Fotovoltaico: studio USA individua le alternative al silicio

La scarsità del silicio e i costi per il suo trattamento costituiscono un freno allo sviluppo del fotovoltaico. Partendo da questo presupposto il  Lawrence Berkeley National Laboratory, supportato dall’EPA (U.S Environmental Protection Agency), ha realizzato uno studio eseminando  23 materiali semiconduttori potenzialmente idonei a sostituire il silicio per la produzione di celle fotovoltaiche. Di questi ne sono stati selezionati 12 che risultano essere più facilmente reperibili rispetto al silicio di qualità fotovoltaica, 9 dei quali risultano anche più economici dal punto di vista della lavorazione.
Attualmente, l’alternativa commerciale più valida ai moduli al silicio è quella dei film sottili a base di un composto di “rame-indio-gallio-selenide” o di tellururo di cadmio. Tuttavia, gli esperti sostengono che le risorse di tali materie prime non siano concretamente sufficienti a sostenere una efficace implementazione globale del mercato fotovoltaico.
Tra i potenziali sostituti del silicio la ricerca della Berkeley University pone il solfuro di rame, l’ossido di rame e, soprattutto, la pirite di ferro, che è il principale candidato in termini di costi e di disponibilità.

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