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E’ necessario revisionare gli standard europei di progettazione degli edifici in Europa per garantirne la sicurezza. Lo rileva un doppio studio firmato dai ricercatori della Fondazione CMCC, che fanno parte di un network scientifico istituito dal Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea nell’ambito del Scientific network on adaptation of structural design to climate change, che evidenzia che immobili e infrastutture sono resi più fragili dal surriscaldamento. Nei prossimi 50 anni – periodo che rappresenta la durata di vita utile di una struttura realizzata oggi – l’aumento delle temperature potrebbe rendere più rapido il processo di corrosione degli edifici e l’aumento dei fenomeni estremi potrebbe provocare dei seri problemi di sicurezza e resistenza. Adeguare gli standard di progettazione degli Eurocodici, che regolano le costruzioni a livello europeo, tenendo conto dei cambiamenti climatici attesi, garantirà viceversa una maggior resilienza e sicurezza del patrimonio costruito. Le attuali mappe europee per la progettazione termica infatti si basano su dati climatici che, con alcune eccezioni, sono vecchie di 10-15 anni e non tengono conto dei potenziali effetti del cambiamento climatico. Le nuove mappe europee per la progettazione termica delle strutture dovrebbero essere sviluppate utilizzando dati che contengano in modo più realistico le stime sull’influenza del cambiamento climatico. I due studi – Thermal design of structures and the changing climate ed Expected implications of climate change on the corrosion of structures – sono dedicati in particolare all’adattamento della progettazione termica degli edifici e delle infrastrutture in considerazione dei cambiamenti climatici e alla corrosione delle strutture a causa del surriscaldamento. Il primo rapporto delinea le recenti politiche dell’UE a sostegno della sostenibilità e della resilienza di infrastrutture ed edifici che, per esempio, incoraggiano l’uso di sistemi economici più sostenibili e circolari, che garantiscano una maggior durata degli edifici e migliori performance in tutto il ciclo di vita. Lo studio ha considerato il caso studio dell’Italia in uno scenario pessimistico di crescita delle emissioni di gas serra ai ritmi attuali e con un costante aumento delle temperature, sia minima che massima, fino al 2070. Particolarmente pericoloso – spiega spiega Guido Rianna, ricercatore CMCC tra gli autori dello studio, l’aumento delle temperature massime che potrebbe “comportare la necessità di una revisione degli standard di costruzione per garantire la sicurezza delle opere, come nel caso delle dilatazioni termiche a cui sono soggetti i manufatti lineari come ponti e viadotti”. Il secondo Rapporto analizza a livello europeo quanto i fattori climatici possano essere responsabili della corrosione delle strutture in cemento armato e acciaio, a causa soprattutto della variazione di temperatura e dell’umidità relativa, con esempi concreti, stime dei costi ed efficacia delle strategie di adattamento. Vengono affrontati anche gli effetti della corrosione sulle prestazioni sismiche delle strutture. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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