da Agostino Re Rebaudengo, neo-presidente di Aper, l'associazione dei produttori di energie rinnovabili. "I risultati del referendum dello scorso giugno che hanno portato alla cancellazione del piano per il nucleare del governo, hanno aperto scenari molto promettenti per il futuro delle rinnovabili e del fotovoltaico. Il Piano d'azione nazionale per l'energia, infatti, prevedeva un fabbisogno elettrico lordo di 330 Twh per il 2020, soddisfatto rispettivamente da fonte fossili, per 187 TWh, rinnovabili, 98 Twh, e nucleare, 90 Twh – ha spiegato Rebaudengo -. Ora la quota del nucleare dovrà essere ripartita tra le prime due: in questo scenario l'obiettivo è di arrivare a produrre con le rinnovabili circa 150 TWh al 2020, arrivando quindi a soddisfare con energie pulite circa il 50% della domanda". Un obiettivo ambizioso, nel quale una parte rilevante spetterà alle tecnologie fv, ma che per essere raggiunto richiede il superamento di alcuni ostacoli che ancora ne limitano lo sviluppo e frenano gli investimenti, come ad esempio la razionalizzazione e velocizzazione degli iter autorizzativi e la stabilità del regime di incentivi.

Su questo ultimo punto, in particolare si è soffermato Gianni Chianetta, presidente di Assosolare, associazione nazionale dell'industria fotovoltaico. Come associazione abbiamo più volte sottolineato alcuni aspetti non felici del Quarto conto energia, come la creazione del registro per i grandi impianti, il limite degli 8 GW per le installazioni sui terreni agricoli. A questo si aggiunge la mancanza di una chiara strategia energetica condivisa. Tutti aspetti che devono essere superati- spiega Chianetta -. Tuttavia, le nuove norme hanno introdotto anche alcune novità che possono aiutare lo sviluppo dell'industria: penso ai premi riconosciuti ai prodotti più innovativi, ai sistemi perl'integrazione architettonica e per l'efficienza energetica, oltre ad aver fissato l'obiettivo dei 23 GW di installazioni al 2016, che danno nuove prospettive di medio e lungo termine al futuro del settore.

Su questi ultimi punti concorda Valerio Natalizia, presidente di ANIE-GIFI. "Il tema dell'innovazione, della ricerca di soluzioni più efficienti, sono fattori che possono aiutarci a vincere le sfide di un mercato globale, dove la competizione è sempre più agguerrita – ha spiegato Natalizia -. Ma la filiera fotovoltaica italiana ha già dimostrato di avere la forza e tutte le carte in regole per giocarsi la partita. Ovviamente, occorre anche un nuovo approccio, non focalizzato solo sulla produzione dei moduli in senso stretto, ma che sappia guardare anche ad tutti gli altri componenti di un impianto e ai servizi legati alla sua gestione. Penso, ad esempio al discorso dell'elettronica applicata al fv, campo nel quale l'Italia è ai massimi livelli, alla produzione di componenti dei sistemi, che ormai rappresentano la quota maggioritaria del costo degli impianti, ai servizi di manutenzione e controllo. Attività che possono creare ricchezza e posti di lavoro di alto profilo tecnologico".

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