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A cura di: Andrea Ballocchi Indice degli argomenti: Zero emissioni negli USA: un obiettivo possibile, ecco come Obiettivo net zero: l’impegno delle aziende Zero Carbon City: il piano di Tokyo e di altre 101 città del Giappone 600 miliardi di dollari: ecco quanto costerebbe agli Stati Uniti diventare a zero emissioni entro il 2050. La cifra è stata fornita – durante un webinar – da Jesse Jenkins, assistant professor presso la Princeton University, come anteprima di uno studio condotto da Net Zero America project, che sarà presentato in autunno. La spesa è meno ingente di quanto si possa pensare: innanzitutto, è considerata a livello decennale, inoltre corrisponde al 30% della spesa sostenuta per affrontare l’emergenza Covid-19 a livello di sgravi. Lo studio è uno dei più recenti esempi della volontà, manifestata non solo dall’Unione Europea, ma da altri Paesi, a livello istituzionale, politico, ma anche aziendale e di ricerca e sviluppo, di raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050, anche se c’è chi lavora per raggiungerlo ancora prima. Zero emissioni negli USA: un obiettivo possibile, ecco come Gli Stati Uniti come possono raggiungere il traguardo delle emissioni zero? Secondo Jenkins, dovrà più che raddoppiare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, prive di CO2, permettendo di costituire una base di energia zero emission che dovrebbe passare dal 40% attuale al 60-75% entro il 2030. Un grosso contributo in questo senso arriverà da eolico e fotovoltaico: il loro sviluppo a questo livello permetterebbe, tra l’altro, di aggiungere 3 milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti. Ma molti più posti di lavoro potrebbero essere creati nei settori della trasmissione dell’energia, nell’elettrificazione dei trasporti e del riscaldamento domestico se si lavorasse a questo obiettivo. Oltre al centro di ricerca della Princeton University, anche il think tank Energy Innovation fornisce indicazioni su come sia possibile raggiungere l’obiettivo net zero negli Stati Uniti entro il 2050. Le emissioni industriali, che contribuiscono al 35% del totale USA, potrebbero trarre vantaggio dall’elettrificazione e dall’impiego dell’idrogeno, insieme all’efficienza dei materiali e al loro riutilizzo, alla sostituzione dei gas fluorurati con soluzioni a impatto zero. Per quanto riguarda i trasporti, fonte del 27% delle emissioni totali, la loro elettrificazione aiuterà a ridurre la quota, insieme all’impiego dell’idrogeno (sotto forma di fuel cell) per gli autocarri e a una migliore gestione della domanda. In campo energetico, è fondamentale decarbonizzare l’elettricità: la produzione di energia elettrica è responsabile del 26% delle emissioni statunitensi e, essendo la spina dorsale del sistema energetico americano, la riduzione della CO2 in questo settore può ridurre le emissioni negli altri settori. Anche Energy Innovation è convinta che serva un maggiore contributo delle fonti rinnovabili (eolico e fotovoltaico su tutte), insieme all’aumento delle infrastrutture di trasmissione, la flessibilità della rete e l’efficienza energetica, tutti elementi che contribuiscono a rendere molto più semplice raggiungere il 100% di elettricità pulita. Infine, diventa essenziale puntare sull’edilizia zero emission. Gli edifici sono responsabili del 27% delle emissioni degli Stati Uniti. Incentivi finanziari per le ristrutturazioni e il deep retrofit, e in generale per aumentare l’efficienza degli immobili aiutano certamente a centrare l’obiettivo, insieme a una maggiore attenzione degli standard di efficienza energetica degli edifici e delle norme per l’edilizia sostenibile concorrono alla riduzione delle emissioni. Obiettivo net zero: l’impegno delle aziende Raggiungere una “neutralità carbonica” è essenziale per centrare gli obiettivi dell’accordo di Parigi e limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C. Lo sanno bene i governi, ma anche le aziende. Lo scorso maggio 155 multinazionali hanno pubblicato una dichiarazione in cui oltre a impegnarsi loro stesse innanzitutto a raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, stimolano le istituzioni mondiali in questo senso. Tra le imprese firmatarie si leggono i nomi di Enel, Iberdrola, Saint-Gobain, Schneider Electric, realtà che insieme raggiungono con una capitalizzazione di mercato di oltre 2,4mila miliardi di dollari e con una forza lavoro superiore ai 5 milioni di dipendenti. La dichiarazione esorta i governi di tutto il mondo ad allineare gli aiuti economici e gli sforzi di ripresa dalla crisi innescata dalla pandemia da COVID-19 con le più recenti scoperte e studi scientifici in materia climatica. Sono numerose le realtà industriali che hanno messo nero su bianco la loro intenzione di raggiungere l’obiettivo net zero entro il 2050. La multinazionale oil & gas Total, per esempio, ha specificato come e cosa intende fare per arrivarci, in tre punti, riguardanti la produzione energetica e le attività corporate internazionali. Apple, invece, ha fatto sapere a luglio di aver raggiunto il traguardo dell’impatto zero per i suoi uffici nel mondo, “e ora conta di azzerare la sua intera carbon footprint con 20 anni di anticipo rispetto agli obiettivi fissati dall’Ipcc”. Per riuscirci intende considerare sempre più: un design dei prodotti a basse emissioni di gas serra, puntando al riciclo; una sempre migliore gestione dei consumi, investendo 100 milioni di dollari in progetti accelerati di efficienza energetica per i fornitori Apple e con un massiccio intervento di riqualificazione energetica su più di 590mila metri quadrati di edifici nuovi ed esistenti. Terzo punto forte è la volontà di soddisfare i propri consumi solo con energia rinnovabile al 100%. Zero Carbon City: il piano di Tokyo e di altre 101 città del Giappone Le città hanno un impatto significativo a livello ambientale. Ecco perché è necessario puntare a un modello di green city. In Giappone 101 municipalità locali, tra cui Tokyo, Kyoto e Yokohama, hanno annunciato il loro impegno a emissioni zero entro il 2050. 2050 Zero Carbon Cities in Japan Queste città e aree metropolitane rappresentano ben 64 milioni di persone, ovvero la metà della popolazione giapponese e 2.900 miliardi di dollari di Pil. Come raggiungere l’obiettivo? Nel caso di Tokyo, l’amministrazione ha presentato il proprio piano “Zero Emission Tokyo Strategy”, che si concretizza con la realizzazione di tutti gli edifici a emissioni zero e la completa assenza di emissioni di CO2 per la metà del secolo. La road map fissa anche l’obiettivo a medio termine del 2030 di avere il 30% dell’energia di Tokyo generata da fonti rinnovabili, sostenuta dall’installazione di 1,3 GW di impianti fotovoltaici, equivalente all’energia consumata da circa un milione di famiglie ogni anno entro la fine del 2020. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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