REBUILD 2018, l’innovazione radicale

Per decarbonizzare l’edilizia la strada è ancora lunga. Ma REbuild 2018 ha dimostrato, esperienze alla mano, che si può fare. Ma occorre vincere ancora numerose resistenze, che non appartengono solo al settore delle costruzioni del nostro Paese. Dialogo aperto con il mondo della progettazione

a cura di Pietro Mezzi

Rebuild 2018, innovazione radicale e decarbonizzazione dell'edilizia

REbuild 2018, la due giorni di Riva del Garda dedicata all’innovazione in edilizia e alla riqualificazione del patrimonio immobiliare, si è chiusa con l’importante contributo di Mark Farmer, imprenditore, consulente del governo inglese e autore di un report sullo stato delle costruzioni dal titolo Modernize or Die, il quale ha parlato delle resistenze all’innovazione e al cambiamento che ancora esistono nel settore delle costruzioni, resistenze che non sono una prerogativa solo italiana.

“Dall’Inghilterra alla Nuova Zelanda passando per l’Australia, la resistenza al cambiamento nelle costruzioni è generalizzata – ha sostenuto Farmer -. Occorre dare la sveglia, in Italia ma anche in altri Paesi, e decidersi come fare ancora business. La forza lavoro invecchia e i giovani oggi scelgono altri settori e questi fenomeni avvengono anche in Italia. Entro il 2020 il 20% dei lavoratori del settore delle costruzioni avrà più di 55 anni.

Dobbiamo coinvolgere i giovani e mostrare che le costruzioni possono essere un’opportunità, ma per farlo c’è bisogno di nuovi modelli di produzione e di modernizzazione. Possiamo cambiare il processo unendo manifattura e costruzioni e promuovendo la digitalizzazione del settore: il Bim può essere un facilitatore. Consente infatti design digitale e produzione e assemblaggio diversi rispetto alle costruzioni tradizionali.

Il settore off-site deve imparare dai problemi che l’industria tradizionale ha avuto e crescere in modo sostenibile. L’Italia ha la possibilità di sfruttare l’eccellenza del settore manifatturiero anche nell’ambito delle costruzioni: in questo è avvantaggiata, perché esiste una cultura della precisione nella progettazione. La sfida sarà nell’attuare un programma di cambiamento a livello di settore che includa nuovi modelli di appalto e che abbia il sostegno dello Stato”.

I lavori a Rebuild 2018

Dal canto suo, Thomas Miorin, presidente di Re-Lab, la società che organizza REbuild, ha posto l’attenzione su un fenomeno molto presente nel settore delle costruzioni italiano e che si chiama invecchiamento del sistema produttivo.

“La crisi dell’edilizia è strutturale, il settore invecchia, c’è un nuovo mercato che sta nascendo, che è ancora fragile e va accompagnato – ha sostenuto Miorin -. La via d’uscita è l’edilizia industrializzata che produrrà benefici e margini”.

Thomas Miorin, presidente di Re-Lab, società che organizza l’evento di Riva del Garda

Thomas Miorin, presidente di Re-Lab, società che organizza l’evento di Riva del Garda

Una delle novità scaturite dalla due giorni trentina riguarda la presenza sul mercato italiano di una nuova domanda, che chiede soluzioni industrializzate, innovative e sostenibili, come ha testimoniato la presenza di un’importante catena alberghiera come NH Hotels o di un investitore-sviluppatore di primaria importanza come Coima.

A Riva del Garda si è infatti parlato molto di prefabbricazione spinta degli elementi edilizi, di edilizia pensata e realizzata anche per lo smontaggio, di impiego di materiali e prodotti certificati cradle-to-cradle basati sui principi dell’economia circolare.

Un’altra novità di REbuild 2018 è arrivata da Giovanni Spatti, amministratore delegato di Wood Beton, che ha illustrato una nuova proposta dell’azienda bresciana. Si tratta del sistema Rhinoceros, nelle due versioni Wall e Steel, per la riqualificazione energetica e antisismica di edifici esistenti (non sottoposti a vincolo). Il primo con un sistema costruttivo industrializzato in legno per edifici di tre piani; il secondo per edifici di sette-otto piani con un sistema costruttivo in acciaio.

Interessanti i contributi di alcuni architetti come Diego De Nardi di Prefarch e Mario Mariotto, i quali hanno dimostrato, progetti alla mano, il contributo essenziale del progettista in un contesto in cui l’edilizia 4.0 enfatizza standardizzazione e modularità.

Alla due giorni di Rebuild, dedicata alla decarbonizzazione dell’edilizia, si sono alternati numerosi esperti del settore che hanno fatto il punto circa l’industrializzazione del comparto delle costruzioni e presentato alcune delle esperienze più interessanti maturate negli ultimi mesi: soluzioni industrializzate per riqualificare a bassi costi il patrimonio immobiliare nazionale e per assicurare l’adeguamento energetico e sismico del Paese e, nello stesso tempo, allinearlo agli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima del 2015.

Ma decarbonizzare l’edilizia non è obiettivo facile, come ha ammesso lo stesso Ezio Micelli, presidente del comitato scientifico di REbuild.

“Il settore dell’ambiente costruito è chiamato a una radicale discontinuità. L’innovazione o è radicale o è inadeguata. Non è cambiando gli infissi che riusciamo a cambiare; dobbiamo pensare alla riqualificazione complessiva del patrimonio. Le tecnologie oggi ci sono.  Importante è pensare all’innovazione come un processo di rigenerazione di massa del nostro patrimonio. Sono 17milioni le unità immobiliari costruite prima del 1971 su cui si deve intervenire”.

Chi ha posto l’accento sugli impegni internazionali in materia di riduzione delle emissioni climalteranti è Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, il quale ha “sottolineato come la decarbonizzazione è un  tema centrale per tutti i Paesi che dovranno, entro l’anno, presentare un programma clima-energia con gli obiettivi e gli impegni che s’intendono rispettare per ridurre le emissioni di CO2. La scadenza mondiale obbliga l’Italia a fare i conti non solo sulle rinnovabili, ma a chiederci quali approcci dobbiamo inserire in un settore restio al cambiamento, come quello dell’edilizia. La decarbonizzazione può far ripartire le costruzioni. L’esperienza olandese di Energiesprong ci dice che si possono dimezzare i costi. I processi di innovazione non si arresteranno: se non saranno le aziende italiane a coglierne le opportunità, lo faranno le aziende estere”.

Il prossimo appuntamento di REbuild sarà a Milano il 2 ottobre.

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