Ridurre l’inquinamento delle nostre città riqualificando gli impianti di riscaldamento

Elco Italia ha realizzato un’analisi da cui emerge che in italia molte caldaie sono obsolete e quindi molto inquinanti, gli impianti che non rispettano le norme sulla manutenzione e sull’emissione di fumi, e che per lo più vi sono sistemi dispendiosi dal punto di vista economico e per le emissioni di Co2.
“I dati parlano chiaro: il 64% delle abitazioni è dotato di impianti vecchi e spesso inquinanti. Molte delle nostre case sono “energivore” – afferma Maurizio Boldrini, responsabile marketing e pre-vendita di Elco Italia -, ovvero in grado di rendere disponibile solo il 49% del calore che viene realmente prodotto. L’energia termica sprecata annualmente per inefficienza delle nostre case è pari a 10 Mtep ed immettiamo nell’ambiente ogni anno, in modo del tutto inutile visto che non si traduce in benessere, 43 milioni di tonnellate di CO2. Oggi, anche grazie agli incentivi fiscali, si possono riqualificare gli impianti abbattendo i costi e dimezzando il ritorno dell’investimento. E’ un’occasione che non va persa ed occorre che i vari attori della filiera, dagli enti pubblici alle associazioni, dai media alle aziende operino congiuntamente per informare efficacemente i cittadini”.
Oggi è possibile infatti ammodernare le caldaie senza gravare sui conti degli utenti: gli incentivi fiscali previsti ed il risparmio energetico permesso dai nuovi impianti rendono il momento particolarmente propizio. E gli italiani sembrano essersene resi conto.
“Oggi i risparmi sono facilmente quantificabili: un innovativo impianto a pompa di calore integrato con pannello solare rispetto ad uno tradizionale permette risparmi anche del 60%. E anche gli utenti finali se ne stanno accorgendo: non è un caso che sia proprio il segmento delle pompe di calore a guidare la crescita del settore. Nei primi sei mesi del 2012 il mercato ha visto una crescita del 11% e si prevede un ulteriore incremento anche per la seconda parte dell’anno”.

Un caso concreto: ridurre gli inquinanti del 50% e dimezzare i costi
Il processo di riqualificazione realizzato in uno stabile di medie-grandi dimensioni in pieno centro storico di una grande città – progettato da Cremonesi Consulenze con prodotti Elco Italia ed installate da Carbotermo S.p.A. – rappresenta un ottimo esempio di come, grazie alle nuove tecnologie, si possano ridurre del 50% sia i costi che le emissioni di inquinanti.
L’impianto termico del condominio era composto da 2 caldaie della potenza complessiva di 1200kW, entrambe alimentate a gasolio, utilizzate per offrire riscaldamento e acqua calda sanitaria a 44 unità immobiliari distribuite su tre scale. Tali appartamenti erano riscaldati in parte con fan coil, in parte con pannelli radianti.

Ridurre l’inquinamento delle nostre città riqualificando gli impianti di riscaldamento 1

L’intervento di riqualificazione ha comportato la dismissione dei vecchi componenti della centrale (come le caldaie, le pompe e gli accumuli) e l’installazione di 7 moduli termici a gas a condensazione Elco Italia, per una potenza complessiva di 770kW, nonché di 24 pannelli solari termici, con relativi accumuli, posati sul tetto. Contemporaneamente al lavoro di riqualificazione dell’impianto centrale si è inoltre provveduto all’installazione di un sistema di contabilizzazione per la ripartizione delle spese condominiali di gas metano.
Il lavoro di ristrutturazione è stato eseguito in soli 3 mesi (tra settembre e dicembre 2011) e i vantaggi sono già evidentissimi: il passaggio dall’alimentazione a gasolio a quella intergrata gas metano / solare ha permesso per il 2011/12 un risparmio quantificabile in 80.000 euro, quindi di circa il 50% rispetto a quanto i condomini avrebbero dovuto spendere se avessero mantenuto il vecchio impianto.
Se si considerano anche i costi di ristrutturazione (deducibili al 55% grazie agli incentivi attuali) in meno di 3 anni il condominio avrà di fatto ammortizzato l’investimento e potrà godere quindi di un risparmio effettivo annuo di circa il 40-50%.
Ma i benefici non si fermano agli aspetti economici: il nuovo impianto, infatti, annualmente permette una riduzione di polveri sottili (PM10) del 55% e una diminuzione del 36% di Co2 emessa. Di fatto è come se i condomini avessero piantato 5000 alberi adulti o se 30 di loro avessero deciso di rinunciare all’auto per un anno intero.

Il confronto con l’Europa
Anche nel resto d’Europa il problema della riqualificazione degli impianti è certamente significativo.
La sostituzione dei prodotti installati in Europa con le nuove tecnologie ad alta efficienza energetica e che fanno uso di energia da fonti rinnovabili permetterebbe un risparmio medio del 35% dei consumi: considerando un parco installato in Europa di 180.000 impianti per il riscaldamento si potrebbero risparmiare 5.000 kWh, equivalente al consumo energetico annuo di 42 milioni di auto che percorrano 15.000 km, o alla Co2 assorbita ogni anno da 15 milioni di ettari di alberi.
Esistono però in Europa anche delle differenze rispetto alla situazione italiana, ad esempio per quanto concerne la dispersione termica: per un’efficace politica di risparmio energetico, infatti, occorre affiancare all’uso di impianti efficienti e all’adozione di energie rinnovabili, anche soluzioni costruttive che evitino la dispersione di calore.
Attualmente in Italia il fabbisogno complessivo negli edifici è quantificabile mediamente in 300 kwh/m² l’anno. Gran parte di questa energia è termica (riscaldamento locali e acqua calda) ma buona parte di essa tende a disperdersi nell’ambiente. Per capire la gravità della situazione italiana, basta confrontare i consumi energetici degli edifici nel nostro paese con gli standard di Svezia e Germania. In Svezia lo standard per l’isolamento termico degli edifici non autorizza perdite di calore superiori a 60 kwh/m² l’anno. In Germania le perdite sono mediamente di 200 kwh/m² l’anno. In Italia si raggiungono punte di 500 kwh/m².

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