Squinzi, economia italiana a un punto di svolta

Intervento del presidente di Confindustria alla presentazione del Progetto Bitech di ANIMA e ANIE

Squinzi, economia italiana a un punto di svolta

Giorgio Squinzi, Presidente Confindustria

Lorenzo Bellicini, Presidente Cresme

Lorenzo Bellicini, Presidente Cresme

Considerando che il sistema edificio-impianto richiede soluzioni sempre più complesse e tra loro integrate, Anie – Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche ed Anima, Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica varia e affine, hanno presentato lo scorso 27 marzo il progetto BITECH, Building Innovation Technology, nato con l’obiettivo di evidenziare il ruolo sempre più centrale delle tecnologie impiantistiche negli edifici e contribuire a definire politiche sostenibili per il new building e la riqualificazione dell’installato esistente, secondo criteri di efficienza energetica, sicurezza, fruibilità, comfort, interconnessione.

In occasione della presentazione del progetto BITECH, è intervenuto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, affermando che “l’economia italiana è a un punto di svolta e sembra avvicinarsi l’uscita dal lunghissimo tunnel della crisi; le previsioni sulla produzione industriale sono positive nonostante l’inaspettata frenata di gennaio che verrà probabilmente recuperata nei prossimi mesi. Il livello degli ordini è in crescita, grazie soprattutto alla domanda estera che risulta in accelerazione grazie anche a un favorevole andamento dei tassi di cambio”.
Squinzi ha sottolineato che la ripresa della nostra economia è certamente legata alle variabili esogene, in particolare alla caduta dei prezzi petroliferi, al mutato valore di cambio euro/dollaro e alle misure straordinarie messe in campo dalla Banca Centrale europea per aumentare la liquidità dei mercati e sostenere la dinamica dei prezzi nell’eurozona. Il Presidente di Confindustria ha dunque mostrato ottimismo e fiducia sottolineando una serie di fattori positivi tra cui l’incremento del livello degli ordini sostenuto soprattutto dalla domanda estera e la fiducia dei consumatori che è in crescita, “si registrano incrementi delle voci legate alle decisioni di consumo (aumentano le immatricolazioni di auto e compravendita di immobili mostra segnali di ripresa). Mancano ancora all’appello una ripresa più convincente della domanda interna e una conseguente uscita dalla deflazione, ma diversi segnali lasciano presagire una dinamica positiva. Fra tutti gli indicatori il più incoraggiante è la ripresa dell’occupazione con 93.000 nuovi occupati a dicembre, e 11.000 a gennaio”.
Il Governo ha adottato una serie di misure di politica industriale, con azioni mirate al sostegno dell’impresa: “dalla legge di stabilità 2015, all’eliminazione della quota lavoro dell’Irap, richiesta che Confindustria portava avanti da anni, alla totale decontribuzione dei neo assunti per un perioro di tre anni, dal credito di imposta per la ricerca alla conferma per il 2015 del bonus per l’efficienza energetica e le ristrutturazioni edilizie. Il rifinanziamento della nuova Sabatini sta funzionando bene e ha già sostenuto finanziamenti in attrezzature e beni strumentali pr oltre 2 miliardi di euro”.
Per consolidare la ripresa e riportare l’economia occorrono anche scelte che puntino da subito al rilancio degli investimenti che alimentano crescita e domanda interna. “Tornare a investire è una proiorità, sottolinea Squinzi – i dati sono impietosi, gli investimenti si sono ridoti in EU del 14% tra il 2008 e il 2013, in italia di oltre il 25%. Se guardiamo al solo comparto delle costruzioni la perdita stimata dall’Ance tra il 2008 e il 2014 potrebbe toccare il 32%. Sono numeri impressionanti rispetto ai quali  è doveroso agire in modo deciso. Il Presidente di Confindustria lamenta infine  che ”non emerge ancora un vero disegno di rilancio industriale che, facendo leva sulle iniziative comunitarie (Industrial Compact e Horizon 2020), orienti tutti il sistema produttivo verso l’innovazione e la competitività”. “Finora le imprese hanno fatto sviluppo e internazionalizzazione soprattutto con le forze proprie, ma quello che occorre ora è un quadro di sistema che ci permetta di mettere a terra i nostri cavalli, anche in settori come quello delle costruzioni come dimostrato dal progetto presentato oggi. Il progetto building è una best practice che dimostra la capacità di un settore di riemergere dalla crisi, riposizionandosi attraverso livelli tecnologici sempre più elevati, grazie a nuovi metodi di lavoro che mirano a valorizzare le singole innovazioni puntando alle integrazione e al dialogo tra le tecnologie”.

