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E’ stata presentata nei giorni scorsi Renovate Italy, la prima organizzazione italiana per le politiche di riqualificazione ed efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati esistenti, attraverso l’elaborazione di un programma nazionale, l’approvazione di un nuovo quadro d’incentivazione a lungo termine per interventi di efficientamento degli edifici, la realizzazione di strumenti finanziari specifici e, infine, la promozione di campagne per sensibilizzare sul tema cittadini e istituzioni. L’Associazione, che rientra all’interno della campagna europea che coinvolge 31 soggetti The Renovate Europe Campaign, ha l’obiettivo di stimolare buone pratiche e strumenti per ridurre lo spreco energetico degli edifici esistenti e la riduzione delle emissioni, a partire dall’ambizioso traguardo di diminuire dell’80% i consumi di energia nel patrimonio edilizio entro il 2050, attraverso lo sviluppo di un quadro normativo e programmatico a livello nazionale e regionale, e riunendo i contributi di associazioni, istituzioni, operatori, cittadini. Oggi per far ripartire l’economia e il settore edile in particolare è necessario lavorare su costruito, basti ricordare che gli edifici esistenti sono attualmente responsabili del 40% del totale del consumo energetico e del 36% delle emissioni di biossido di carbonio nell’atmosfera. Se da una parte le tecnologie e gli approcci innovativi disponibili oggi sono in grado di ridurre dell’80% la domanda di energia degli edifici; dall’altra non c’è abbastanza informazione sui vantaggi della riqualificazione e il quadro normativo non è sempre chiaro. “L’attenzione del legislatore si è concentrato negli ultimi anni nella riduzione dei consumi nelle nuove costruzioni, che hanno oggi un livello di efficienza elevato, spiega Cecilia Hugony di Renovate Italy. Tuttavia bisogna considerare che a livello europeo, il tasso di demolizione degli edifici è inferiore allo 0,1%: si calcola che tra il 5% e il 90% degli edifici oggi esistenti, sarà ancora utilizzato nel 2050. E chiaro quindi che se non ci concentriamo sulla messa a norma energetica degli edifici oggi in piedi, non si potranno mai raggiungere gli obbiettivi ambientali del 2030 e 2050”. In occasione della presentazione dell’Associazione sono stati presentati 2 studi che tracciano la strada da seguire per promuovere le politiche di riqualificazione energetica degli edifici. Il primo, realizzato dal Joint Research Center (il centro studi scientifici della Commissione Europea), identifica la riqualificazione energetica è l’unico strumento concreto ed efficace per ridurre l’importazione di energia in area UE. Ogni anno, l’autonomia energetica dell’Europa termina virtualmente il 18 giugno: da quel momento in poi, tutta l’energia che consumeremo fino alla fine dell’anno deve essere importata. Con un costo esorbitante: ben 421 miliardi di euro, pari a 1,1 miliardi di euro al giorno. Se gli edifici si mangiano il 40% dell’energia totale, e se l’80% potrebbe essere risparmiato, si potrebbero tagliare oltre 130 miliardi di euro all’anno. Il secondo studio è un report realizzato dall’EFIG, un gruppo di lavoro formato da esperti del mondo della finanza internazionale che identifica 5 raccomandazioni che dovrebbero essere recepite da tutti i membri dell’Unione Europea, e dalle istituzioni a livello locale: Gli interventi di riqualificazione energetica devono essere considerati da tutti i decision maker come una priorità e una opportunità. Per questo i benefici di tali interventi devono essere resi chiari a tutti i soggetti coinvolti (autorità pubbliche, proprietari di edifici e inquilini). Rafforzare e migliorare i processi e gli standard della certificazione energetica. Fare in modo che tutti i decision maker, a livello tanto centrale quanto locale, abbiano accesso in modo facile alle informazioni quanto più precise possibili. Sviluppare procedure standardizzate per ogni elemento dei processi di investimento (contratti, acquisizioni, bandi, verifiche, quantificazioni, report, assicurazioni…) in efficienza energetica, adottando best practice a livello globale. Uso prioritario e appropriato dei fondi stanziati dalla UE attraverso strumenti di finanziamento pubblico-privati fino al 2020, in modo da incrementare il valore degli investimenti e accelerare il coinvolgimento del settore privato. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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