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Il Coordinamento FREE si è concentrato sulla situazione di ripartenza che l’Italia dovrà affrontare appieno quando l’emergenza coronavirus sarà rientrata, ponendo al centro dell’attenzione l’importanza che le rinnovabili assumono per contrastare la crisi economica e comunicando questa visione al mondo politico attraverso una serie di incontri. Tra i soggetti coinvolti l’Onorevole Rossella Muroni di LeU e l’Onorevole Gianluca Benamati del PD. Coordinamento FREE ha deciso di presentare le proprie proposte ad alcuni attori del mondo politico attraverso una serie di conferenze. Gli incontri sono serviti per sottolineare le grandi potenzialità possedute dalle rinnovabili e l’importanza di utilizzarle come strumento di supporto per permettere al Paese di uscire dalla situazione di crisi economica causata dalla diffusione del coronavirus. Per garantire la ripresa del settore delle rinnovabili è fondamentale intraprendere azioni di sburocratizzazione degli iter autorizzativi, facilitando la realizzazione degli obiettivi posti dal PNIEC raggiungibili con un investimento di circa 200 miliardi nel corso di dieci anni. A tale proposito il Coordinamento ha avanzato una serie di proposte alle quali sta lavorando con emendamenti specifici per ogni normativa, recependo i suggerimenti emersi nel corso degli incontri. Sono state esplicitate proposte di carattere generale, ma anche specifico, quali l’urgenza di promuovere azioni di sburocratizzazione autorizzativa, finalizzata all’attuazione di interventi di miglioramento delle prestazioni degli impianti esistenti, e lo sblocco autorizzativo riferito ai nuovi progetti sostenibili con i quali ci si accinge a raggiungere gli obiettivi vincolanti al 2030. L’Onorevole Rossella Muroni ha accolto positivamente l’iniziativa del Coordinamento: “Si tratta di un’iniziativa che ritengo utile, sia perché non bisogna nascondere il fatto che in generale per molti esponenti politici quella delle rinnovabili non è una priorità, sia perché il fatto di mettere nero su bianco le richieste consente, a chi materialmente scrive i provvedimenti nei ministeri, di possedere strumenti concreti che arrivano da chi le rinnovabili le fa sul serio e ne conosce i vantaggi, sul fronte ambientale, con la riduzione delle emissioni, e su quello economico, con la creazione di nuovi posti di lavoro”. Anche l’Onorevole Benamati ha espresso il suo entusiasmo appoggiando le proposte del Coordinamento: «Il percorso del nostro Paese verso il 2030-2050 è equilibrato e cosa rara anche condiviso tra le parti politiche. Abbiamo obbiettivi, linee d’azione e attività programmatoria. Però il meccanismo sta rallentando e ci sono questioni che hanno difficoltà a essere tradotte nel concreto. Gli obiettivi che ci diamo sono giusti e ambiziosi con un investimento di circa 200 miliardi in dieci anni, cosa che rivoluzionerà il settore energetico italiano. Forse non abbiamo gli strumenti giusti ed efficaci per attivare le azioni necessarie. La questione che pongo è: il sistema di gestione dei servizi energetici e quello per la ricerca energetica avanzata, sono calibrati per gli obiettivi? Il Gse ha risorse importanti per il Paese, ma in Italia serve un vero sistema per la gestione dei servizi energetici che deve essere in grado di interloquire con il sistema industriale e fornirgli supporto. Se vogliamo creare un nuovo sistema con investimenti da 200 miliardi in dieci anni creando decine di nuovi GW di potenza installata e arrivando anche a un sistema di distribuzione diverso, oltre che pensare al commissariamento del Gse dobbiamo avere un progetto per far sì che il Gse diventi lo strumento di questa trasformazione. E ciò vale anche per la ricerca energetica: è necessario fare ricerca e investire in questo campo senza disperdere le risorse. Bisogna mettere in sinergia le realtà che fanno ricerca coordinandole ed evitando sprechi e duplicazioni. Anche la politica deve farsi carico di tutto ciò. Bisogna superare gli atteggiamenti tecnici nei ministeri che a volte paiono più attenti alla forma che alla sostanza. Bisogna lavorare sugli strumenti, perché siamo in possesso di tutte le condizioni per fare bene, e la sfida della politica è interrogarsi su come organizzare il lavoro da fare su energia e rinnovabili. Per cui oltre a dare una risposta puntale ed efficace ai problemi posti dal Coordinamento Free la politica deve agire sul fronte degli strumenti efficienti, senza i quali non sono sufficienti finanziamenti e buoni obiettivi: si rischia di non raggiungere risultati». Quanto ci vorrà per realizzare il PNIEC? Secondo una recente analisi, se il tasso di autorizzazioni per la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili rimanesse quello del 2017-2018 i tempi di realizzazione del PNIEC (Piano Nazionale Energia e Clima) potrebbero estendersi per 67 anni. Un dato allarmante, come spiega il Presidente del Coordinamento FREE, G.B. Zorzoli: “Tempi inconcepibili sia per la crisi climatica, ma anche e specialmente per il contributo che le rinnovabili devono dare per far uscire il Paese dalla situazione di crisi economica provocata dal Coronavirus. E tutto ciò con investimenti che, per decollare, nella maggior parte dei casi non richiedono incentivi, ma solo semplificazioni negli iter autorizzativi e snellimenti burocratici. Ossia interventi a costo zero per il bilancio dello stato. Per contribuire a realizzare questi obiettivi, il Coordinamento FREE ha elaborato una serie di emendamenti a specifiche normative vigenti, essenziali per garantire, nell’assoluto rispetto dell’ambiente e del territorio, la realizzazione degli interventi di efficienza energetica e di produzione di energia rinnovabile nei tempi previsti dal Pniec, avvalendosi anche dei suggerimenti ricevuti nel corso di una serie di incontri con rappresentanti delle forze politiche”. Coordinamento FREE ha elaborato una serie di emendamenti proponendo riforme inerenti ai seguenti argomenti: le semplificazioni autorizzative per modifiche non sostanziali degli impianti fotovoltaici esistenti; le misure per rimuovere gli ostacoli per il rifacimento integrale degli impianti fotovoltaici esistenti; i provvedimenti urgenti per garantire una maggiore concorrenza e partecipazione alle procedure di allocazione degli incentivi del FER 1; le autorizzazione unica per gli impianti idroelettrici; le semplificazioni autorizzative per le modifiche non sostanziali nel repowering degli impianti eolici; il superamento della disposizione sullo “spalma incentivi” per biogas, eolico e mini-idro, nel caso d’investimenti destinati a rinnovare o mantenere in efficienza gli impianti esistenti; il mantenere operativo il Conto Termico nei settori residenziale, industriale, agricolo-agroalimentare; l’uniformare le misure compensative oggi in vigore, rispetto agli impianti e alle reti di teleriscaldamento, alimentate da biomassa e da energia geotermica; la semplificazione degli interventi d’efficienza energetica degli edifici esistenti; gli obblighi relativi alla produzione e conservazione della documentazione relativa ai Certificati Bianchi; la promozione dell’efficienza energetica attraverso i sistemi geotermici; le semplificazioni fiscali in materia di microcogenerazione; la semplificazione delle norme per la realizzazione di punti e stazioni di ricarica dei veicoli elettrici. Scarica il PDF completo con le proposte di Coordinamento FREE Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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