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Legambiente ha presentato XVI Rapporto Ecosistema Scuola, l’indagine annuale dedicata alla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi scolastici di 96 capoluoghi di provincia. Emerge che pur crescendo l’attenzione dei Comuni e aumentando gli investimenti nella manutenzione degli edifici, il 39% degli edifici necessita di interventi di manutenzione urgente e il 29,3% è in aree a rischio sismico, il 10% in aree rischio idrogeologico e il 10,4% in aree a rischio vulcanico. Nella Penisola su 6.310 edifici, circa il 65% è stato costruito prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica del 1974. E’ necessaria una programmazione e un piano pluriennale vero e credibile che punti su tre direzioni: messa in sicurezza, manutenzione ordinaria e innovazione delle nostre scuole. Trento, Reggio Emilia e Forlì guidano la classifica della qualità dell’edilizia scolastica. Ancora troppe le differenze tra nord e sud in termini di qualità del patrimonio edilizio scolastico, di investimenti, servizi e buone pratiche sostenibili. Nel nord la media degli investimenti per la manutenzione straordinaria è quattro volte quella del sud, nonostante vi sia una maggiore necessità di interventi nel meridione legata anche alla fragilità del territorio, al rischio idrogeologico, sismico e vulcanico.Legambiente plaude alla pubblicazione anagrafe scolastica, attesa da molti anni e alla decisione del Governo di stanziare maggiori fondi per la manutenzione e la messa in sicurezza degli edifici, ma sottolinea anche che è necessario fare di più. Per quanto riguarda l’attenzione all’efficienza energetica e alle scelte sostenibili, si registra un calo del servizio scuolabus e dei servizi scolastici, mentre aumentano gli edifici che usano energia rinnovabile, che passano dal 13,6% del 2013 al 14,3% del 2014. Tra gli edifici che utilizzano rinnovabili, la maggior parte presenta pannelli fotovoltaici (71,1%), e impianti solari termici (23,4%). Cresce la copertura dei consumi da fonti rinnovabili, con il 44,5% e aumenta la percentuale di edifici che utilizzano mix di fonti rinnovabili (12,1%). A livello regionale fanno da portabandiera per l’utilizzo di fonti energetiche alternative Abruzzo e Puglia con rispettivamente il 40% e il 53,9% delle scuole. Maglia nera alla Lombardia, dove solo il 2,8% delle scuole utilizzano fonti rinnovabili, e a Campobasso, capoluogo molisano dove nessuna scuola utilizza fonti energetiche alternative. Abruzzo, Marche, Sicilia e Toscana sono le regioni dove maggiormente si utilizzano impianti solari termici; dal Lazio alla Calabria passando per Friuli e Sardegna le scuole usano il solare fotovoltaico. Impianti a geotermia o pompe di calore sono presenti negli edifici di Friuli, Emilia Romagna, Lombardia, Liguria, Puglia, Sicilia e Veneto; quelli a biomassa sempre in quelli dell’Emilia ma soprattutto dell’Umbria e del Piemonte. Per quanto riguarda gli edifici scolastici esposti a situazioni di rischio ambientale indoor e outdoor, scendono al 90,3% i comuni che hanno effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto negli edifici scolastici nonostante i casi certificati di amianto siano passati dal 7,5% del 2013 al 10,1% del 2014. In flessione i dati sul radon, che viene monitorato dal 30% delle amministrazioni contro il 32% del 2013. Rispetto alle fonti d’inquinamento elettromagnetico, quest’anno è stato inserito nel questionario di Ecosistema Scuola il monitoraggio da Basse Frequenze e da Alte Frequenze, entrambi risultati tuttavia quasi pari allo zero. Rispetto alle fonti di illuminazione, il neon è quello che viene maggiormente utilizzato nelle scuole, sebbene si passi dal 67,9% del 2013 al 56,7% del 2014, mentre aumenta l’utilizzo di altre illuminazioni a basso consumo (31,7%) come ad esempio i led. Scarica il XVI Rapporto di Legambiente Ecosistema Scuola Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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