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Le rinnovabili non sono piu' una opzione ma ''una necessita''' mentre il risparmio energetico nel comparto civile e' per il governo ''un'area prioritaria di intervento. In tal senso stanno per arrivare le linee guida per la certificazione energetica degli edifici''. Lo ha affermato il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, presentando la relazione in commissione ambiente della Camera. In merito alle rinnovabili il ministro ha sottolineato la necessita' non solo di promuoverne l'uso ma di ''potenziare il comparto industriale'' e la produzione di materie prime che ne consentono lo sfruttamento. Una sfida ''che puo' e deve essere raccolta soprattutto nel mezzogiorno, dove un ruolo importante puo' essere svolto dalla nuova banca del sud e dalla sua funzione di promozione delle politiche industriali nelle regioni meridionali''. In merito al risparmio energetico nel comparto civile, Prestigiacomo ha ricordato che il 40% dell'energia consumata ogni anno in Italia e' destinata agli usi civili e il 30% di questa energia puo' essere risparmiata senza sacrifici. Sulla base di queste premesse, il Ministro ritiene che la scelta per l'energia sostenibile e quindi per le fonti rinnovabili per l'Italia non sia più una opzione, ma una necessità. Promuovere la ricerca in questo campo, riuscire ad elaborare tecnologie capaci di farci sfruttare sole, vento, biomasse in maniera sempre più efficace è essenziale per il futuro del nostro paese, ma è anche una scommessa economica perché queste sono le tecnologie del futuro, quelle su cui nei prossimi decenni si giocherà la leadership mondiale nel campo dell'energia In questo panorama di politica energetica si inserisce anche la scelta del Governo a favore dell'energia nucleare, un'energia pulita, che non produce gas serra, che è ampiamente usata da tutti i nostri concorrenti europei e mondiali. Dopo aver affrontato la questione energetica, il Ministro si è occupato della questione delle emissioni di gas serra. L'Italia, nell'ambito dell'attuazione degli accordi di Kyoto, si è impegnata in sede europea a ridurre entro il 2012 le emissioni di gas serra del 6,5% rispetto al dato del 1990. Per il Governo si tratta di un impegno molto maggiore perché rispetto al '98, quando vennero definite quelle quote, le emissioni italiane non sono diminuite, bensì cresciute di circa il 12%. Alla luce di tale esperienza, il Governo si impegnerà affinché le quote di riduzione per il periodo 2012-2020 siano definite con criteri più equi e meno penalizzanti per il nostro sistema economico. Ma è evidente che tali considerazioni non inficiano l'esigenza di una sostanziale riduzione della produzione del gas serra da parte del nostro sistema-paese. Per raggiungere tale obiettivo occorre intervenire su una molteplicità di leve che coinvolgono nel suo complesso la nostra organizzazione sociale ed economica. Da questo punto di vista, è opportuno incentivare l'utilizzo del gas in sostituzione del petrolio. Il gas infatti produce 4 volte meno gas serra degli impianti a carbone e 3 volte meno di quelli a petrolio ed ha standard di rendimento migliori. In quest'ottica appare evidente l'esigenza di dotare il nostro paese di un numero sufficiente di rigassificatori per affrancare la nostra dipendenza dall'approvvigionamento dai gasdotti che provengono o attraversano paesi spesso politicamente instabili o soggetti a crisi. Inoltre, sarà necessario promuovere la diversificazione dei combustibili per il funzionamento degli impianti di generazione di energia elettrica anche attraverso il ricorso al carbone pulito. Inoltre, il Governo intende proporre, attraverso opportune consultazioni con le istanze locali, una campagna per la nascita – su basi volontaristiche e ben meditate – di un quartiere ecologico in ogni grande città italiana entro il 2020, come già accade in esperienze straniere (quartiere Vauban di Friburgo) e come stanno tentando di fare in alcuni centri anche in Italia: Renzo Piano e Carlo Rubbia a Milano, ma esistono anche iniziative del genere a Roma. Inoltre, occorrerà migliorare l'educazione ambientale anche all'occorrenza utilizzando le sanzioni che già ci sono ma che sono in gran parte inapplicate per le condotte di abbandono incontrollato dei rifiuti nell'ambiente. Restando nelle problematiche del territorio, Il Ministro indica una linea sul tema dei rifiuti, al di là dell'emergenza campana. Si registrano infatti enormi ritardi nello sviluppo di una gestione efficace del ciclo diretto al corretto smaltimento dei rifiuti. Un problema che già si è evidenziato in tutta la sua gravità in alcune zone della Penisola. Ferme restando le prevalenti competenze delle Regioni in materia, gli indirizzi dell'attività del Ministero dell'Ambiente vedono come priorità la promozione di interventi finalizzati alla riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti attraverso: sistemi efficaci di incentivazione della raccolta differenziata per il recupero della materia e dell'energia; sostegno alle Regioni per l'approvazione di piani regionali per la gestione del ciclo dei rifiuti con particolare riferimento alla termovalorizzazione nonchè alla previsione di sistemi di monitoraggio e controllo per una tracciabilità dei flussi di gestione di tutte le tipologie di rifiuti; promozione di atteggiamenti responsabili delle imprese e dei cittadini; contrasto al traffico illegale dei rifiuti e alle ecomafie. Su un piano parallelo, sempre al fine di contemperare gli obiettivi ambientali con gli obiettivi di sviluppo economico e governo del territorio, è necessario predisporre un "Piano nazionale di bonifiche" per procedere al risanamento dei siti inquinati e alla valorizzazione e riqualificazione delle aree produttive industriali dismesse, con particolare riferimento ai Siti di Interesse Nazionale, e garantire il completamento degli interventi di messa in sicurezza e bonifica delle aree pubbliche. Ciò anche attraverso la sperimentazione di nuove tecniche di bonifica da verificare in collaborazione con centri universitari e scientifici, specializzati sia a livello nazionale che internazionale. Il Ministero, inoltre, nell'ambito delle azioni di tutela del territorio, intende porre in essere misure preventive e di mitigazione degli effetti derivanti dalle variazioni climatiche e dalle modificazioni sull'utilizzo e l'assetto del territorio con particolare riguardo alla difesa degli abitati, delle infrastrutture, degli insediamenti produttivi e commerciali, all'erosione dei litorali e alla prevenzione dei fenomeni di desertificazione; contrastare la tendenza alla perdita di biodiversità sulla base degli obiettivi fissati in sede comunitaria al 2010 e mantenere alta la qualità dell'ambiente in termini di conservazione e gestione di risorse naturali, elaborando una Strategia Nazionale sulla Biodiversità.Nel contempo, verranno proposte iniziative in tema di fiscalità ambientale che abbiano come modello la riduzione delle imposte per chi risparmia energia e non inquina e, al contrario, aumenti l'imposizione nei confronti di chi non risparmia energia e inquina. L'obiettivo delle misure fiscali del Governo sarà quello di valorizzare l'ambiente come bene economico. Occorre favorire lo sviluppo delle imprese che si specializzano nella difesa dell'ambiente attraverso la costruzione degli impianti di termovalorizzazione, la realizzazione degli impianti di depurazione delle acque,la produzione di energie rinnovabili, etc. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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