La natura libera dalla plastica, nella vita delle città la soluzione del Wwf

C’è così tanta plastica nel mondo che gli scienziati parlano di una nuova epoca storica: il plasticene. I dati sono “sempre più allarmanti, soprattutto per le microplastiche”. Con l’esposizione – da aria, acqua, cibo – c’è il rischio di ingerire da dozzine a oltre 100mila microplastiche ogni giorno. Nel mar Mediterraneo hot spot della plastica, finiscono ogni anno 229mila tonnellate di plastiche. Ce la buttano le città costiere. Tra le prime 10 più inquinanti Roma, Milano, Torino. Il progetto Plastic smart cities

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La natura libera dalla plastica, nella vita delle città la soluzione del Wwf

La natura libera dalla plastica inizia con la vita quotidiana nelle città. E’ questa la soluzione indicata dal Wwf con il progetto Plastic smart cities.

I dati più recenti forniti dalla comunità scientifica – spiega il Wwf – sono “sempre più allarmanti, soprattutto per le microplastiche alle quali siamo fortemente esposti più di quanto pensiamo: si stima che con l’esposizione cumulativa dall’aria, acqua, sale e frutti di mare, adulti e bambini potrebbero ingerire da dozzine a oltre 100mila microplastiche ogni giorno”.

Lotta alla plastica con le migliori pratiche

E’ per questo che “la lotta alla plastica in natura ha bisogno di un impegno collettivo, meglio se guidato da chi ha la funzione di gestire direttamente la vita dei cittadini”.

E il progetto mira proprio per questo “a fare delle città centri di soluzione per implementare le migliori pratiche volte a prevenire, ridurre e gestire la plastica sempre più come risorsa e non come rifiuto”.

Mediterraneo hot spot della plastica

Purtroppo il mar Mediterraneo è “una delle aree più colpite dall’inquinamento da plastica”.

Mediterraneo hot spot della plastica

Viene ritenuto “un hotspot di concentrazione delle plastiche in mare”. Tanto che secondo una recente analisi “nel mar Mediterraneo ogni anno finiscono 229mila tonnellate di plastiche, l’equivalente del contenuto di 500 container scaricati in acqua ogni giorno”; inoltre appartiene al Mediterraneo “un triste primato. Nelle sue acque si trova la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nelle profondità di un ambiente marino: 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato”. Oltre metà di questa plastica proviene “da soli tre Paesi: il 32% dall’Egitto, il 15% dall’Italia e il 10% dalla Turchia”.

Città costiere ‘buttano’ plastica in mare, Roma in testa

Secondo il Wwf, dal momento che molte città si affacciano sulle coste, hanno un ruolo chiave nella prevenzione della dispersione della plastica nel mare.

Le attività costiere e una gestione inefficiente dei rifiuti, che peggiora ulteriormente nel periodo estivo a causa dell’aumento dei flussi turistici e delle relative attività ricreative, sono infatti tra le principali fonti di immissione della plastica in mare.

Tra le prime 10 città più inquinanti del Mediterraneo “ben cinque sono italiane: Roma che detiene il primato assoluto, seguita da Milano, Torino, Palermo e Genova”.

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