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I ricercatori dell’Università britannica di Portsmouth hanno quasi per caso sviluppato un enzima in grado di digerire alcune delle plastiche più inquinanti e diffuse, fornendo una potenziale soluzione ad uno dei più grandi problemi ambientali del mondo. E’ stata recentemente pubblicata nella rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze (PNAS) una ricerca condotta da gruppi di lavoro dell’Università di Portsmouth e del National Renewable Energy Laboratory (NREL), del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, che potenzialmente potrebbe aiutare a risolvere uno dei problemi ambientali più seri del nostro secolo: sono infatti note a tutti le terribili immagini di isole e mari sommersi dalla plastica. Un lavoro sviluppato in sinergia tra diversi paesi e Istituti che dimostra come la collaborazione internazionale possa contribuire a compiere progressi scientifici significativi. Gli scienziati, partendo dall’analisi di uno degli enzimi di un batterio ‘mangia-plastica’, chiamato PETase, hanno quasi per caso sviluppato un enzima artificiale capace di digerire, in alcuni giorni invece che in centinaia di anni, la plastica più comunemente diffusa. E’ una scoperta che potrebbe portare a una soluzione sostenibile di riciclaggio per milioni di tonnellate di bottiglie di plastica, fatte di PET, polimero che rende la plastica resistente in ambiente per centinaia di anni. I ricercatori stanno ora lavorando per migliorare ulteriormente l’enzima in modo che possa essere utilizzato industrialmente in maniera ancora più efficiente e veloce. Il professor McGeehan, direttore dell’Istituto di Scienze Biologiche e Biomediche della Scuola di Scienze Biologiche di Portsmouth, ha dichiarato che in pochi avrebbero potuto prevedere che, da quando la plastica è diventata popolare negli anni ’60, in pochi decenni si sarebbero formate enormi aree di rifiuti plastici negli oceani, o su spiagge una volta incontaminate. E’ ora necessario, ha aggiunto che tutta la comunità scientifica si impegni per usare tutta la tecnologia a propria disposizione per sviluppare soluzioni reali, a partire da questa nuova scoperta. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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