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A partire dal 1° gennaio 2019 tutti i nuovi edifici dovranno produrre tanta energia quanta ne consumano sul posto, ad esempio attraverso i pannelli solari o le pompe di calore. A stabilirlo è una risoluzione approvata nei giorni scorsi dal Comitato Industria, Ricerca, Energia (ITRE) del Parlamento europeo, che sta lavorando a una revisione della Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia.In base a questa decisione, che verrà votata nell’assemblea plenaria del Parlamento Ue dal 4 al 7 maggio prossimi, i nuovi immobili costruiti dopo il 31 dicembre 2018 dovranno essere autonomi dal punto di vista energetico. Gli edifici a “energia zero” sono definiti dagli europarlamentari quegli immobili in cui “come risultato di un livello molto alto di rendimento energetico dell’edificio, il consumo totale annuale di energia primaria è uguale o inferiore alla produzione di energia ricavata in loco con le fonti rinnovabili”. Entro la fine del 2010, la Commissione dovrà stabilire a livello europeo una definizione comune e dettagliata di “edifici a zero energia”. Contatori intelligentiNella decisione del Comitato Industria è prevista anche l’introduzione di obiettivi nazionali intermedi per gli edifici esistenti, ad esempio si dovranno fissare percentuali minime di edifici a energia zero rispettivamente nel 2015 e nel 2020. Proposta inoltre l’installazione di contatori intelligenti dell’energia in tutti i nuovi edifici e in tutti gli immobili sottoposti a ristrutturazioni importanti. Holiday homes efficientiEliminando una specifica proposta di esenzione, gli europarlamentari hanno stabilito che anche per le “case di vacanza” utilizzate meno di 4 mesi all’anno dovranno essere fissate norme minime di rendimento energetico. Esclusi dalla Direttiva sono tuttavia le piccole abitazioni (con una superficie inferiore a 50 m2), gli edifici per le attività religiose, i fabbricati temporanei utilizzati per meno di 18 mesi, i workshop ed edifici agricoli a basso fabbisogno energetico, infine gli edifici storici protetti dove misure di efficientamento energetico rappresenterebbero “un’alterazione inaccettabile del loro carattere”. Strumenti finanziariInfine, il Comitato Industria del Parlamento Ue ha definito una serie di strumenti finanziari che gli Stati membri dovranno adottare per migliorare l’efficienza energetica degli edifici: tra questi, la riduzione dell’Iva per beni e servizi legati all’efficienza energetica e alle energie rinnovabili, l’istituzione entro il 2014 di un Fondo per l’Efficienza Energetica – finanziato dalla Commissione Ue, dalla Banca europea degli investimenti e dagli Stati Membri -, l’incremento per almeno il 15% della quota del Fondo europeo di sviluppo regionale destinata a interventi per l’efficienza energetica. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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