I dati del Cresme

Lorenzo Bellicini, presidente del Cresme ha presentato i dati dell’Osservatorio dell’edilizia elaborati insieme ad Anie e Anima. Fra il 2008 e il 2014, il settore delle costruzioni nel suo complesso ha perso, a valori correnti, il 17%. Nello stesso periodo l’impiantistica elettrica, elettronica e meccanica hanno registrato un trend crescente. La spesa destinata agli impianti nelle nuove costruzioni è passata da un peso percentuale del 9,8% sul costo di costruzione globale di un fabbricato a un peso pari al 14,4%, dimostrando così il ruolo progressivamente crescente degli impianti nell’edilizia, sia quelli di tipo elettrico ed elettronico che quello di tipo meccanico.
Le tecnologie elettrotecniche ed elettroniche rappresentate in ANIE e le tecnologie meccaniche rappresentate in ANIMA che si rivolgono al mercato delle costruzioni hanno realizzato nel 2013 un fatturato congiunto di circa 46 miliardi di euro, di cui 23 miliardi nel mercato nazionale. 
Gli investimenti in costruzioni ed edilizia nel 2014 hanno rappresentato un mercato da 103 miliardi, a cui si aggiungono 36, 3 miliardi di manutenzione ordinaria. 
Sono 2 i drivers determinanti per il futuro: il mercato mondiale delle costruzioni da qui al 2025 ripartirà grazie alle economie emergenti, è dunque fondamentale una politica di internazionalizzazione per il nostro sistema paese. L’altro driver del mercato è quello della riqualificazione, ristrutturazione e recupero, in Italia è un mercato che vale il 75% del valore delle costruzioni. “E’ un mercato strutturalmente destinato a crescere nel tempo, sottolinea Bellicini. Se segmentiamo il mercato della riqualificazione per tipologia di intervento, per il momento il grosso di questo mercato è fatto di microinterventi e ancora manca una politica globale”. L’Osservatorio, nel monitorare le dinamiche dei fatturati delle diverse famiglie di prodotti si è posto, fra gli obiettivi, anche quello di misurare la differenza fra gli aggregati che includono elementi di innovazione e quelli di tipo più tradizionale, mettendoli in relazione con gli investimenti in costruzioni. Emerge la crescita di quelle tecnologie con un maggiore contenuto di innovazione, in particolare, nelle nuove tecnologie e nei prodotti per la sicurezza, il risparmio energetico e il benessere.
Ed è proprio il settore del risparmio energetico che negli ultimi sei anni ha registrato un vero e proprio boom. Secondo i dati forniti dall’Osservatorio tra il 2008 e il 2014 il settore dell’illuminazione – sorgenti Led è cresciuto del 577% fino a quota 2,81 milioni di euro; quello degli impianti fotovoltaici è salito del 55% con una capacità installata di 7.300 MW. Il trend è stato positivo anche per domotica (+34% a 368 milioni di euro), pompe di calore in gruppi refrigeratori, compressione condizionatori d’aria e di acqua (+20% a 472 milioni di euro), sistemi antintrusione (+4% a 7,68 milioni); sistemi tecnologici di prevenzione incendi (+2,2% a 2,35 milioni).
La domanda estera registra risultati più positivi di quella interna. Prendendo a riferimento l’aggregato dei prodotti della tecnologia meccanica con maggiori componenti innovative si registra fra il 2009 e il 2014 un calo del fatturato interno del -8% ed un aumento del fatturato derivante dalle esportazioni del +14%. Ed entrambi i settori di destinazione, nello stesso periodo hanno registrato una perdita: del -11% (a valori correnti) il settore delle costruzioni italiano e del -4.5% quello europeo (che rappresenta il maggior bacino di domanda estera).
Le tecnologie elettrotecniche, elettroniche e meccaniche costituiscono uno dei principali driver di innovazione tecnologica per il settore delle costruzioni e il processo edilizio, l’abitare e il vivere urbano. Sono il motore di un processo in atto che renderà nei prossimi venti anni il mondo degli impianti, attraverso l’applicazione dell’elettronica e della meccanica all’edificio e alla casa, il vero protagonista di una fase di radicale innovazione e cambiamento nei prodotti edilizi e nei modi di abitare.
Nessuno più pensa all’edificio come solo e semplice involucro, perché l’evoluzione ci porta a vedere il building come un “sistema” in cui i diversi impianti evolvono e si integrano per fornire agli utenti condizioni di vita ottimali e sostenibili di tutte le funzioni e i servizi disponibili. In questo contesto sarà la sinergia tra le varie tecnologie a fare da traino.
Gli scenari a medio termine evidenziano dinamiche di crescita interessanti. In termini reali, dal 2015 al 2020 si prevede una crescita del 15,7% del valore della produzione nel settore delle costruzioni in Italia con una crescita del 33,1% del mercato dell’impiantistica in generale. 
L’impiantistica a più alto grado di innovazione invece crescerà del 47,7%. Percentuale che potrebbe salire al +69% in caso di rimozione dei freni di natura burocratica ed economica che attualmente vincolano pesantemente la crescita. 

“L’edificio è un oggetto sempre più complesso al cui interno si integrano diverse tecnologie che comunicano tra loro e con lo spazio in cui sono inserite – commenta Claudio Andrea Gemme, Presidente ANIE Confindustria. – La nostra industria è in grado di proporre in questo campo le soluzioni più avanzate al mercato. Secondo le statistiche, gli edifici consumano oltre il 40% di tutta l’energia elettrica prodotta: anche per questo stiamo lavorando molto come Federazione ANIE per inserire le nostre proposte nel GREEN ACT, il documento di indirizzo strategico che il governo si appresta a scrivere per rimettere la crescita sostenibile al centro della ripresa. Non può esistere alcun Green Act senza il contributo della componente tecnologica che noi come industria produciamo e che può portare risparmio ed efficienza energetica a tutti i livelli. Questo è il nostro contributo per rimettere il Paese sul sentiero della crescita. Noi ci crediamo.”

“Come ANIMA stiamo seguendo con attenzione tutte le iniziative del Governo dedicate al settore dell’Edilizia e della Green Economy – afferma Alberto Caprari, Presidente della Federazione ANIMA – assicurando il nostro supporto in termini di proposte e riflessioni su tutto quanto riguarda le soluzioni per l’efficienza energetica e l’uso delle fonti rinnovabili (specialmente termiche ed idroelettriche in cui il nostro Paese è tra i leader), per dare un contributo fattivo a uno sviluppo positivo dell’economia, della sostenibilità ambientale e del modello sociale ed urbano nel nostro Paese. Il Progetto Bitech vuole essere un esempio concreto dell’impegno dell’Industria Italiana delle tecnologie”.

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