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Marco Milanese (Pdl), relatore alla Finanziaria in qualità di consigliere economico del ministro dell’economia Giulio Tremonti, dopo la rivolta della associazioni per l’esclusione del bonus dalla finanziaria ha sottolineato che “potrebbe entrare nel decreto milleproroghe di fine anno la proroga della detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici, in scadenza il il 31 dicembre 2010″. Dopo un primo allarme, di fronte alle durissime reazioni delle diverse associazioni alla notizia del mancato rinnovo, nella Legge di stabilità, della proroga della detrazione del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici, il Governo sembra dunque pensare a un’alternativa. In Commissione Bilancio della Camera, infatti, è stato riammesso l’emendamento alla Legge di stabilità, presentato dal Pd a firma della capogruppo in commissione Ambiente, Raffaella Mariani. Alcune reazioni delle Associazioni all’esclusione del Bonus dalla Legge Stabilità Rosario Messina, presidente di FederlegnoArredo ha così commentato: “Un dietrofront inspiegabile del Governo, che rischia di mettere ulteriormente in ginocchio il sistema industriale. Si tratta di una decisione grave – prosegue Rosario Messina – che mette a rischio oltre 8.000 posti di lavoro solo nel comparto dei serramenti e colpisce pesantemente il rilancio dei consumi e di conseguenza lo sviluppo delle aziende. Non riteniamo giustificabile eliminare misure così importanti per rivitalizzare il sistema proprio in un momento di crisi e instabilità dei mercati. La decisione appare ancor più grave e incomprensibile alla luce dei risultati positivi finora registrati grazie a questa misura, in particolare a sostegno del processo di emersione dell’economia”. “Il bonus del 55% per la riqualificazione energetica è uno strumento di rilancio strategico per il comparto dei serramenti e per l’intero settore – afferma Alberto Lualdi, presidente di EdilegnoArredo – una scelta necessaria per riqualificare il patrimonio immobiliare italiano e ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera”. Federconsumatori sottolinea che si tratta di una scelta davvero inaccettabile e poco lungimirante. Secondo quale logica, in piena crisi economica, e di fronte ai continui aumenti dei costi di alcuni prodotti energetici, si sceglie di tagliare i fondi destinati ad incentivare e far crescere, nel nostro Paese, la cultura del risparmio energetico? Oltre al fatto che comporterebbe non solo dei danni alla ripresa economica del Paese, ma anche e soprattutto all’ambiente, dal momento che l’efficienza energetica degli edifici permette di ottenere molti risultati positivi in più rispetto ad appalti poco trasparenti come quelli sull’eolico. Pietro Gimelli – Direttore Generale UNCSAAL “Non rinnovare le misure relative agli sgravi fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici è una scelta incomprensibile che avrà ricadute devastanti sul tessuto industriale della Piccola e Media impresa italiana (1 Miliardo di Euro di fatturato in meno previsto per il 2011 solo per il sistema serramenti), sull’occupazione non tutelata dagli ammortizzatori sociali (8000 i posti di lavoro che il comparto serramenti stima di perdere l’anno prossimo), sul bilancio energetico e ambientale del nostro Paese e sulle casse dello Stato. Quest’ultimo oltre a perdere il gettito fiscale a causa della pesante contrazione di fatturato prevista, vedrà invertirsi il processo di emersione dell’economia che il 55% aveva indubbiamente generato e si vedrà inoltre costretto a pagare le pesanti penali comunitarie per il mancato raggiungimento dei concordati obiettivi di riduzione della Co2. Senza lo stimolo del 55% è già stata stimata una diminuzione degli investimenti in innovazione (che in questi anni grazie al provvedimento era aumentata di circa il 70%) di oltre 300 milioni di euro solo per i serramenti metallici. Il Presidente di Legambiente Cogliati Dezza ha così commentato: “Com’è possibile cancellare un provvedimento virtuoso che ha creato lavoro, permesso di ridurre le bollette energetiche, riqualificato case e edifici? Le detrazioni del 55% per gli interventi di efficienza energetica in edilizia sono sicuramente il più lungimirante intervento di sviluppo sostenibile introdotto negli ultimi anni in Italia. Sarebbe un gravissimo errore cancellarlo e provocherebbe danni assai rilevanti per le imprese e le famiglie. Se il Ministero dell’Economia confermerà la sparizione degli incentivi a partire da gennaio faremo sentire la nostra voce insieme a quella di molti altri. A pensarla come noi, infatti, ci sono imprenditori, costruttori e associazioni dei consumatori pronti a scendere in piazza”. “Se sarà necessario – conclude Cogliati Dezza – chiederemo all’Unione Europea d’intervenire visto che nel Piano per le rinnovabili inviato dal Governo a Bruxelles a Luglio, il 55% era individuato come una delle strategie fondamentali per raggiungere gli obiettivi al 2020. Ricordiamo che quegli obiettivi sono vincolanti, e le politiche sono sotto osservazione da parte della Commissione, quindi il Governo farebbe bene a ripensarci e a mantenere un provvedimento tra i più utili che siano stati fatti negli ultimi anni per ammodernare il Paese e sviluppare un’economia sostenibile”. 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