Arriva la Carta delle aree per il deposito di rifiuti nucleari, 67 siti possibili in 7 Regioni 08/01/2021
Il ruolo dei prosumer nella trasformazione energetica; le nuove forme di produzione per l’energia introdotte dalla SEN; lo sviluppo di nuovi modelli tipo “aggregatore” a cura di Italia Solare Negli ultimi anni si parla di prosumer e aggregatori, come l’ultima frontiera, il passaggio obbligato per la transizione energetica verso un sistema cento per cento rinnovabile. Ma il concetto di Prosumer, parola mutata dall’inglese che rappresenta l’unione del concetto di producer (produttore di energia) e di consumer (consumatore di energia) è un concetto non certo nuovo. Era il 1972 quando per la prima volta Marshall McLuhan e Barrington Nevitt scrissero nel loro libro Take Today, che con la tecnologia elettrica, ogni consumatore sarebbe diventato un produttore. Sono dovuti passare 45 anni per iniziare a parlare seriamente di prosumer e a creare le basi per la loro operatività. Alcuni paesi prevedono già da tempo all’interno del proprio sistema regolatorio la possibilità di avere prosumer e aggregatori come elementi del sistema energetico, parliamo di Regno Unito, Germania, Francia. Altri paesi stanno muovendo i primi passi, è il caso dell’Italia che grazie alla Strategia Energetica Nazionale ha iniziato ad aprire il settore dell’energia a nuove forme di produzione, mentre altri paesi sono ancora in divenire. Digitalizzazione e accumulo L’elemento cardine di questa trasformazione è senza dubbio la digitalizzazione del settore, che grazie agli strumenti di contabilizzazione intelligenti e alle smart grid ha creato i presupposti per un sistema costantemente monitorato, connesso e bilanciato tra la produzione e la domanda di energia, anche quando la produzione è in buona parte o del tutto rinnovabile. In parallelo alla digitalizzazione va lo sviluppo dei sistemi di accumulo, che attualmente è uno dei settori di mercato maggiormente attivi e rappresenta per il fotovoltaico una grande opportunità. Nuovo modello energetico Oggi l’elettrificazione spinta dei consumi, una sempre crescente volontà di indipendenza energetica e la necessità di arrivare a un sistema cento per cento rinnovabile da parte dei prosumer sono il vero motore della svolta energetica. Anche la Sen da chiare indicazioni in questo senso: “Centralità del consumatore come motore della transizione energetica, da declinare in un maggiore coinvolgimento della domanda ai mercati tramite l’attivazione della demand response, l’apertura dei mercati ai consumatori e auto-produttori (anche tramite aggregatori) e lo sviluppo regolamentato di energy communities”. In quest’ottica stanno nascendo nuovi modelli di aggregazione tra player e nuovi modelli di offerta al cliente finale. In particolare lo sviluppo di modelli di tipo “aggregatore”, come succede in altri Paesi europei, tra cui Germania e Francia sarà la tendenza che segnerà i prossimi anni/decenni. Un aggregatore offre la possibilità di creare una centrale elettrica virtuale con centinaia di sistemi di accumulo connessi, monitorati centralmente e di continuo che “stivano” l’energia prodotta dagli impianti rinnovabili, in particolare quelli fotovoltaici. In questo modo si può arrivare a sostituire parte della capacità di generazione elettrica da fonti fossili del Paese con un sistema diffuso di generazione rinnovabile aggregando diversi dispositivi di energy storage in grado di fornire servizi di vario tipo e sviluppare modelli di controllo della domanda elettrica. Non ultimo l’aggregatore può utilizzare in modo coordinato le singole unità e offrire gli stessi servizi delle centrali elettriche tradizionali. Questo consentirebbe l’accesso oltre che ai mercati spot, anche al mercato dei servizi di dispacciamento, al quale non avrebbero accesso le singole unità. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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