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Si è svolto ieri a Palazzo Marino di Milano RIDay2014, primo evento nazionale dedicato alla riqualificazione energetica come motore dello sviluppo economico ed elemento strategico per la salvaguardia dell’ambiente, promosso da Renovate Europe, l’iniziativa europea che cerca di sensibilizzare istituzioni e cittadini dei 28 paesi dell’Unione Europea sui temi della riqualificazione energetica. Lanciata in Italia è da Rete IRENE, partner della campagna Renovate in Italia, in collaborazione con Legambiente e con il patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia, l’iniziativa prevede obiettivi importanti a livello europeo: abbattimento delle emissioni del 40% entro il 2030 e dell’80% da qui al 2050; risparmo di 240 miliardi di Euro all’anno; creazione di 2 milioni di nuovi posti di lavoro in tutta Europa; sensibilizzazione delle istituzioni e dei cittadini europei sugli effetti positivi di un’azione strategica di riqualificazione del patrimonio immobiliare del vecchio continente, per far ripartire l’economia e migliorare l’ambiente in cui viviamo. Manuel Castoldi, presidente di Rete IRENE, primo network di imprese italiane specializzato in riqualificazione energetica, sottolinea: “La riqualificazione energetica è una grande opportunità per l’Italia. In questo periodo di crisi economica, potrebbe essere un importante volano per la ripresa, offrendo ai cittadini importanti benefici sia in termini economici sia sotto il profilo del comfort e del benessere abitativo, contribuendo nel contempo alla salvaguardia dell’ambiente e alla riduzione del consumo energetico”. Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato Edoardo Zanchini, Vicepresidente Nazionale Legambiente, Enrico Morando, Viceministro dell’Economia e delle Finanze, il presidente della Commissione Ambiente alla Camera, Ermete Realacci, l’Assessore alla Mobilità e Ambiente di Milano, Pierfrancesco Maran, l’Assessore all’Ambiente della Regione Lombardia, Claudia Maria Terzi, e il Vicesindaco del capoluogo lombardo, Ada De Cesaris, sono emerse alcune proposte condivise sia dagli operatori del settore, sia dai responsabili della pubblica amministrazione. Prima di tutto, la riqualificazione energetica integrata, o la cosiddetta “Deep Renovation”, è una importante risorsa per far ripartire l’economia: solo nella regione Lombardia vale potenzialmente 50 miliardi di euro. Ecco perché è essenziale investire in informazione per i cittadini, per far conoscere quale sia il ritorno in termini di risparmio per tutte le famiglie. “La deep renovation in Italia è una pratica quasi sconosciuta”, spiega Virginio Trivella, coordinatore del Comitato scientifico di Rete IRENE. “Anche gli incentivi fiscali per l’efficienza energetica, che dal 2007 al 2014 hanno mosso investimenti per 27 miliardi di euro, avrebbero potuto essere molto più efficaci: solo un decimo degli investimenti è stato destinato alla riqualificazione del’involucro degli edifici, con cui si possono dimezzare i consumi. La metà è stata spesa per sostituire serramenti e un terzo per le caldaie, interventi utili ma che consentono di conseguire risultati più modesti. Gli interventi integrati, che sono i più efficaci, sono stati quasi del tutto ignorati”. Rete Irene sottolinea che se tutti gli investimenti fatti dalle famiglie italiane dal 1998 ad oggi, 190 miliardi considerando anche gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie, fossero stati dedicati all’efficienza energetica, oggi avremmo già superato l’obiettivo di riduzione dei consumi fissato per il 2020. Invece “si tratta di interventi di manutenzione degli edifici fatti con pratiche obsolete, senza alcun riguardo per l’efficienza e per l’ambiente, e per giunta incentivati dallo Stato al 50%”. In questo senso, un ruolo essenziale dovrebbe giocarlo soprattutto la pubblica amministrazione. Uffici pubblici, biblioteche, palestre e centri sportivi, persino municipi: per la gran parte si tratta di edifici vetusti, che spesso non rispondo alla normativa vigente. Basti pensare ai soli edifici scolastici: oggi, solo una scuola su 50 è in classe A, mentre una su due è in classe G (la peggiore). Ad oggi i nostri edifici sono responsabili del 40% del totale del nostro consumo energetico e del 36% delle emissioni di biossido di carbonio nell’atmosfera. Questa realtà non cambierà a meno che il nostro patrimonio edilizio non venga riqualificato drasticamente. Recenti studi del Fraunhofer Institute hanno dimostrato che l’Unione Europea ha un alto potenziale di risparmio economico ed energetico, pari al 41% da qui al 2030. Questo potenziale potrebbe fornire all’Unione Europea una quantità considerevole di benefici economici e sociali, a partire dall’abbassamento dei costi energetici, al miglioramento della competitività dell’Europa nei mercati globali, alla riduzione dell’elevato grado di dipendenza energetica dell’Europa dal resto del mondo.I proprietari di abitazioni e di industrie andrebbero a risparmiare oltre 239 miliardi di euro ogni anno, incrementando l’occupazione di 2 milioni di nuovi posti entro il 2020. Per quanto riguarda l’ambito residenziale, il potenziale di risparmio è pari al 61% mentre per il settore terziario è pari al 36%. Questo infatti significa che, da solo, l’ambizioso progetto di riqualificazione energetica degli edifici europei può ridurre il consumo di energia primaria dell’intera Europa del 22% al 2030. Pierfrancesco Maran, Assessore all’Ambiente del Comune di Milano ha commentato: “La ripresa può davvero ricominciare, o cominciare, da questo comparto, che unisce due tematiche fondamentali: il fare impresa con i temi ambientali. Quel che occorre davvero oggi è superare intralci sia amministrativi che, soprattutto, finanziari, per creare le condizioni migliori per far ripartire gli investimenti”. In questo senso, secondo gli addetti ai lavori sarebbe opportuno modificare l’IMU in senso progressivo, in favore di chi applica interventi di efficientamento energetico, ed eliminare tassa occupazione suolo pubblico, per favorire gli interventi di riqualificazione. Sul fronte dell’erogazione del credito, da una parte si auspica la trasformazione dei condomini in soggetti giuridici, in modo da offrire una maggiore chiarezza e certezza, a chi deve aprire linee di finanziamento. Dall’altra, un allargamento anche ai condomini dell’applicazione del fondo di garanzia, lo stesso che attualmente corre in aiuto di imprese e start-up, per consentire di accedere più facilmente ai finanziamenti. Infine i relatori hanno sottolineato la necessità che ci sia una vera semplificazione della normativa, in particolare quella relativa al cosiddetto Conto Termico, il decreto che disciplina l’incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energeticae per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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